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Borsa chiusura 15 maggio: listini tutti in rialzo. Il leggero calo dell’inflazione Usa avvicina il taglio dei tassi Fed

A Piazza Affari (+0,6%) boom di Interpump e forti progressi di Tim, Terna e Mps

Borsa chiusura 15 maggio: listini tutti in rialzo. Il leggero calo dell’inflazione Usa avvicina il taglio dei tassi Fed

Le Borse europee chiudono sui massimi storici oggi, dopo il dato di aprile sui prezzi al consumo Usa leggermente migliore delle attese. A ricordare però che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo c’è stato lo scioccante attentato al premier slovacco Robert Fico, in un contesto geopolitico ancora incandescente. Fico, colpito da colpi d’arma da fuoco, sarebbe molto grave e secondo notizie stampa il presunto aggressore (un uomo di 71 anni) è già stato arrestato. Non si conoscono le ragioni del gesto.

Dal fronte macroeconomico la buona notizia per l’Italia viene dalla Commissione europea, che ha rivisto al rialzo le attese sulla crescita quest’anno allo 0,9% (da +0,7% della precedente previsione). Sono state limate invece le attese sul 2025, +1,1% (dall’1,2%). L’inflazione è attesa nel 2024 all’1,6% ed è vista  all’1,9% nel 2025. Il quadro ha favorito copiosi acquisti sulla carta italiana.

Europa sui massimi storici

Il benchmark europeo, lo Stoxx 600, aggiorna per il secondo giorno consecutivo il suo record. A questo risultato contribuiscono alcune trimestrali migliori delle stime e il settore delle banche, ancora in rally dopo che il presidente Emmanuel Macron ha aperto a possibili matrimoni tra istituti di paesi diversi. Male invece il lusso a seguito dei conti di Burberry (-7,28% a Londra) che ha visto crollare le vendite a causa di una domanda debole in Cina e negli Stati Uniti.

Così Piazza Affari, +0,61%, si consolida oltre i 35mila punti base (35.366) ai massimi dal 2008, grazie agli acquisti sui titoli bancari. In vetta al listino sale però Interpump, +5,67%, in scia a risultati migliori del previsto (anche se l’utile netto consolidato del trimestre cala del 21,5%).

Nel resto d’Europa Francoforte si apprezza dello 0,81%, Parigi +0,17%, Londra +0,19%, Madrid +1,1%.

Wall Street tonica su dato inflazione

A New York gli indici si stanno muovendo in territorio positivo (Dj +0,65%) con i dati sui prezzi al consumo di aprile appena sotto le stime: +0,3% rispetto al mese precedente, dopo +0,4% di marzo e +0,4% atteso. Su base annua l’inflazione scende al 3,4% dal 3,5%. Il dato “core”, al netto dei prezzi di beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, in linea con le attese, dopo tre rialzi consecutivi dello 0,4%; +3,6% annuo, minor aumento dall’aprile 2021.

Dopo i dubbi sollevati ieri dai prezzi alla produzione più alti del previsto, questo miglioramento è un balsamo salutare per i mercati, che tornano leggermente più ottimisti sulle prossime mosse di Jerome Powell. Il presidente della Fed aveva osservato però che i dati di ieri erano misti, perché quelli precedenti erano stati rivisti al ribasso.

Dall’agenda macro a stelle e strisce emerge poi che le vendite al dettaglio in aprile sono rimaste invariate, contro attese che prevedevano un rialzo dello 0,40%, quando a marzo erano cresciute dello 0,60%.

Dollaro in calo

Il rallentamento dell’inflazione si fa sentire sul dollaro che perde terreno contro le altre valute. L’euro tratta in leggero progresso e si muove in area 1,087.

Salgono i prezzi dei T-Bond e scendono i rendimenti: il decennale arretra al 4,369%.

Tra le materie prime trova la via dei guadagni il petrolio, dopo il calo delle scorte settimanali Usa superiore al previsto. Il prezzo del greggio texano, giugno 2024, sale a 78,30 dollari al barile (+0,37%) e il Brent, luglio 2024, a 82,56 dollari al barile (+0,22%).

Sono in rally oro e argento, con il primo in rialzo di oltre l’1% e il secondo che spinge l’acceleratore oltre il 3%. 

Piazza Affari alla quinta seduta in rialzo; scatto di Telecom su indiscrezioni accordo Kkr-Antitrust

Piazza Affari chiude oggi la quinta seduta consecutiva di guadagni, con gli acquisti sulle banche. Le performance migliori del giorno sono per Monte Paschi +3,55% e Popolare di Sondrio +1,95%. In controtendenza Unicredit -0,38%.

Altre blue chip in denaro sono Leonardo +2,6% e Telecom Italia +2,23%, quest’ultima ha beneficiato delle indiscrezioni Bloomberg di una possibile intesa tra il fondo Kkr e l’Antitrust europeo per accelerare l’operazione sulla rete fissa. 

Recupera Terna +2,2%, dopo le perdite di di ieri e anche Italgas rimbalza, +1,89%, mentre aveva perso quota alla vigilia sull’annuncio dell’esclusiva per rilevare la rivale 2I rete Gas e i timori del mercato di un possibile ricorso a un aumento di capitale per finanziare l’operazione. Nel daily Equita sottolinea che la dividend policy del gruppo è stata confermata nel caso in cui l’acquisizione andasse in porto. Trovano il segno più Enel +1,91%, Recordati +2,07%, Campari +1,95%. 

Diasorin è in fondo al listino con una perdita dell’1,99%. Chiude in rosso anche Poste, -1,31%, che ha cambiato segno in giornata dopo i conti del trimestre. In mattinata il titolo aveva aggiornato il suo massimo storico. Arretrano Hera -1,19%, Banca Mediolanum -0,55%, Iveco -0,47%.

Fuori dal paniere principale Geox cede il 4,67%, dopo il taglio delle stime di crescita sulle vendite per anno, citando pressioni inflazionistiche e il panorama internazionale e geo-politico. Bene l’Aeroporto Marconi di Bologna, +1,25%, sui positivi risultati del primo trimestre.

Spread e tassi in calo

La carta italiana chiude una seduta effervescente. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 130 punti base. In netto calo è il tasso del titolo italiano, al 3,69% contro il 2,4% del titolo tedesco.

Sul primario ha avuto un grande successo anche il Btp Green, la cui emissione si è conclusa ieri. Vi hanno partecipato circa 350 investitori per una domanda complessiva di oltre 84 miliardi di euro, la più alta mai registrata in quest’ambito. “Rilevante – scrive il Tesoro in una nota – è stata la partecipazione di investitori Esg, che hanno sottoscritto oltre la metà del collocamento. Ai fund manager è stato allocato il 47,4% dell’emissione, mentre le banche ne hanno sottoscritto il 30,3%”.

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