Occupazione e salari vanno a gonfie vele negli Usa, il dollaro si apprezza e le Borse restano incerte. Piazza Affari chiude in calo dello 0,39%, 20.447 punti: negativi i titoli finanziari; dietrofront per Atlantia, -2,15%, dopo un giorno di respiro; bene la moda con Ferragamo +2,24% e Moncler +1,32%; positiva Telecom +1,07% in seguito all‘avvio della vendita di Sparkle. Lo spread fra decennale italiano e tedesco risulta poco mosso, -0,24%, 248.90 punti; il rendimento del benchmark tricolore scende al 2,88%.
In ordine sparso gli altri listini europei: Francoforte +0,04%, archivia una settimana negativa e resta sotto i 12.000 punti. Fra i titoli Deutsche Bank perde l’1,47% a seguito della decisione del primo azionista, la società cinese Hna, di vendere la sua quota; Madrid -0,41%; Parigi +0,16%. Fuori dalla zona euro Londra perde lo 0,61%, mentre Zurigo si apprezza, +0,3%.
Anche Wall Street, dopo un’apertura negativa, risulta contrastata. Il Nasdaq tenta il rimbalzo, nonostante il tonfo di Tesla (-9%). Il titolo dell’azienda produttrice di auto elettriche soffre l’addio di due manager.
Lo S&P500 risulta piatto; il Dow 30 è debole.
La nuvola dei dazi incombe carica di pioggia sui mercati, con la nuova tranche per 200 miliardi di prodotti cinesi approvata stanotte negli Usa (senza date precise), ma a orientare listini e monete provvede soprattutto, nella mattinata americana, il job report di agosto.
La nave va: è infatti il 95esimo mese di fila che negli States aumentano gli occupati (201mila posti di lavoro in più contro 192mila attesi), anche se ill tasso di disoccupazione resta al 3,9%. I salari mettono a segno addirittura il maggior incremento annuale in nove anni. Questo rafforza la prospettiva di un rialzo dei tassi da parte della Fed il 26 settembre prossimo e pone un interrogativo su possibili strette ulteriori. A seguito di questi dati il dollaro si rafforza contro le altre principali valute. Il cross con l’euro è nuovamente sotto 1,16 in area 1,157.
Fra le materie prime il petrolio è poco mosso, con il Brent a 76,52 dollari al barile. L’oro soffre la ripresa del biglietto verde e cede lo 0,2%, portandosi a 1197.66 dollari l’oncia.
Sul Ftse Mib fra i titoli migliori si collocano Recordati +1,13% e Ferrari, +0,83%, quest’ultima nel giorno dell’assemblea del dopo Marchionne con la ratifica di Louis Camilleri in sella al cavallino rampante. Piatta Fca, +0,07%, con l’assemblea per la conferma di Michael Manley alla guida. Exor, cassaforte degli Agnelli, cede invece il 2,02%, all’indomani della presentazione dei conti del primo semestre. Le vendite colpiscono Prysmian, -2,09%; Banca Generali -1,84%; Banca Mediolanum -1,64%.
Fra i titoli minori la Juventus segna il suo record storico a 1,409 euro per azione. Con Ronaldo in campo la società bianconera porta ai massimi storici anche la capitalizzazione di mercato, oltre quota 1,35 miliardi di euro, più che doppia rispetto a giugno quando era 620 milioni.