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Borsa chiusura 19 giugno, listini europei in ribasso: continua l’effetto Le Pen. Le banche non bastano a salvare il Ftse MIb

Forse le Borse europee non hanno la polmonite ma certamente hanno la febbre per il mal di Francia. A Piazza Affari salgono Iveco, Leonardo, Eni e le banche e crolla Stm. Spread oltre quota 150. Wall Street oggi chiusa

Borsa chiusura 19 giugno, listini europei in ribasso: continua l’effetto Le Pen. Le banche non bastano a salvare il Ftse MIb

L’assenza di Wall Street si è fatta sentire oggi in Europa, con le borse che sono rimaste al palo, tra notizie come la frenata dell’inflazione britannica e l’avvio, da parte di Bruxelles, della procedura d’infrazione per debito eccessivo per sette paesi, tra cui Italia e Francia. Sul fronte geopolitico invece la visita del capo del Cremlino in Corea del Nord ha prodotto un accordo strategico un po’ inquietante tra Vladimir Putin e Kim Jong-un per cui i due paesi si presteranno reciproca assistenza in caso di un’aggressione esterna.

In questo contesto Milano perde lo 0,29%, Parigi -0,77%, Francoforte -0,27%, Amsterdam -0,37%, Madrid -0,07%. È timidamente positiva Londra, +0,16%, alla vigilia della riunione della Bank of England, da cui non si attendono interventi sui tassi. Il Ftse 100 ha perso circa il 3% dal massimo storico toccato a maggio e si sta muovendo con i piedi di piombo in queste settimane in vista delle decisioni della banca centrale e delle elezioni generali di luglio. 

Piazza Affari, tra Iveco e Stm

Piazza Affari chiude in lieve ribasso, zavorrata da Stm (-4,67%), e lusso (Moncler -1,81%), e sostenuta dalle banche. Sulle azioni dell’azienda italo-francese di microchip (che è il titolo peggiore anche a Parigi) hanno prevalso i realizzi, dopo i guadagni in scia ai tecnologici Usa, con Nvidia che ieri a New York è diventata la prima società al mondo per capitalizzazione.

A far tremare il comparto italiano delle grandi firme è stato invece l’annuncio, a sorpresa, di Golden Goose di rinunciare alla quotazione a causa del “significativo deterioramento delle condizioni di mercato” dopo il risultato delle elezioni per il parlamento europeo e la convocazione di elezioni politiche in Francia. Proprio ieri si era saputo che la regina delle sneaker aveva fissato il prezzo dell’Ipo a 9,75 euro per azione, nella parte bassa della forchetta iniziale.

Male anche Telecom -2,22% e Italgas -1,86%, mentre sono positive banche come Intesa +1,2%, Banco Bpm +0,93%, Mps +0,77%. Si confermano in denaro anche titoli industriali come Iveco +1,76% e Leonardo +1,03%.

Tra i titoli petroliferi svetta Eni +0,83%, su indiscrezioni Bloomberg che il cane a sei zampe stia progettando di vendere una quota delle sue attività upstream in Costa d’Avorio, un’operazione che può valere circa 1 miliardo di euro.

Salgono spread e rendimenti

Salgono oggi spread e rendimenti, per la carta italiana, ma anche per quella francese, con Parigi nel mirino di Bruxelles come Roma. Il differenziale Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 152 punti base, con il tasso per il decennale italiano che cresce al 3,92%.

La notizia dell’apertura della procedura per deficit eccessivo era attesa, ma comunque ha innervosito un po’ il mercato. La decisione di oggi è il primo passo di un percorso abbastanza lungo che, secondo le nuove regole, terminerà a novembre quando la Commissione renderà note le raccomandazioni paese per paese e l’entità della manovra di correzione dei conti in coerenza con le nuove regole della spesa netta.

“Lo sforzo di aggiustamento minimo annuale dei conti pubblici per i paesi sotto procedura è dello 0,5% del pil – ha osservato il commissario Paolo Gentiloni – qualche anno fa sarebbe stato più severo. Non è che non ci sia bisogno di un aggiustamento in un paese come l’Italia con un deficit/pil superiore al 7% e un debito/pil superiore al 135%: entrambi vanno affrontati’.

Sterlina in timido rialzo dopo inflazione

Sul mercato dei cambi è in leggero rialzo la sterlina alla vigilia della riunione della banca d’Inghilterra e alla luce di un’inflazione che a maggio è scesa all’obiettivo del 2% (dal 2,3% di aprile), per la prima volta in quasi tre anni.

Le pressioni di fondo sui prezzi sono però rimaste forti per questo gli esperti scommettono sul fatto che l’istituto centrale lascerà i tassi invariati. A preoccupare è la crescita dei salari e l’inflazione del settore dei servizi, che si stima sarà al 5,5% a maggio.

Anche l’euro si apprezza lievemente contro dollaro, per un cambio intorno a 1,075.

Tra le materie prime il petrolio è in frazionale rialzo, sia Brent (oltre 85 dollari) e Wti (oltre 81 dollari).

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