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Borsa chiusura 17 luglio: Big Tech cade e travolge il Nasdaq. In rosso anche S&P 500. Milano ed Europa in altalena

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Torna la volatilità sui mercati e sale l’indice della paura, mentre l’incertezza politica lambisce Europa e Usa e le sfide commerciali con la Cina fanno tremare i tech. Il Nasdaq perde il 2,3% a Wall Street.

In un panorama europeo contrastato e zavorrato dalle vendite sui titoli delle aziende di chip, Piazza Affari si salva chiudendo una seduta incolore (+0,03%) dopo vari alti e bassi. Fuori dal paniere principale si sono visti però i fuochi d’artificio grazie a Unieuro (+40,78%) con il valore del titolo (11,60 euro per azione) che si è avvicinato a quello di 12 euro dell’Opa non concordata lanciata ieri sera dalla francese Fnac Darty.

La piazza europea più penalizzata dalle vendite è Amsterdam, -1,81%, trascinata al ribasso da Asml (-11,7%), che ha battuto le stime sulle vendite del terzo trimestre, ma è crollata in scia alle indiscrezioni di Bloomberg secondo cui l’amministrazione Biden starebbe valutando misure più severe per limitare la manutenzione e riparazione dei macchinari in Cina.

Nel resto del continente: Francoforte -0,43%, Parigi -0,12%, Madrid +0,14%. Si distingue positivamente Londra +0,27%, nel giorno in cui Re Carlo III ha letto a Westminster l’agenda del neo premier Keir Starmer, per i laburisti, tornati al potere dopo 15 anni di assenza.

Nasdaq ai minimi di due settimane

Oltreoceano viaggiano in direzioni opposte i principali indici di Wall Street: il Dow Jones è ancora da record, ma il Nasdaq va a picco, ai minimi di due settimane, con i titoli legati ai chip e le mega tech sotto pressione a causa della possibilità di un inasprimento delle restrizioni commerciali degli Stati Uniti nei confronti delle aziende che consentono alla Cina l’accesso alla tecnologia avanzata dei semiconduttori. Nvidia perde il 5,16%.

Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc) cede il 5,6%, dopo che Donald Trump, ha detto che Taiwan dovrebbe pagare gli Stati Uniti per la difesa, dato che l’arcipelago “non ci dà nulla” in cambio.

Si conferma in denaro invece il DJ, grazie a titoli come J&J (+3%) a seguito di risultati trimestrali migliori del previsto.

Dollaro in ribasso; balzo dello yen

Sul mercato dei cambi il dollaro è in ribasso contro le principali valute.

L’euro tratta in progresso dello 0,3%, per un cambio intorno a 1,093.

A balzare agli occhi è l’impennata dello yen, che sale di oltre un punto percentuale contro il biglietto verde. Reuters scrive che “gli operatori sospettano che questo sia probabilmente il risultato di un altro intervento da parte delle autorità giapponesi per risollevare la valuta in difficoltà da minimi pluridecennali”.

Dopo le difficoltà dei giorni scorsi, in scia ai risultati cinesi, tornano gli acquisti sul petrolio con i future di settembre di greggio texano in rialzo di quasi il 2% a 81,27 dollari al barile e quelli del Brent a 75 dollari (+1,5%). L’incertezza mantiene l’oro vicino ai nuovi massimi storici.

Piazza Affari, sul podio A2a, Recordati, Stellantis

A dare una spinta al principale listino di Piazza Affari hanno contribuito oggi soprattutto A2a +3,2%, Recordati +1,27%, Stellantis +0,9%.

Nel settore oil hanno recuperato un po’ di terreno Eni +0,87% e Saipem +0,69%.

Per le banche sono in luce le due big: Intesa +0,69% e Unicredit +0,59%.

La maglia nera del giorno va a Leonardo -2,31%, seguita da Iveco -1,96% e Cucinelli -1,74%.

Spread poco mosso in attesa della Bce

Il secondario tiene la barra dritta in attesa della riunione della Bce, domani, che non dovrebbe stupire con novità sul costo del denaro, ma potrebbe offrire spunti sul percorso futuro.

Lo spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale sale leggermente a 131 punti base, con tassi rispettivamente del 3,71% e 2,4%.

Sul fronte macro l’inflazione nel blocco non ha riservato brutte sorprese, perché a giugno si è confermata al 2,5%, in calo dal 2,6% di maggio.

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