Piazza Affari chiude oggi una seduta in rosso, -1,62% e arretra a 34.825 punti base, zavorrata da prese di profitto sulle banche e dallo stacco cedola da parte di 21 su 40 blue chip, che pesa sul listino per l’1,42%. Inoltre non fa sconti al bel paese il Fondo monetario internazionale, che stima una crescita dello 0,7% nel 2024 e nel 2025 e un possibile rallentamento nel 2026 e 2027. Per l’FMI deficit e debito restano a un livello troppo alto, facendo lievitare i rischi e frenando gli investimenti privati. L’inflazione è attesa in calo a una media dell’1,7% quest’anno, per poi tornare al target del 2% nel 2025.
Europa positiva e Wall Street da record con rally di Nvidia
La morte per incidente in elicottero del presidente iraniano Ebrahim Raisi non ha particolarmente pesato sugli scambi odierni in Europa. L’avvio di settimana è infatti cautamente positivo e Francoforte chiude in progresso dello 0,33%, con Parigi +0,37%, Madrid +0,1%, Amsterdam +0,19%, Londra +0,05%.
Anche Wall Street, a fine mattina, è in rialzo. Il Dj si muove oltre i 40mila punti base, messi in cassaforte a fine seduta per la prima volta venerdì scorso. Lo S&P 500 guadagna lo 0,4% e il Nasdaq tocca nuovi massimi, +0,7%. A mantenere i mercati su di giri contribuisce l’attesa della trimestrale di Nvidia (+2,42%), che uscirà mercoledì. Il titolo continua a macinare guadagni (tre broker hanno alzato il price target), sulla scommessa del boom dell’intelligenza artificiale ed ha già raddoppiato il suo valore quest’anno, dopo averlo triplicato nel 2023. Secondo i dati LSEG, citati da Reuters, i ricavi del colosso della produzione di chip dovrebbero risultare più che triplicati a 24,8 miliardi di dollari dai 7,2 miliardi di dollari dell’anno precedente, con utili per azione in aumento a 5,57 da 1,09 dollari. Corre anche Micron Technology (+4%) dopo che Morgan Stanley ha promosso il titolo a “equal-weight” da “underweight”.
Sempre mercoledì i mercati dovranno pesare i verbali dell’ultima riunione della Fed, per trovare nuovi spunti sui tempi di un allentamento monetario da parte della banca centrale Usa. Dopo i dati macro della scorsa settimana e le parole incoraggianti di Jerome Powell, le scommesse su un taglio di 25 punti base puntano nuovamente sul mese di settembre.
Nell’attesa il dollaro è stabile e l’euro tratta in area 1,086.
Prosegue la stagione d’oro dei metalli
Non è solo oro quel che luccica. I metalli si confermano in rally in questo avvio di settimana. Lo spot gold ha toccato in giornata un nuovo record a 2448,22 dollari l’oncia (anche se al momento tratta sotto quella soglia), mentre l’argento è andato oltre i 32 dollari. Si assestano su nuovi massimi anche i future del rame, spinti dal sostegno di Pechino al settore immobiliare cinese in crisi.
Per quanto riguarda il petrolio l’andamento appare incolore. Si stima che la politica iraniana non dovrebbe subire cambiamenti a seguito della morte di Raisi, ma il quadro generale appare incerto visto che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha rinviato la sua visita in Giappone, prevista per oggi, a causa di un problema di salute di suo padre, il re Salman. Lo riferisce il segretario di governo giapponese Yoshimasa Hayashi.
Piazza Affari, Prysmian e Unipol in controtendenza
Nella seduta moderatamente negativa di Piazza Affari (al netto dei dividendi) si sono mossi in controtendenza i titoli Prysmian, +1,77%, Unipol +1,46%, Amplifon +1,38%, Leonardo +1,38%, Interpump +1,27%. In particolare le azioni del colosso assicurativo bolognese, in denaro da alcune sedute, si sono avvalse anche del miglioramento delle valutazioni di Berenberg, che ha alzato le stime di dividendo in vista della fusione con la controllata UnipolSai.
A lasciare sul terreno le perdite maggiori sono le banche: Popolare di Sondrio -6,09%, Bper -2,14%, Banco Bpm -1,79%, Intesa -1,6%, Mps -0,87%. Unicredit invece sale dello 0,11%, nonostante un tribunale russo abbia ordinato il sequestro di asset per 463 milioni di euro in seguito a un contenzioso legale. Equita sottolinea però che l’ammontare è relativamente contenuto e nel peggiore degli scenari, l’impatto sarebbe “ampiamente gestibile” per la banca.
Scende lo spread
Chiude in verde invece il secondario, dove lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 126 punti base, con un rendimento stabile per il BTp al 3,77% e in leggero rialzo per il Bund al 2,52%.