E’ Dmail Group, società che opera nei settori del media commerce e dei media locali, la maglia rosa assoluta della Borsa italiana nel primo trimestre 2013. La società, che nella prima settimana di marzo ha raggiunto un accordo con la Rotosud (il cui socio di riferimento è Vittorio Farina) per la sottoscrizione di parte dell’aumento di capitale di complessivi 13,78 milioni di euro, ha messo a segno dall’inizio dell’anno un rialzo del 130% . Complice del successo, la strategia di mera speculazione che caratterizza la cosietà. Seguono poi, a grande distanza, nella classifica dei maggiori rialzi 2013 le azioni Edison Rsp (+63%), Safilo Group (+61%), Ikf (+56%) e Snai (+55%).
Il mese di marzo ha in parte consolidato il trend avviato dall’inizio dell’anno soprattutto per quanto concerne le performance di Safilo e Dmail che hanno incamerato un altro rialzo del 25%. Ma la regina di Borsa dell’ultimo mese è stata la banca Intermobiliare che ha registrato un rialzo del 38% sulle ali delle voci di una sua cessione da parte dell’azionista di riferimento Veneto Banca a colosso svizzero Ubs.
Sono tutti rialzi particolarmente significativi se si considera l’infelice andamento della Borsa italiana dall’inizio dell’anno, che si è rivelata una dei peggiori listini d’Europa per le risorgenti incertezze politiche e le tensioni nate sui mercati finanziari a seguito della crisi di Cipro. Tensioni che hanno investitito direttamente le banche italiane che, come si sa, rappresentano il cuore del listino di piazza Affari.
La peggiore performance della Borsa milanese nel primo trimestre è invece appannaggio di Seat Pagine Gialle che paga, con un ribasso del 63%, lo stato di dissesto e di sostanziale insolvenza cui la società è giunta dopo la spoliazione effettuata dai fondi che anno dopo anno l’hanno scalata a debito. All’inizio di febbraio Seat si è ritrovata nell’impossibilità di rimborsare un’obbligazione in scadenza e – appena la notizia è venuta fuori – il titolo è precipitato. In due, tre sedute ha perso quasi il 60% arrrivando a un valore di 0,007 euro. Il Tribunale di Torino il 1 marzo ha concesso alla società un termine di 120 giorni per la presentazione della proposta di concordato preventivo. In netto ribasso Antichi Pellettieri (-36%), Telecom Italia Media (che, con un -36% sconta la cessione de La7 e il conseguente sgonfiamento del titolo), Banca Carige (-33%, su cui il mercato ha molti dubbi sopo la recente ispezione della Banca d’Italia e lo scorporo di una parte degli sportelli) e Banca Popp Etruria e Lazio (-25%).
Nel corso del mese oltre a Telecom Italia Media (-41%), hanno perso quota Gemina Rsp (-28%, per il concambio legato alla fusione con Atlantida) e poi Ergycapital (-27%), il Banco Popolare che ha presentato conti inferiori alle attese del mercato (-21%) e Antichi Pellettieri (-21%).