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Borsa chiusura 16 settembre: l’Europa aspetta la Fed. A Milano vola Unipol, a New York il Dow Jones tocca nuovi record

Le Borse europee chiudono contrastate in attesa delle banche centrali. Apple cade sul Nasdaq e tira giù Stm. Sugli scudi Unipol e Saipem

Borsa chiusura 16 settembre: l’Europa aspetta la Fed. A Milano vola Unipol, a New York il Dow Jones tocca nuovi record

Istituti centrali, politica e matrimoni bancari sono stati al centro dell’attenzione dei mercati finanziari europei oggi, con gli investitori restii a prendere posizione prima che la nebbia si diradi, soprattutto su quanto dirà la Federal Reserve mercoledì, se taglierà i tassi di 50 o 25 punti base. Al momento sembra prevalere la seconda ipotesi.

Nell’attesa il dollaro arretra e l’euro si rafforza, mentre corre il petrolio e l’oro si muove poco lontano da nuovi massimi.

Così le borse continentali chiudono poco mosse: Milano è completamente piatta, anche se Unipol (+6,37%) e Saipem (+4,94%) hanno dato spettacolo. Francoforte perde lo 0,23%, Parigi -0,21%, Amsterdam -0,43%, Madrid +0,39%, Londra +0,07%. 

Tra i vari settori si segnala che i titoli bancari europei sembrano gatti in agguato nella sfida per la tedesca Commerzbank (-0,48%): l’italiana Unicredit (+0,53%), potrebbe trovare sulla sua strada la concorrenza della teutonica Deutsche Bank (-0,36%) e il governo di Berlino – che ha ancora in mano una quota del 12% di Commerz – sta valutando il da farsi. Alla finestra ci sarebbero pure i francesi di Bnp Paribas (-0,38%).

Passando a New York: Wall Street è contrastata a fine mattinata (Nasdaq -0,7%), ma il Dj ha toccato per qualche istante persino un nuovo record a 41.733 punti, nonostante la zavorra di Apple (-3%).

Terremoti politici su entrambe le sponde dell’Atlantico 

In ambito politico si registrano due eventi di peso su entrambe le sponde dell’Atlantico, anche se non si sa fino a che punto questi fatti muovano la bilancia dei mercati. Nella Ue ha dato le dimissioni dalla Commissione europea Thierry Breton, commissario francese al mercato interno, in aperta polemica con la presidente Ursula von der Leyen. Negli Usa un uomo (già arrestato) ha sparato su un campo da golf dove stava giocando Donald Trump, riaccendendo forti timori per la campagna elettorale in corso.

Tante banche centrali al lavoro, ma il faro è la Federal Reserve

Le banche centrali al lavoro questa settimana sono veramente tante, dal Brasile, alla Gran Bretagna, dal Giappone al Sudafrica, ma il faro mondiale, cui guardano tutti, è la Federal Reserve che dovrebbe invertire la rotta sulla stretta dopo 30 mesi di cinghia corta. Attualmente, i tassi sono al 5,25%-5,50% e secondo il Fed Watch, l’ipotesi più probabile (43,8%) è che, alla fine dell’anno, i tassi saranno al 4-4,25%, per un taglio, quindi, di 125 punti base rispetto a oggi. Se mercoledì la Fed annuncerà però un taglio di 25 o 50 punti base è difficile dirlo. Le probabilità oggi sono a favore della mossa più ampia, ma i cambiamenti d’umore restano in agguato.

A fronte di una Fed vista come colomba arretra il dollaro. L’euro si rafforza dello 0,45%, per un cambio di 1,1125. Mostrano i muscoli contro il biglietto verde anche sterlina e yen, con le rispettive banche centrali viste in stand-by nel meeting dei prossimi giorni.

Tra le materie prime il petrolio si rafforza, con i future di Brent e Wti in progresso del 1,5% circa, mentre l’oro tratta intorno a 2580 dollari l’oncia, poco lontano dai recenti record.

Piazza Affari, volano Unipol e Saipem

Piazza Affari è praticamente incolore, ma non mancano le blue chip che archiviano una giornata molto vivace. Tra tutte svetta Unipol, su speculazioni nel ruolo che la compagnia bolognese potrà svolgere nel Risiko bancario italiano. Il settore finanziario è stato animato poi da Generali (+3,22%) – tra l’altro promossa da Jefferies – e dalla controllata Banca Generali (-0,05%), che ha lanciato un’opa totalitaria sulle azioni ordinarie Intermonte (+19,68%) per un corrispettivo pari a 3,04 euro ad azione.

Nel settore petrolifero la blue chip più tonica è Saipem, premiata per la notizia di un contratto EPC offshore in Qatar del valore di 4 miliardi di dollari.

Registrano buoni progressi le utility, da Italgas +1,05% a Hera +1,07%. Bene Tim +1,3%.

Il maggior ribasso del giorno è per Stm, -3,36%, in scia alle perdite di Apple dopo che diversi analisti, tra cui quelli di Bank of America e JP Morgan, hanno dedotto dai tempi di consegna che potrebbe esserci una domanda debole per i nuovi iPhone 16 pro. Arretrano Ferrari -2,02%, Campari -2,56%, Amplifon -1,41%.

Spread in calo

Bene la seduta dei Btp sul secondario: il decennale italiano vede uno spread in contrazione a 132 punti base contro il rivale tedesco di pari durata.

Il rendimento del Btp è indicato al 3,4%, quello del Bund al 2,09%.

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