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Borsa chiusura 14 giugno: venerdì nero per Milano e per Parigi e allarme spread per Italia e Francia. Pesa l’incubo Le Pen

Imagoeconomica

Gli investitori oggi si sono rifugiati in beni come l’oro, il dollaro, il Bund, fuggendo dall’azionario, soprattutto nella zona euro in una situazione a forte rischio politico, con le elezioni della Francia alle porte (il 30 giugno e il 7 luglio) che potrebbero consegnare il paese alle destre e destabilizzare l’intera regione. Così, una settimana in gran parte negativa, si chiude con la seduta peggiore dal 2022 per la piazza di Parigi, mentre si profilano alleanze e programmi che evidentemente spaventano i mercati. Crollano i titoli di Stato francesi

Milano e Parigi in caduta libera. Sale lo spread Btp-Bund, va in orbita quello Oat-Bund

La zona euro archivia una seduta in rosso, che ha visto Milano e Parigi in caduta libera. Piazza Affari è stata la più bersagliata dalle vendite per un bilancio finale di -2,81% (dopo aver superato anche il -3,2% in seduta) e un atterraggio a 32.655 punti base. Il settore bancario, particolarmente penalizzato, fa sentire il suo peso sul Ftse Mib, zeppo di titoli finanziari.

Contestualmente sale lo spread, nonostante il calo di rendimento del Btp decennale al 3,88%. Il Bund di pari durata chiude una performance migliore (+2,34% il tasso) per un differenziale a 154 punti base (+6,32% rispetto a ieri).

A Parigi, epicentro del sisma politico, il Cac 40 cede il 2,66%, anch’esso penalizzato dalle banche e dai titoli del lusso. Pure Vivendi cede il 3,08%. Il patron Vincent Bolloré sarebbe tra l’altro l’eminenza grigia nel tentativo di federazione dei vari raggruppamenti di destra per le prossime elezioni legislative.

I titoli di Stato francesi crollano e chiudono una seduta (e una settimana) peggiore di quelli italiani. D’altra parte i due paesi sono i più indebitati del blocco. Per l’Oat di durata decennale lo spread con l’omologo tedesco si allarga a 83 punti base (+15,82%) e il rendimento sale al 3,17%.

L’altro capitolo che in questi giorni sta inquietando i mercati sono i dazi sui veicoli elettrici importati dalla Cina che, secondo Bruxelles, dovrebbero entrare in vigore a luglio. Il timore di ritorsioni pesa da giorni soprattutto sui titoli delle case d’auto tedesche, che anche oggi sono in rosso. Francoforte, nel complesso, limita in ogni caso i danni all’1,42%. Madrid perde lo 0,7%, Amsterdam lo 0,64%. Londra guarda con relativa indifferenza i travagli della zona euro e cede solo lo 0,19%.

In leggero calo Wall Street

Oggi è mancata anche la sponda alta di Wall Street, che ha aperto in ribasso, dopo chiusure record a ripetizione nei giorni scorsi per S&P 500 e Nasdaq. A metà giornata i listini sono ancora moderatamente negativi, con il mercato che resta concentrato su alcune mega tech e sui dati macro, in chiave di politica monetaria. Oggi sono arrivati nuovi segnali di indebolimento dell’inflazione, con i prezzi all’importazione del mese di maggio in rallentamento (-0,4% su aprile) dopo lo stesso andamento mostrato dai prezzi al consumo e dai prezzi alla produzione negli ultimi giorni. S’incrina però anche il profilo economico e la fiducia dei consumatori americani, misurata dall’indice Michigan, scende in giungo a 65,6, ai minimi da sette mesi, contro attese di 72.

Questo ha comunque un effetto positivo sui titoli del Tesoro, che mantengono prezzi vivaci e tassi in calo: in questo momento, il rendimento del decennale è in ribasso al 4,219% dal 4,240% di ieri.

Euro e yen in rosso

Il dollaro si rafforza, ma soprattutto l’euro s’indebolisce per un cambio che scivola sotto 1,07 e una perdita settimanale superiore all’1%, la peggiore degli ultimi due mesi.

Arretra leggermente anche lo yen oggi e il biglietto verde si muove al momento a 157,38, dopo che la Banca del Giappone ha mantenuto i tassi d’interesse invariati e ha detto oggi al termine della riunione di politica monetaria, che per il momento continuerà ad acquistare titoli di Stato al ritmo attuale e definirà i dettagli del piano di riduzione nella riunione di luglio.

Inoltre il governatore, Kazuo Ueda, ha precisato che la BoJ sta “prestando molta attenzione” all’impatto della debolezza dello yen sull’inflazione e un rialzo dei tassi a luglio è possibile a seconda dei dati economici.

Tra le materie prime tornano gli acquisti sull’oro e il rialzo dei prezzi è superiore all’1% sia per il future agosto che per lo spot gold (oltre 2331 dollari l’oncia).

Il petrolio tratta in lieve ribasso, ma si avvia a chiudere una settimana positiva.

Piazza Affari, arretrano banche, auto industria

Il settore delle banche è il peggiore, ma non c’è ambito che si salvi oggi in Piazza Affari dove si sono mossi in controtendenza solo Amplifon +1,17% e Inwit +0,31%.

In fondo al listino c’è Unicredit -5,54% e il cono d’ombra si estende anche a Bper -3,96% e Mps -3,45%.

Tra i titoli peggiori del giorno ci sono Leonardo -5,28% e il titolo della regina dei pagamenti digitali, Nexi -3,55%.

Le quattro ruote sono a terra con Iveco -5,12% e Stellantis -4,27%. Il balzo dello spread spaventa le utility, che perdono quota con Hera -4,23%, Enel -3,31%, A2a -3,4%.

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