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Borsa chiusura 18 ottobre: l’oro per la prima volta sopra i 2.700 dollari l’oncia. Listini azionari tutti in rialzo. Spread a 117

Pixabay

In un mercato dove tutti sembrano pazzi per l’oro (oggi lo spot gold ha sfondato la soglia dei 2.700 dollari l’oncia), si difende l’azionario e i listini della zona euro incrementano i guadagni settimanali, mentre Londra arretra dello 0,37%. Wall Street si muove in ordine sparso, ma pur sempre prossima a livelli record.

Europa positiva; bene Milano in attesa di S&P e Fitch, scende lo spread

Piazza Affari chiude con un rialzo dello 0,47% a 35.204 punti base, mentre lo spread arretra ulteriormente a 117 punti, all’indomani del taglio dei tassi d’interesse dello 0,25% da parte della Bce e in attesa che stanotte S&P e Fitch emettano il loro giudizio sul debito italiano. Non si prevede una modifica del rating (entrambi sono BBB), però ci potrebbe essere un aggiornamento dell’outlook (ora stabile) da parte di una o entrambe le agenzie. Cala intanto il rendimento del Btp decennale al 3,35%.

Il resto dell’azionario di eurolandia vede, tra gli altri, Parigi apprezzarsi dello 0,39% con Francoforte +0,33%, Amsterdam +0,53% e Madrid +0,16%.

L’andamento di Wall Street è misto, dopo i recenti record (Dj -0,13%, S&P 500 +0,31%, Nasdaq +0,64%), mentre Oristano gli umori alcune trimestrali come quelle di Netflix (+10,51%) e American Express (-4,83%). Brilla Apple (+1,5%) con le vendite in Cina dell’Iphone 16 superiori del 20% a quelle dell’Iphone 15, con il paragone che mette a confronto le prime tre settimane di commercio.

Oro superstar

A stupire è ancora una volta l’oro, che sale oggi a nuovi massimi sfondando la soglia dei 2.700 dollari l’oncia. Il lingotto consegna immediata tratta al momento a 2716,78 dollari (dopo aver toccato i 2720,15) con un progresso dello 0,88%. Il future dicembre 2024 guadagna lo 0,9%, per un prezzo di 2732 dollari l’oncia.

Il prezioso metallo continua a calamitare gli acquisti in un contesto in cui non si sa cosa aspettarsi dalla Cina, dal quadro geopolitico e dalle elezioni negli Stati Uniti. Secondo alcuni commentatori di Reuters oggi il mercato scommette su Donald Trump, con investitori alla ricerca di asset che possano prosperare sotto la sua eventuale presidenza, dai titoli a bassa capitalizzazione, ai bitcoin fino al dollaro.

Dal fronte cinese oggi è arrivato il dato sulla crescita del terzo trimestre: +4,6%, leggermente sopra le stime del 4,5%, ma sotto il 4,7% del secondo trimestre. Si tratta del ritmo più lento dal 2023. Le azioni cinesi hanno però reagito bene, a fronte di due misure di stimolo da parte di Pechino, che dovrebbe immettere Sul mercato oltre 112 miliardi di dollari (800 miliardi di yuan). Salgono anche i titoli cinesi quotati a Wall Street.

Le notizie provenienti dal dragone e quelle provenienti dal Medio Oriente, in particolare l’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar da parte di Israele, non alimentano invece l’ottimismo sul petrolio. L’oro nero perde al momento oltre il 2%. Il Wti tratta poco sopra i 69 dollari al barile e il Brent sotto i 73 dollari.

Sul mercato valutario l’euro è in timida ripresa contro dollaro, in area 1,0858.

Si rafforza la sterlina, dopo un aumento dello 0,3% delle vendite al dettaglio nel Regno Unito nel mese di settembre.

Piazza Affari, svettano Iveco, Cucinelli, Mps

Auto, lusso e banche danno smalto oggi a Piazza Affari, che vede il listino principale dominato da Iveco con un progresso del 6,22%. Nel settore ritrova sprint anche Stellantis +1,91%.

Tra le grandi firme si mettono in luce Moncler +2,11% e ancor più Cucinelli, +2,63%. Il re del cachemire ha stupito positivamente ieri sera con i conti dei primi nove mesi dell’anno. Fuori dal paniere principale riprende quota anche Ferragamo +2,15%.

Tornando alle blue chip, sono in evidenza alcune banche, come Mps +2,15%, Mediobanca +1,64%, Popolare di Sondrio +1,05%. Bene le utility come A2a +1,68% e Italgas +1,9%.

Arretrano invece i titoli oil, in particolare Saipem che perde il 3,42%. In scia Eni -0,42% e Tenaris -0,14%.

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