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Borsa chiusura 1° luglio, dopo il voto in Francia i mercati scommettono sul governo tecnico: volano le banche, spread in ribasso

Pixabay

Le Pen vince al primo turno, ma non sfonda e le possibilità di un governo tecnico a Parigi salgono: la prospettiva piace ai mercati europei che, dopo la grande paura delle scorse settimane, oggi festeggiano l’esito elettorale con una seduta in rialzo che inaugura anche il nuovo semestre.

Parigi +1,09% e Milano +1,7%, sono le piazze migliori. D’altra parte sono quelle che hanno maggiormente sofferto, dopo la convocazione a sorpresa di elezioni anticipate in Francia da parte del presidente Emmanuel Macron. Sui due listini chiudono in rally le banche, mentre sul secondario calano gli spread.

La giornata si chiude positivamente anche a Madrid +1,05% e Francoforte +0,33%, quasi incolore Amsterdam (-0,09%). È timida Londra (+0,04%), che si concentra a sua volta sull’appuntamento elettorale in patria. Giovedì anche i britannici saranno chiamati al voto e, al momento, il mercato scommette sulla vittoria dei laburisti.

Incerta Wall Street

In questa estate densa di confronti politici e sbocchi imprevisti, Wall Street si muove oggi poco lontana dalla parità (piatti Dj e S&P 500, Nasdaq +0,29%), mentre scendono le possibilità di un ritiro di Joe Biden nella corsa per la Casa Bianca, dopo il panico creato nel campo dei democratici dal faccia a faccia con Donald Trump. L’ex presidente incassa oggi anche l’immunità parziale concessa dalla Corte Suprema. 

La borsa Usa si muove incerta dopo una serie di dati macro peggiori delle attese e in avvio di una settimana a singhiozzo, perché giovedì Wall Street sarà chiusa per la festa dell’indipendenza. L’ottava è comunque importante sotto il profilo dei dati tenuti in gran conto dalla Federal Reserve, in particolare quelli sul lavoro.

Ci sarà occasione di avere qualche aggiornamento sulle politiche monetarie da Jerome Powell, poiché oggi prende il via a Sintra, in Portogallo, la tradizionale tre giorni del forum delle banche centrali organizzato dalla Bce. La presidente della banca europea Christine Lagarde parlerà in serata e poi domani e mercoledì, mentre il presidente della Fed, Powell, interverrà dopodomani.

Piazza Affari, banche alla riscossa

In giugno le banche hanno pagato il prezzo più alto all’incertezza innescata dal quadro politico continentale e il settore ha perso il 5% circa, ma oggi i titoli bancari chiudono una seduta alla riscossa.

Il migliore del giorno è Mps +6,71%, che resta il perno di una stagione di matrimoni. Tra l’altro domani scade il blocco alla vendita sulla quota residua detenuta dal Mef sull’istituto senese, pari al 26,7%.

A seguire i Bper +5,83%, Unicredit +4,62%, Banco Bpm +3,36%, Intesa +3,18%, Mediobanca +2,92%, Popolare di Sondrio +2,99%. Sono titoli finanziari anche gli altri componenti della “top ten” del giorno: Poste +2,82%, Generali +2,75%, Banca Mediolanum +2,72%. 

In altri settori è rimasta sotto osservazione Telecom, +1,12%, nel giorno del closing della cessione di NetCo a Kkr e che segna una nuova era per l’ex monopolista telefonico.

Nonostante la voglia di azionario, chiudono in controtendenza Prysmian -1,94%, Stm -1,76%, Campari -1,59%, Interpump -1,16%.

Fuori dal paniere principale è in luce Fincantieri +10,79%, alle prese con un aumento di capitale che si chiuderà l’11 luglio. Inoltre il titolo festeggia il nuovo ordine della Marina Militare Italiana per un sottomarino da 500 milioni di euro e la promozione da parte di alcuni broker.

Spread a picco; la manifattura italiana a giugno migliora, unica nell’area euro 

A beneficiare della ritrovata propensione al rischio è anche la carta italiana, che in una Europa forte e coesa trova il suo miglior appoggio. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 150 punti base.

I tassi salgono, ma ad essere sotto pressione questa volta è soprattutto il Bund, che vede un rendimento al 2,6% contro il 4,1% del Btp.

Chiude in verde anche la carta francese. Lo spread tra Oat e Bund arretra a 69 punti base (aveva superato gli 80 punti la scorsa settimana). Il decennale francese mostra un tasso del 3,29%.

Nell’orgia di dati politici, risultano leggermente in secondo piano quelli macroeconomici.

Dalla Germania in ogni caso arriva la notizia che l’inflazione a giugno, secondo stime preliminari, è inferiore al previsto: +2,2% su base tendenziale (+0,1% congiunturale) contro stime al 2,5%. Alla fine del secondo trimestre inoltre il settore manifatturiero tedesco ha subito una nuova battuta d’arresto, benché meno brusca delle attese: l’indice HCOB Pmi si è attestato a 43,5 a giugno, in calo rispetto al massimo quadrimestrale di maggio di 45,4, secondo il dato definitivo.

Il mese scorso inoltre nella zona euro solo l’Italia si è salvata da un peggioramento degli indici. Il Pmi manifatturiero del Belpaese è salito a 45,70 da 45,60 di maggio. Le stime si fermavano al 44,3.

Euro in ripresa, non c’è pace per lo yen

L’euro rialza la testa oggi, dopo l’esito del primo turno elettorale francese. Le forze più “spendaccione”  hanno avuto ottimi risultati, ma la governabilità andrà conquistata al secondo turno e lo stallo è uno scenario possibile, che potrebbe trovare risposta in un governo tecnico secondo molti osservatori, una prospettiva non sgradita ai mercati. La moneta unica riprende forza e tratta al momento oltre 1,073 contro dollaro. Anche la sterlina appare timidamente positiva, mentre lo yen appare schiacciato dal peso del biglietto verde per un cambio a 161,60.

Tra le materie prime si muove in progresso il petrolio: Brent +0,74%, 85,62 dollari al barile; Wti +0,83%, 82,22 dollari al barile.

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