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Borsa chiusura 2 ottobre: l’avviso di Israele di un’imminente risposta all’Iran paralizza i mercati

FIRSTonline

I mercati risultano oggi più indecisi che pessimisti, guardando soprattutto agli sviluppi della guerra in Medio Oriente con Israele che ha annunciato che risponderà presto all’attacco missilistico dell’Iran. Dopo le perdite della vigilia i listini europei chiudono in ordine sparso e poco lontano dalla parità: Milano -0,28%, Francoforte -0,18%, Parigi +0,05%, Londra +0,16%.

Wall Street d’altra parte è timidamente positiva a fine mattinata (DJ +0,15%, S&P 500 +0,15%, Nasdaq +0,27%) dopo un avvio in “rosso relativo”, con gli investitori che vogliono tenersi le mani libere per ogni scenario geopolitico. Dal fronte macro il rapporto Adp sull’occupazione nel settore privato nel mese di settembre ha mostrato numeri (+143.000) superiori alle attese (+125.000), rafforzando l’idea di un’economia Usa solida e che potrà sopportare tagli prudenti dei tassi, dopo la maxi sforbiciata di 50 punti del mese scorso. In Eurolandia in agosto il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,4%, invariato rispetto a luglio e in calo rispetto al 6,6% dell’agosto 2023.

Intanto la Germania, per una volta, ha sollecitato la Bce ad avere maggiore coraggio: per il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck, la banca centrale si è mossa finora con troppa prudenza sui tagli dei tassi.  

In Asia Hong Kong (+6,2%) e Tokyo (-2,22%) hanno chiuso agli antipodi, tra incentivi cinesi e teatri di guerra.

Il petrolio rallenta  

Si conferma positivo, ma non troppo, il petrolio, acceso ieri dall’attacco missilistico iraniano a Israele, cui dovrebbe corrispondere una contromossa di Netanyahu. Il Brent si apprezza dello 0,75% a 74,11 dollari al barile. Euro in leggera ritirata sul dollaro a 1,104. 

Piazza Affari in calo con Pirelli-Brembo

Piazza Affari chiude a 33.675 punti base, dividendosi tra i guadagni dei titoli petroliferi e della difesa (Leonardo +3,63%) e le perdite nell’automotive. In particolare ha tenuto banco sul listino milanese l’accoppiata Pirelli (-2,43%), Brembo (+0,49%). A orientare le scelte del mercato è stata l’uscita di Brembo da Pirelli, annunciata ieri sera. Da un lato questo ha sottratto ai titoli l’appeal speculativo per un’eventuale fusione, dall’altro però ha dato una spinta positiva al titolo dell’azienda bergamasca. Secondo Equita infatti la cessione di Brembo “elimina un investimento che non era mai stato chiaramente spiegato”, mentre grazie all’incasso il gruppo dei freni può aumentare ulteriormente “la potenza di fuoco per investimenti ben oltre un miliardo”. 

Il settore automotive è in calo sul listino principale anche con Iveco, -2,67%, mentre Ferrari sale dello 0,27% e Stellantis perde lo 0,16%. Per i sindacalisti di Fim e Cisl la casa italo-francese potrebbe ridurre la produzione nel Belpaese  sotto i 500.000 veicoli nel 2024 dai 751.000 dello scorso anno.

Le banche chiudono in ordine sparso Bper sale dell’1,45%, mentre Unicredit cede l’1,54%. Per Intermonte la mossa di Andrea Orcel su Commerzbank rappresenta “una partita di poker con pochi giocatori di alto livello intorno al tavolo”. Uno dei più abili pokeristi è proprio il manager italiano, in grado di parlare con tutte le parti. In un contesto dagli esiti ancora incerti Intermonte alza il target price sul titolo a 43,6 euro (da 41,4), riflettendo le nuove stime su ricavi e utile alla luce di un margine di interesse (Net income interest) “resiliente, che sembra destinato a rimanere elevato”. La raccomandazione resta ‘Neutral’.

Bene i titoli oil a partire da Saipem +1,65% ed Eni +1,64%, sono deboli invece le utility.

Il lusso resta in evidenza con Cucinelli +1,16%, mentre è defilata Moncler -0,4%, dopo che Lvmh e Ruffini Partecipazioni Holding hanno concordato di non aumentare la loro partecipazione complessiva in Moncler oltre il 20% nei prossimi tre anni.

Spread stabile

Il secondario chiude una seduta tranquilla: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di durata uguale si conferma a 133 punti base, con un tasso del 3,43% per il titolo italiano e del 2,1% per il titolo tedesco.

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