Le borse europee chiudono oggi in ordine sparso una seduta volatile, ma non tutta la colpa è da attribuirsi al presidente della Fed Jerome Powell, che ieri sera ha raggelato le attese su un taglio dei tassi negli Stati Uniti a marzo. Sulla propensione al rischio, nella seduta odierna, si sono fatti sentire infatti i risultati trimestrali di importanti aziende e l’inflazione nella zona euro, leggermente deludente al netto di energia e cibi freschi.
Europa contrastata: crolla Bnp, vola Ferrari
Piazza Affari, cede lo 0,18% (30.689 punti base), ma si è difesa come un leone fin quasi alla fine con Ferrari, +9,21%, sugli scudi grazie a conti record (l’utile supera per la prima volta un miliardo) e a prospettive rosee per il 2024, mentre le voci sull’arrivo di Hamilton al posto di Sainz nel 2025 hanno ulteriormente galvanizzato il titolo. Il settore bancario e le utility però zavorrano il FTSE Mib.
Nel resto d’Europa, la maglia nera va a Parigi, -0,89%, dove Bnp Paribas arretra del 8,77% a causa di utili trimestrali deludenti e dopo aver rinviato l’obiettivo di profitto al 2025.
Segue Madrid, -0,66%, a sua volta appesantita dalla cautela sulle prospettive di crescita del margine d’interesse di banco Sabadell (-2,9%).
Francoforte limita le perdite allo 0,29%, con Deutsche Bank (+2,8) in controtendenza rispetto alle colleghe europee dopo l’annuncio di un taglio di 3500 posti di lavoro, l’avvio di riacquisto di azioni proprie e l’intenzione di pagare i dividendi.
Londra cede lo 0,1%, nel giorno della decisione della Bank of England di lasciare i tassi invariati, mentre Amsterdam sale dello 0,47% grazie alla ripresa del settore tech.
Wall Street positiva in avvio, rally dei T-Bond
Nella mattina americana Wall Street è positiva, dopo le perdite della vigilia, dovute alle vendite sui titoli delle big tech, il sentiment che è peggiorato dopo le parole di Powell. Microsoft (+2,33%) guida oggi il recupero dei titoli dei giganti tecnologici, in attesa delle trimestrali di Apple, Amazon e Meta che arriveranno a mercati chiusi. Arretra invece l’indice KBW Regional Banking (-4,4%), trascinato al ribasso da New York Community Bancorp (-12,5%) che riaccende i timori degli investitori sullo stato di salute delle banche regionali Usa.
Mentre l’azionario procede con prudenza, gli acquisti sono intensi sull’obbligazionario che vede prezzi in rialzo e tassi in ribasso. Il Treasury decennale mostra un rendimento del 3,84% in calo quasi del 3% rispetto a ieri.
L’andamento dell’economia migliore del previsto, il minor fabbisogno di prestito e in qualche misura persino le parole di Powell sostengono il rally dei T-Bond. Il presidente della Fed, lasciando i tassi invariati come atteso (al 5,25%-5,50%), ieri ha precisato che è improbabile un taglio già a marzo, facendo precipitare le scommesse su una mossa a inizio primavera dal 50% circa al 30%, ma le aspettative su un allentamento per l’intero anno sono in realtà salite a 145 punti base. Inoltre c’è uno zoccolo che resiste alla convinzione che il taglio possa arrivare già nel mese di marzo, alla luce dei dati sul lavoro visti ieri e a causa dei timori sullo stato di salute delle banche regionali. Secondo i dati di oggi intanto il numero di lavoratori che per la prima volta ha chiesto i sussidi alla disoccupazione è aumentato oltre le previsioni nella settimana terminata il 27 gennaio.
Inflazione in calo nella zona euro
Potrebbe essere la banca centrale europea la prima ad abbassare i tassi nel mese di aprile, con l’inflazione complessiva che, nel mese di gennaio, è scesa ulteriormente. Purtroppo l’inflazione core ha invece deluso ed è questa a cui guarda con più attenzione la Bce, poiché epurata dagli elementi più volatili come energia e alimentari.
Nel complesso dunque secondo Eurostat i prezzi al consumo nei 20 paesi che condividono l’euro sono scesi al 2,8% il mese scorso dal 2,9% di dicembre, in linea con le attese e sempre più vicini all’obiettivo del 2% fissato da Francoforte. L’inflazione core è invece scesa al 3,3% dal 3,4%, sopra le attese di 3,2%.
In Italia poi, secondo l’Istat, l’indice globale è tornato a salire in gennaio (+0,3% su base mensile +0,8% su base annua). L’inflazione di fondo ha decelerato da +3,1% a +2,8% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,4% a +3,1%.
Euro in ripresa
In questo contesto l’euro è in lieve ripresa contro il dollaro e tratta in area 1,085. L’andamento è moderatamente positivo anche pre la sterlina.
Tra le materie prime è positivo il petrolio, con il Brent a 81 dollari al barile (+0,55%), tornano anche gli acquisti sull’oro e lo spot gold guadagna lo 0,74% a 2054,67 dollari l’oncia.
Arretra invece il gas, intorno a 29 euro al Mwh, con un un calo superiore al 4%.
Piazza Affari in rosso con banche e utility
Piazza Affari perde quota oggi a causa della seduta negativa di banche e utility.
In fondo al listino c’è Monte dei Paschi -3,42%, seguita nel segmento dei finanziari da Finecobank -2,61%, Intesa -2,1%, Unicredit -2,41%, Mediobanca -1,75%.
Le utility sono in rosso con Enel, -2,16%, retrocessa da Jefferies a ‘hold’ da ‘buy’, con prezzo obiettivo ridotto a 6,50 euro da 7 euro.
La seduta è da dimenticare anche per A2a -2,87%, Hera -3,18% e Italgas -1,98%.
Nel comparto salute arretra Amplifon -2,01%.
La breve lista delle blue chip in rialzo muove da Ferrari, seguita da Interpump +2,67% dopo una serie di sedute negative.
Stellantis si conferma in denaro, con un progresso dell’1,34% e dopo uno scambio di battute a distanza tra i vertici dell’azienda e il governo. Per l’ad Carlo Tavares l’accusa di privilegiare gli interessi industriali della Francia rispetto a quelli italiani è “un capro espiatorio, per evitare di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli stabilimenti italiani”. Mentre il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso ha replicato che “se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all’interno dell’azionariato di Stellantis, ce lo chiedano. Se vogliono una partecipazione attiva possiamo sempre discuterne”.
Piccoli passi avanti anche per Cucinelli +0,43% Iveco +0,38%, Saipem +0,23%, Tenaris +0,37%, Prysmian +0,29%.
Telecom (-0,25%), effervescente in mattinata dopo l’annuncio dell’offerta dal Mef per l’acquisto di Sparkle, ha perso progressivamente quota nel corso della giornata.
Spread stabile
Una certa volatilità si è registrata anche sul secondario italiano, che chiude infine positivo e con tassi in ribasso. Lo spread tra Btp e Bund decennali si ferma a 160 punti base e i rendimenti arretrano al 3,71% e 2,11%.