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Borsa chiusura 13 marzo: la folle guerra dei dazi ubriaca di nuovo i mercati sia in Europa che negli Usa

Imagoeconomica

Dopo la boccata d’ossigeno di ieri è tornata oggi la volatilità sui mercati, ubriacati dalle politiche tariffarie di Donald Trump che ora vuole colpire i vini europei con imposte del 200%. Le borse continentali, altalenanti nel corso della seduta, chiudono in calo, guardando pure all’andamento negativo di Wall Street, dove non basta l’impennata di Intel (+15,45%) a salvare il Nasdaq (-1,27%). Secondo alcuni osservatori sotto questa correzione degli indici di New York c’è qualcosa di più della guerra dei dazi ed è la perdita di carisma degli Stati Uniti nel mondo a causa delle imprevedibili politiche della Casa Bianca, la perdita di un soft power che ha portato soprattutto vantaggi alla prima economia mondiale. 

Piazza Affari perde lo 0,8% e si trova sotto i 38mila punti base appena riconquistati, a prova degli alti e bassi che si continuano a registrare sui mercati. Sul listino milanese la maglia nera del giorno va a Campari, -4,31%, allarmata dalla minaccia di mega dazi.

Il finale non è molto diverso a Francoforte -0,43%, Parigi -0,64%, Amsterdam -0,14%. Londra è piatta, mentre Madrid sale dello 0,36% dopo che ieri è stata l’unica piazza negativa.

Oltre Atlantico Wall Street procede debole a fine mattinata. I produttori di bevande statunitensi guadagnano terreno, ma il comparto dei beni di consumo discrezionali va giù. Tesla e Amazon sono in gran ribasso, al contrario di Intel che brinda alla nomina del nuovo ceo Lip-Bu Tan.

Hai risolto un bel problema, ma poi te ne restano mille…

Per dirla con leggerezza: hai risolto un bel problema, ma poi te restano mille. È un po’ questa la sensazione che si ha guardando l’andamento delle borse in questi giorni. Dopo il ritorno della fiducia visto ieri, alimentato dalle speranze di tregua tra Russia e Ucraina, oggi i mercati sono tornati in modalità di avversione al rischio.

Le ragioni d’incertezza e di timore non mancano. Sul fronte ucraino il presidente russo Vladimir Putin ha aperto oggi a una tregua di trenta giorni, ma solo se questa sarà utile a una pace duratura. Inoltre ci sono condizioni che vuole discutere con gli americani. Fonti del Cremlino osservano che un cessate il fuoco altrimenti servirebbe solo a Kiev per riprendere fiato. 

Intanto in Europa il Bundestag deve valutare il maxi piano per la difesa prima che si insedi il nuovo parlamento tedesco (cosa che avverrà il 25 marzo) e ancora non si sa come andrà a finire. Negli Usa c’è il rischio shutdown e la guerra commerciale sale ogni giorno di tono, tra attacchi e rappresaglie, tanto che il presidente Donald Trump minaccia ora via Truth tariffe del 200% su champagne, vini e alcolici europei se la Ue non ritirerà il dazio del 50% sul whisky.

I dati macro del giorno hanno portato qualche modesto conforto: i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono rimasti stabili nel mese di febbraio, mentre era attesa una crescita. Un andamento che sommato al rallentamento visto ieri per i prezzi al consumo autorizza un cauto ottimismo sull’inflazione, anche se le turbolenze sui dazi potrebbero far ripartire il caro vita. 

In Eurolandia a gennaio la produzione industriale è salita dello 0,8% (+0,3% nella Ue) secondo una prima stima di Eurostat, contro il calo dello 0,4% visto a dicembre (-0,2% nella Ue). Su base annua, rispetto a gennaio 2024, la produzione industriale è rimasta stabile nell’Eurozona ed è diminuita dello 0,2% nell’Unione.

Oro in orbita

Gli eventi favoriscono l’oro, che offre una mano agli investitori in cerca di stabilità. I prezzi anche oggi s’impennano e lo spot gold tratta al momento in rialzo dell’1,53% per un valore di 2978,37 dollari l’oncia.

Secondo invece i prezzi del petrolio; il future Brent maggio 2025 è indicato a 70,25 dollari al barile (-1%). Il dollaro è in lieve recupero contro le valute europee. L’euro cambia sotto 1,09.

Piazza Affari, si rafforza Nexi

In testa al Ftse Mib oggi c’è Nexi, +2,23%, spinta da un report favorevole di Citi a seguito di un roadshow con il management della società. Le banche sono contrastate: prosegue la corsa di Montepaschi, +1,95%, mentre arretra Popolare di Sondrio -1,61%. Sono in rosso anche le big Intesa -1,05% e Unicredit -1,75%.

Nella moda svetta Brunello Cucinelli +1,19% in attesa dei conti, però Moncler cede il 2,75%. Nel settore si registra intanto la notizia che Donatella Versace lascia la direzione creativa del brand e che al suo posto arriva Dario Vitale, ex design and image director di Miu Miu, marchio del gruppo Prada.

Tra le blue chip migliori del giorno c’è Telecom +2,15% e anche le utility sono in ripresa. Leonardo guadagna lo 0,78%, grazie alla copertura positiva di Jefferies e nuovi ordini per 30 elicotteri.

Sul lato negativo del listino, oltre a Campari, ci sono Saipem -3,41%, Stm -2,64%, Buzzi -2,34%, Stellantis -2,29%. Generali perde lo 0,16%, nonostante i conti record del 2024 e il dividendo in rialzo a 1,43 euro. I numeri brillanti però erano attesi e quindi il titolo aveva già festeggiato.

Spread in rialzo

Il mare è leggermente mosso anche sul secondario. Dopo i guadagni di ieri oggi la carta italiana ha perso il terreno conquistato contro la carta tedesca. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si riporta a 108 punti base, con tassi rispettivamente al 3,94% e 2,85%.

Sul primario intanto il Tesoro ha collocato oggi 8,25 miliardi di euro in titoli di Stato con diverse scadenze. Sono stati assegnati 4 miliardi di Btp triennali con un rendimento in aumento di 25 punti base al 2,77%, 1,25 miliardi di Btp a 15 anni con un rendimento del 3,72% e 1,5 miliardi di Btp trentennali con un tasso del 4,70%. Inoltre, sono stati collocati 1,5 miliardi di Btp Green a 10 anni con un rendimento del 3,40%.

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