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Borsa chiusura 16 ottobre: la manovra 2025 non turba Piazza Affari che aspetta i tagli della Bce di domani. Nuovo record dell’oro

Leonardo, Saipem e Telecom Italia spingono il Ftse Mib. Male invece il lusso e l’auto. Lo spread Btp-Bund scende a 123 punti base. Attesa per le decisioni di domani della Bce

Borsa chiusura 16 ottobre: la manovra 2025 non turba Piazza Affari che aspetta i tagli della Bce di domani. Nuovo record dell’oro

Alla vigilia della riunione della Bce i listini europei chiudono un’altra seduta volatile e contrastata, a seguito del calo nei settori tech e lusso, per l’onda lunga delle deludenti trimestrali di Asml (-5,7% ad Amsterdam) e Lvmh (-4,04% a Parigi). Timidi sono gli spunti positivi arrivati nel pomeriggio dall’avvio cauto di Wall Street, nonostante la corsa delle banche con il balzo degli utili di Morgan Stanley (+7%).

Europa contrastata, Milano positiva, brilla Londra

Piazza Affari guadagna lo 0,24%, dopo aver più volte cambiato segno nel corso degli scambi, ma senza allontanarsi troppo dalla parità. A dare verve al listino è la performance di Leonardo +2,72%, dopo la firma della jv con Rheinmetall. Inoltre, secondo Il Sole 24-Ore, la società della difesa ha avviato una due diligence all’italiana Deas e sulle britanniche Becrypt e Adarga come possibili target di M&A.

Nel resto d’Europa brilla Londra, +0,96%, alla luce della frenata dell’inflazione all’1,7% nel mese di settembre, contro stime all’1,9%. Il dato è sotto l’obiettivo della BoE del 2% per la prima volta da oltre tre anni. Un andamento che spiana la strada a nuovi tagli dei tassi, dopo quello di 25 punti base del mese di agosto.

Bene Madrid +0,59%, mentre chiudono in calo Amsterdam -0,74%, Parigi -0,4% e Francoforte -0,37%.

Oltreoceano il Dj è in crescita, ma il Nasdaq tentenna con mega tech come Apple, Meta e Microsoft in calo. Tra i colossi dei chip Nvidia (+1,7%) tenta il rimbalzo, mentre Intel perde oltre il 3% dopo che la Cybersecurity Association of China ha raccomandato di avviare una revisione dei prodotti del chipmaker venduti nel paese.

Euro in calo, in attesa della Bce

Il mercato scommette che la Bce taglierà nuovamente il costo del denaro dello 0,25% e questa previsione impatta sull’euro, in ribasso contro dollaro per un cambio in area 1,087.

Domani l’attenzione degli investitori sarà rivolta anche alle parole della presidente Christine Lagarde, per trarre spunti sul percorso successivo della banca centrale.

Tra le materie prime rimane in calo il petrolio, con il greggio texano che tratta sotto i 70 dollari al barile e il Brent sotto i 74 dollari. Nuovo record per l’oro che raggiunge in giornata i 2.684,8 dollari l’oncia.

Piazza Affari, la manovra non spaventa le banche

La manovra di bilancio, che sta creando un’ondata di proteste tra i medici, non scuote invece i titoli delle banche italiane, con gli istituti chiamati a un contributo di 3,5 miliardi. Come osservano gli analisti l’intervento è strutturato come un anticipo di liquidità, è sopportabile e non impatta sui conti economici, tenendo al riparo utili e politiche di distribuzione di dividendi delle banche.

Così in Piazza Affari i titoli del settore chiudono con percentuali comprese tra il rialzo di Banco Bpm +0,57% e il calo di Popolare di Sondrio -0,28%.

Il rosso è ancora acceso invece per i titoli del lusso, sia per i numeri dei cugini francesi sia perché ieri anche Salvatore Ferragamo (-0,93%) non ha convinto con i risultati del trimestre e con le stime per l’anno, che restano nella parte bassa del range degli analisti a livello operativo.

Tra le blue chip Moncler perde lo 0,94%. Arretra inoltre Cucinelli -0,27% e persino Ferrari (-0,34%) risente del malumore dei brand di alta gamma.

Tra i maggiori ribassi del giorni ci sono Interpump -1,69% e Italgas, -1,45%.

Nella parte alta del listino risalgono Telecom +2,56%, Saipem +1,9%, Amplifon +1,82%.

Si apprezza Enel +1,05% e non accenna ad abbassare la testa Unipol +0,84%.

Spread e tassi ancora in calo

È salito oggi l’appeal della carta italiana, con lo spread in calo a 123 punti base e il tasso del Btp decennale in attenuazione al 3,4%, contro il 2,18% del Bund decennale.

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