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Borsa chiusura 12 novembre: a Wall Street si raffredda l’effetto Trump e l’Europa sprofonda. Mediobanca ko (-8,15%)

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La squadra di Donald Trump si va delineando, ma i nomi che circolano, come quello dei “falchi” Marco Rubio e Mike Waltz, spaventano i mercati europei soprattutto in vista dei dazi che colpiranno il Vecchio Continente e la Cina. Una serie di trimestrali deludenti completa oggi un quadro decisamente negativo per le borse continentali che, dopo la schiarita di ieri, chiudono la seduta odierna in profondo rosso in scia ai forti ribassi delle borse asiatiche (Hong Kong -2,84%). 

Piazza Affari perde il 2,14%, zavorrata in primis da Mediobanca -8,15%, sotto scacco a causa di ricavi inferiori alle attese nel trimestre e del taglio delle previsioni sul margine di interesse per l’intero anno.

Le vendite sui titoli del lusso, delusi dagli stimoli cinesi e allarmati dalle scelte della prossima amministrazione Usa, travolgono Parigi che oggi è la piazza peggiore con una perdita del 2,69%.

Non va tanto meglio a Francoforte, -2,13%, con Berlino nel mezzo di una crisi politica e il morale degli investitori tedeschi in ribasso a novembre oltre ogni previsione (a 7,4 punti da 13,1 di ottobre, su stime a 13 punti). Sul Dax pesa il crollo di Bayer -15,11%, scesa ai minimi da quasi vent’anni, dopo aver tagliato le previsioni su utili operativi per l’intero anno.

Le perdite sono forti a Zurigo -1,82%, Madrid -1,79%, Amsterdam -1,49% e Londra -1,23%.  

Wall Street prende fiato 

Diverso è il clima a Wall Street che ieri ha centrato l’ennesimo record e che oggi prende fiato mostrando cali frazionali, dopo una corsa iniziata poco meno di una settimana fa, a seguito del chiaro esito elettorale che ha consegnato la Casa Bianca a Trump. 

Sale però il nervosismo in vista dei dati sull’inflazione, in particolare i prezzi al consumo Usa in uscita domani e che potranno fornire indicazioni su quanto farà la Fed nella riunione di dicembre. Oggi il mercato scommette al 65% su un nuovo taglio per 25 punti base nel meeting del mese prossimo, mentre per il 2025 si è passati da una stima di nuovi tagli complessivi di cento punti base a 80 punti. Così tornano le vendite sui T-Bond e risalgono i rendimenti, con il decennale intorno a 4,38%.

Nell’azionario i realizzi colpiscono Tesla (-2,55%) e altri titoli euforici dopo le presidenziali. Intanto Elon Musk entra a gamba tesa nel dibattito politico italiano, commentando il rapporto governo-magistratura sul trattenimento dei migranti in Albania scrive su X: “Questi giudici se me devono andare”.  

È ancora super dollaro

Resta forte il dollaro, mentre si affievoliscono gli acquisti su altri beni che potranno beneficiare di una nuova presidenza Trump, come il bitcoin attualmente in calo a 86.848 dollari (-1,95%) dopo aver quasi raggiunto i 90 mila nella seduta precedente.

L’euro perde ulteriormente terreno contro il biglietto verde e cambia in calo intorno a 1,06. 

Il dollaro sovrasta lo yen, portando il cross a 154,6.

La nuova età dell’oro promessa da Trump agli Stati Uniti non aiuta però il lingotto, appesantito da un dollaro molto forte. Così lo spot gold tratta anche oggi in calo appena sotto 2600 dollari l’oncia.

Il petrolio si muove senza grande convinzione in progresso, in attesa di indicazioni sui dati mensili dell’Opec.

Il Brent tratta intorno a 72 dollari al barile (+0,24%), mentre il Wti segna al momento 68,19 dollari (+0,22%).

Piazza Affari sotto i 34 mila punti

Per Piazza Affari il bilancio di giornata è profondamente negativo e il Ftse Mib buca al ribasso la soglia psicologica dei 34 punti per fermarsi a 33.621.

Le sole blue chip con il segno più davanti sono Stm +1,09%, Iveco +0,12% e Bper +0,07%.

La conta dei danni parte da Mediobanca, in un settore bancario che non è tra i peggiori anche se Intesa lascia sul campo il 2,45%.

Ad arretrare fortemente sono ancora i titoli del lusso, come Cucinelli -4,78% e Moncler -3,51%.

Alcune azioni che ieri hanno guadagnato oggi tornano pesantemente indietro: Prysmian -5,48%, Amplifon -4,24%.

Vanno giù Telecom -3,81%, Ferrari -3,37%, Nexi -3,17%, Campari -3,03%.

Non ha resistito all’onda d’urto neppure Leonardo -0,39%, titolo che è rimasto in territorio positivo fin quasi alla fine, dopo la notizia, data ieri a mercati chiusi, di un accordo di fornitura accordo di fornitura siglato con Iveco (-0,12%), nell’ambito della neonata Jv Leonardo-Rheinmetall.

Chiude in calo A2a -2,82%, nonostante i buoni risultati trimestrali e il miglioramento della guidance sul 2024.

Spread in lieve rialzo

Le perdite non risparmiano oggi l’obbligazionario. Lo spread tra Btp e Bund entrambi di durata decennale sale a 128 punti base. In chiusura il tasso del titolo italiano è indicato in salita al 3,63%.

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