Piazza Affari chiude oggi con un rialzo dell’1,93% una seduta effervescente, animata dalle banche e dalla ripresa di speculazioni sulla nascita di un terzo polo nel settore. In particolare Mps (+11,6%) è al centro della scena dopo l’esito del collocamento di ieri sera della terza tranche del 15% da parte del Tesoro, con Banco Bpm (3,05%) tra i principali acquirenti. Milano è così regina in Europa e ha questo hanno contribuito anche gli acquisti su Telecom Italia (+8,15%), forte dopo la trimestrale e le parole dell’ad Antonio Labriola, secondo il quale c’è la possibilità che l’azienda ricominci a distribuire il dividendo. Il rally della piazza meneghina si inserisce inoltre in una giornata di riscatto in tutta la zona euro, con Francoforte in crescita dell’1,52%, Parigi +1,32%, Madrid +1,26%, Amsterdam +1,33. Fuori dal blocco è più cauta Londra +0,49% e oltreoceano appare anche oggi nervosa Wall Street, dopo l’euforia della scorsa ottava, innescata dalla vittoria alle presidenziali di Donald Trump.
Wall Street in lieve calo in attesa di Powell
I tre principali indici newyorkesi sono in lieve calo, mentre gli investitori valutano nuovi dati sull’inflazione. I prezzi alla produzione il mese scorso sono stati in linea con le attese, ma pur sempre in rialzo al 2,4% (dall’1,9% di settembre). Un andamento simile a quello visto ieri per i prezzi al consumo e che pure ha fatto crescere le probabilità di un nuovo taglio dei tassi dello 0,25% nella riunione della Federal Reserve di dicembre. Infatti secondo il FedWatch Tool del Cme Group, le possibilità di questa sforbiciata sono ora al 79,3% contro il 58,7% di due giorni fa. Eppure i T-Bond non festeggiano e vedono tassi ancora alti, con il decennale oltre il 4,436% nella prospettiva che le politiche della Casa Bianca, quando ad insediarsi sarà Trump, possano rimettere in moto la corsa dei prezzi. Maggiori delucidazioni sulla politica monetaria potranno arrivare questa sera da un intervento a Dallas del presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
Intanto le megacap ‘growth’ sensibili ai tassi, Tesla e Alphabet, cedono rispettivamente il 3,4% e l’1,1% rispettivamente. Il settore immobiliare registra un ribasso dello 0,4%.
Tapestry balza dell’11% dopo aver toccato il massimo dall’inizio del 2014. Ha detto di voler interrompere l’operazione da 8,5 miliardi di dollari per Capri Holdings (-2,1%) dopo che l’accordo è stato bloccato da un giudice statunitense.
Dollaro sui massimi da un anno
L’attesa di nuovi dazi, la stretta sull’immigrazione e la deregulation promesse da Trump tengono il dollaro sui livelli massimi da un anno contro le principali valute, nella prospettiva che l’inflazione ripartirà e che sarà più difficile tagliare il costo del denaro.
Il biglietto verde ha superato quota 156 yen per la prima volta da luglio, anche se al momento ha rallentato il passo e cambia poco sotto la soglia di 156. Anche l’euro è in recupero, per un cross a 1,057 (+0,11%) dopo essersi appiattito a 1,05.
Il bitcoin inverte la rotta anche se ha toccato nella notte i 93.480 dollari. La valuta digitale tratta al momento a 87.914,07 dollari.
Nonostante il super dollaro fiacchi le materie prime, i future del petrolio sono al momento in rialzo dello 0,85% circa. Il Wti dicembre prezza intorno a 69 dollari al barile, mentre il Brent gennaio 2025 è a 72,89%.
Piazza Affari, banche al centro della scena
La piccola Piazza Affari oggi è stata grande protagonista soprattutto con i titoli bancari, che hanno consentito al Ftse MIb di risalire a 34.358 punti base.
Nel capitale di Mps, la più antica banca del mondo è entrata ieri una cordata italiana formata da Banco Bpm in tandem con Anima, che vantano ora una quota aggregata vicina al 9%. A ciò va aggiunto il 3,5% del gruppo Caltagirone, che è azionista del Banco e dell’asset manager, mentre un altro 3,5% è andato a Delfin, holding degli eredi Del Vecchio.
La mossa induce speculazioni sul coinvolgimento in un possibile risiko, di Popolare di Sondrio +4,69% e Bper +1,4%.
Tra i titoli migliori del giorno figurano anche Unicredit +2,85% e Intesa +2,14%.
Negli altri settori ha messo il turbo Telecom, nella prospettiva di un ritorno al dividendo. Grazie alla vendita della rete al fondo Kkr l’azienda ha più che dimezzato l’indebitamento (da 25,6 a 10,9 miliardi), anche se sul punto pende ancora la causa di Vivendi.
L’effetto conti catapulta Interpump nelle posizioni più alte del listino e dopo una partenza in sordina e in progresso del 3,77%.
Bene le utility con A2a +3,73 e Hera +2,81%. Nel lusso rialza la testa Moncler +3,05%. Il titolo guarda anche all’impennata di Burberry (+17,51%) a Londra, con il mercato che promuove il nuovo piano e si butta alle spalle la trimestrale. Proseguono inoltre le speculazioni su un interesse della società italiana per la rivale inglese.
Il comparto industriale soffre con Iveco -2,51% e Leonardo -0,79%. Arretrano inoltre Diasorin -1,96% e Nexi -0,36%.
Spread in calo
Scende anche oggi lo spread tra Btp e Bund di durata decennale a 121 punti base, mentre i tassi arretrano. Il titolo italiano è indicato in chiusura al 3,54%.