Il Giappone alza i tassi per la prima volta dopo 17 anni e la Federal Reserve si pronuncerà domani (non dovrebbero esserci sorprese), ma l’attesa non stressa i mercati finanziari che chiudono in rialzo in Europa, anche grazie al miglioramento delle fiducia nell’economia tedesca, con l’indice Zew salito a marzo a 31,7 punti dal 19,9 di febbraio e contro attese al 20,5.
Oltreoceano è positiva Wall Street a metà giornata, dopo un avvio tentennante. Il Nasdaq, partito in rosso, sta cambiando passo insieme a Nvidia +0,6%, che ha trovato il segno più dopo una partenza negativa e la presentazione dell’ultimo super processore, denominato Blackwell, probabilmente già prezzato dal mercato.
Piazza Affari oltre i 34 mila punti base
Piazza Affari guadagna lo 0,95% e supera ampiamente la soglia psicologica dei 34 mila punti base (34.262), un traguardo inseguito recentemente e portato fino al termine della seduta odierna grazie agli acquisti sulle banche.
A guidare l’indice delle blue chip è Iveco, +3,1%, tonica dopo alcune sedute di riflessione. A seguire Bper, +3,03%, dopo il rating che le è stato assegnato ieri da S&P. L’attenzione sul titolo di una delle possibili protagoniste di un riassetto nel settore è tenuta alta anche dal Sole 24 ore, secondo cui Unipol (primo socio di Bper con poco meno del 20%) potrebbe presentare la lista di candidati per il nuovo consiglio d’amministrazione già venerdì 22 marzo. L’assemblea degli azionisti Bper per il rinnovo del cda è convocata per il 19 aprile. Nel settore seguono le performance di Banco Bpm, +2,41%, Banca Mediolanum +2,24%, Mps +1,22%, Unicredit +2,11%, Intesa +1,46%.
Nella parte alta del listino trovano spazio i titoli petroliferi a partire da Eni +2,39%, anche se Saipem cede l’1,18%.
Bene l’automotive con Stellantis,+1,76% e Ferrari, +1,22%, anche se la casa d’auto di Maranello è stata citata in giudizio negli Stati Uniti con un’azione collettiva da parte di automobilisti che si sentono lesi perché non avrebbe provveduto a riparare veicoli a rischio di perdita parziale o totale della capacità di frenata. Il cavallino rampante corre anche a Wall Street (+1,43%).
Rimbalza Amplifon +1,77%.
Il rosso è acceso per Stm, -2,988%, dopo lo stacco cedola e i rumor sulle tensioni nella governance; arretrano Campari -2,12% e Recordati -1,23%. Moncler cede l’1,04% e chiude a 68,50 euro. Il titolo del lusso era partito in gran calo dopo la notizia che la famiglia Rivetti, attraverso il suo veicolo Grinta, ha venduto, in un accelerated book building, 3,23 milioni di azioni a 67 euro, con uno sconto del 3,21% rispetto all’ultima chiusura.
Fuori dal paniere principale Bioera (+21,34%) domina la scena dal gradino più alto, mentre Lottomatica perde il 5,87% (11,096 euro per azione) dopo la cessione da parte dell’azionista di controllo Gamma Intermediate del 7,9% del capitale attraverso una procedura di ABB ad un prezzo di 10,90 euro per azione.
Sale lo spread; boom del nuovo BTp decennale indicizzato
Chiude in rosso invece il secondario, con lo spread tra decennale italiano e tedesco che si allarga a 126 punti base. Il rendimento del Btp sale leggermente al 3,69%.
Intanto sul primario fa il pieno di ordini il nuovo Btp indicizzato all’inflazione dell’area euro (Btp I) Maggio 2036. Il titolo, secondo quanto ha reso noto il ministero dell’economia, è stato collocato al prezzo di 99,76 corrispondente ad un rendimento lordo, all’emissione, dell’1,83%. L’importo emesso è di cinque miliardi.
Europa positiva, ma gli orologi frenano Zurigo
Il clima appare sereno-variabile in tutta Europa, così Madrid si apprezza dell’1,02%, seguita da Amsterdam +0,81%, Parigi +0,65%, Londra +0,22%, Francoforte +0,27%, in controtendenza Zurigo -0,34% appesantita dal ribasso di Richemont (-1,55%) e Swatch (-2,8%). A pesare sarebbe il calo delle esportazioni elvetiche di orologi in febbraio (-3,8% su base annua), il primo dopo oltre due anni di crescita.
Nel resto del continente si fanno notare alcuni titoli come la britannica Unilever (+3,08%), intenzionata a scorporare la divisione di gelati in un’attività autonoma, che manterrà marchi di punta come Magnum. Il gruppo di beni di consumo realizzerà un nuovo programma di riduzione dei costi che prevede inoltre il taglio di 7.500 posti di lavoro.
Va a picco Atos, -19,53%, con Airbus che ha interrotto le discussioni sull’eventuale acquisto della divisione di cybersicurezza Bds della società di software francese.
Yen in ribasso, euro-dollaro stabile; petrolio in denaro
Sul mercato dei cambi l’azione delle banche centrali si fa sentire sullo yen, in netto calo contro dollaro a 150,76, mentre per il resto il biglietto verde attende pacatamente le decisioni della Fed. L’euro-dollaro è poco mosso intorno a 1,086.
Domani saranno più le riflessioni dei banchieri sul futuro a tenere banco, che non le decisioni. I dati sui prezzi al consumo e alla produzione di febbraio, visti la scorsa settimana, hanno ridotto le probabilità di un taglio dei tassi a giugno al 50% circa, tanto più che il petrolio continua a salire.
Anche oggi il Brent si apprezza dello 0,8% a 87,58 dollari al barile, mentre il greggio texano cresce dell’1% a 82,98 dollari al barile.
Tra le materie prime sono in rosso invece i metalli.
Sul fronte della politica monetaria in Eurolandia si registrano le parole del vicepresidente della Bce Luis de Guindos che, in un’intervista al quotidiano greco Naftemporiki, ha detto che la banca centrale europea nel mese di giugno sarà in grado di discutere di un primo taglio dei tassi di interesse.