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Borsa chiusura 17 ottobre: il balzo della produzione industriale Usa riaccende i timori di rialzo dei tassi

Imagoeconomica

Le borse europee chiudono una seduta altalenante, che alla fine risulta quasi piatta, mentre Wall Street si muove lenta a metà giornata: la prudenza è dunque il sentimento prevalente negli investitori in questi giorni, del resto come dar loro torto con il Medio Oriente in fiamme, mentre si spera nella visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, domani in Israele.

Piazza Affari registra una variazione quasi nulla, -0,08%, nonostante il rimbalzo di Telecom (+3,69%). A poche lunghezze da Milano, si fermano Francoforte +0,07%, Parigi +0,11%, Madrid +0,13% e Amsterdam +0,19%. Appare più tonica Londra +0,61%, favorita dal calo della sterlina, a fronte di un rallentamento della crescita dei salari che fa sperare in una frenata dell’inflazione e in una pausa nelle strette della BoE.

Un alto grado di volatilità domina oggi anche gli altri mercati con il gas che dopo essere rimasto in calo per quasi tutta la seduta guadagna ora circa l’1%, per un prezzo poco oltre i 49 euro euro al Mwh. Il copione è inverso per il greggio: il future Brent dicembre 2023 cede al momento lo 0,4% a 89,30 dollari al barile; il contratto Wti, stessa scadenza, scende dello 0,47% a 84,87 dollari al barile.

L’euro, stamattina in ribasso, recupera un cambio con il dollaro vicino a 1,059.

Crolla Nvidia a New York; trimestrali in chiaroscuro

A tenere sulle spine i mercati, oltre al complesso quadro geopolitico, ci sono anche i dati macro e le politiche delle banche centrali, le trimestrali Usa e la decisione della Casa Bianca di inasprire le regole sulle vendite di chip per l’intelligenza artificiale alla Cina. Quest’ultimo è un duro colpo soprattutto per Nvidia che sul Nasdaq perde oggi quasi il 5%. La notizia si riverbera anche su altri titoli techno come Stm, che perde l’1,45% a Milano.

Per quanto riguarda le trimestrali Goldman Sachs arretra a New York dell’1,8% dopo aver mostrato utili in picchiata del 33% nel trimestre. Un dato eclatante, eppure superiore alle attese grazie all’andamento migliore delle previsioni delle attività di trading obbligazionario.

Bank Of America sale invece dell’1,8% con risultati positivi e migliori delle stime degli esperti. I conti più rosei delle ipotesi non salvano invece dalle vendite Johnson & Johnson -1,48%.

In Europa delude Ericsson (-5,92%) dopo una guidance deludente. Male anche Nordic Semiconductor (-20,71)% che ha deluso le attese.

I dati macroeconomici fanno temere ulteriori inasprimenti sui tassi

I dati macroeconomici statunitensi del giorno fanno temere ulteriori inasprimenti nella politica monetaria. Ormai i mercati hanno abituato gli osservatori a questa sorta di reazione a contrario.

Le vendite al dettaglio di settembre hanno infatti superato le stime (+0,7% da +0,3% atteso) e fanno ipotizzare una crescita del pil del terzo trimestre migliore di quanto si pensava e anche la produzione di industriale cresce più del previsto, +0,3% da -0,1% di agosto.

In Europa fa riflettere la dichiarazione del capo economista della Bce Philip Lane, secondo il quale “se si verificano shock inflazionistici sufficientemente ampi o sufficientemente persistenti, dobbiamo essere aperti a fare di più”.

Tensioni nell’obbligazionario; sale lo spread

Tornano così le tensioni sull’obbligazionario. I prezzi dei T-Bond sono in ribasso e i rendimenti in rialzo, con il Treasury decennale che si riporta ai massimi dal 2007 oltre il 4,82%.

Nell’area euro soffre soprattutto la carta italiana, specchio di un paese con un debito ciclopico.

Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata torna oltre i 200 punti base (+2,22%), con tassi in salita rispettivamente a +4,89% e +2,88%.

Per quanto riguarda la Germania si segnala il balzo dell’indice di fiducia ZEW in ottobre pari a -1,1 punti, in aumento rispetto al precedente -11,4 punti (la previsione era -9,3 punti).

Piazza Affari, rimbalza Telecom

Sul principale listino di Piazza Affari rimbalza Telecom Italia, dopo il tonfo quasi doppio della vigilia. Equita ritiene che “la reazione negativa del titolo ieri sia legata alle incertezze ancora insite nell’operazione, sia sugli aspetti valutativi che sul percorso per arrivare al completamento dell’operazione”.

Sono in evidenza alcuni titoli petroliferi come Tenaris +1,41%, Saipem +1,09% e risultano ben intonati alcuni titoli finanziari.

Tra questi Banca Mps +1,38%, che dovrebbe essere privatizzata il prossimo anno. Salgono inoltre Finecobank +1,71%, Banco Bpm +1,32% e Bper +0,92%. Tra l’altro KPW ha alzato il target price di sette istituti italiani, migliorando la sua view già positiva. Arretra però Mediobanca -2,07%.

Tre le migliori blue chip del giorno Stellantis +1,04%. Bene Leonardo +0,881%, su cui Morgan Stanley ha alzato il prezzo obiettivo a 15,20 euro da 11,20 euro.

Tra i titoli in rosso troviamo Amplifon -2,74%, Prysmian -1,82%, Iveco -1,66% e Ferrari -1,61%.

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