La pesante battuta d’arresto del lusso europeo rallenta le Borse europee che però si consolano con le parole del governatore della Bundesbank e membro del board della Bce Joachim Nagel su una possibile pausa ai rialzi dei tassi e con i prezzi alla produzione Usa superiori alle stime che potrebbero preannunciare indicazioni positive sull’inflazione, il cui dato – attesissimo – sarà reso noto giovedì.
Bce: il falco Nagel apre a una possibile pausa nei rialzi dei tassi
All’interno del board della Bce, Joachim Nagel è noto per essere il più falco tra i falchi. Ed è per questo che le dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Cnbc a margine della riunione annuale del Fmi e della Banca Mondiale a Marrakech, hanno attirato l’attenzione di investitori e analisti. “La bestia dell’inflazione è ancora presente – ha detto – ma in una certa misura l’abbiamo domata. Stiamo andando nella giusta direzione anche se siamo ancora lontani dal target ma non parliamo più di rialzi dei prezzi in doppia cifra”. “Abbiamo ancora molta strada da fare – ha aggiunto – ma abbiamo già fatto molto. Ora proseguiamo con un approccio basato sui dati e valutato di meeting in meeting”.
Poi, rispondendo alla domanda se sia possibile una pausa dopo 10 rialzi consecutivi, Nagel ha detto che la Bce deve poter utilizzare tutta la flessibilità a sua disposizione e la pausa rientra in una delle opzioni permesse da questa flessibilità. Parole
Chiusura Borsa 11 ottobre: Milano la migliore, Parigi giù con Lvmh
Parole inedite per un falco che hanno riacceso la speranza delle Borse continentali che hanno chiuso la seconda seduta consecutiva in rialzo, eccezion fatta per Parigi (-0,36%), zavorrata dal tonfo di Lvmh (-5,75%) che pesa sull’intero comparto del lusso europeo (Richemont -3,95%, Kering -1,3%, Moncler -2,46%).
Il gigante del lusso francese ha comunicato che i ricavi del terzo trimestre 2023 sono aumentati solo dell’1% (+9% a cambi e perimetro costanti), mostrando dunque un rallentamento rispetto alla crescita a doppia cifra realizzata nei trimestri precedenti. A seguito di ciò, diversi broker hanno tagliato il target price sul titolo: JP Morgan a 835 euro da 870 euro, Rbc a 800 euro da 810 euro, Ubs a 829,4 euro da 837 euro.
Il rialzo delle banche fa bene Piazza Affari, con il Ftse Mib che in chiusura segna +0,36% 28.417 punti, realizzando la migliore performance della giornata grazie all’exploit di Mps (+5,69%) e al buonumore di auto e industria. Sopra la parità anche Francoforte e Madrid, piatta Londra.
A Piazza Affari brilla Mps
Protagonista assoluta della seduta di oggi a Piazza Affari è Mps (+5,69%), che chiude in vetta al listino dopo la richiesta del Pg della Cassazione di non procedere per “inammissibilità” del ricorso contro l’assoluzione, tra gli altri, dell’ex presidente dell’istituto, Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale, Antonio Vigni, e altri ex manager di Rocca Salimbeni. La sentenza dei giudici, al momento riuniti in camera di consiglio, è attesa nelle prossime ore. Nel comparto si mettono in evidenza anche Bper (+2,78%) e Intesa Sanpaolo (+0,77%).
Dopo la partnership sui servizi finanziari siglata con Eurowag è positiva Iveco (+3,1%), seguita a ruota da Stellantis (+2%) che ha annunciato la realizzazione della seconda gigafactory negli Usa nell’ambito della jv con Samsung.
Continua, nel frattempo, il buon momento di Leonardo (+1,49%) e dei titoli energetici: Saipem +1,56%, Enel +1,23%.
Peggior titolo di giornata è invece Diasorin (-3,43%), mentre il settore farmaceutico europeo festeggia il successo di un farmaco anti diabete di Novo Nordisk (+3% a Copenaghen) anche per il trattamento dell’insufficienza renale.
Nel lusso, il tonfo di Lvmh non zavorra solo Moncler: chiudono in rosso anche Brunello Cucinelli (-3,19%), Tod’s (-1,1%) e Ferragamo (-0,5%).
Wall Street viaggia in positivo
Dall’altra parte dell’oceano, mentre prosegue il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, – che avevano toccato i massimi dal 2007 la scorsa settimana, a causa del nuovo conflitto in Medio Oriente – viaggia in positivo Wall Street (Dj +0,26%, Nasdaq +0,65%).
Secondo i dati del ministero del Lavoro, a settembre, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,5% rispetto al mese precedente a fronte di attese pari a +0,3%. La componente “core” è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente, contro attese per una conferma dello 0,2% di agosto. Giovedì sarà pubblicato il dato più atteso, quello sull’inflazione, con diversi esponenti della Fed che negli ultimi giorni hanno lasciato intendere che la banca centrale potrebbe non alzare ulteriormente i tassi.
In questo contesto, sull’azionario, il titolo di Exxon Mobil cede il 4,3% ed è tra i peggiori sullo S&P 500, dopo che il gruppo petrolifero statunitense ha annunciato che acquisterà Pioneer Natural Resources, attivo nella produzione di petrolio e gas di scisto negli Stati Uniti, per circa 60 miliardi di dollari. Il titolo di Pioneer, invece, guadagna lo 0,77%. Ma gli occhi degli investitori sono concentrati anche sul debutto di Birkenstock: la sua Ipo è stata fissata a 46 dollari per azione, per una valutazione di circa 8,6 miliardi di dollari.
Lo spread rimane sotto i 200 punti, calano i prezzi di petrolio e gas
Resta ancorato sotto la soglia dei 200 punti base lo spread, che oggi si attesta a 194 punti a fronte dei 196 della vigilia. Scende anche il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta al 4,64%.
Sono in calo i prezzi del petrolio dopo l’exploit dovuto al conflitto tra Israele e Hamas: il Brent è a 85,36 dollari al barile (-2,61), il Wti è a 83,2 dollari (-3,22%).
Anche se la tensione resta alta, si raffredda anche il gas, con il prezzo del Ttf che ad Amsterdam scende del 6,8% a 46,3 euro al megawattora.