La Borsa di Milano resta spumeggiante e chiude a +2,1%, dopo il forte rialzo di ieri, trascinata sugli scudi ancora dalle banche che restano sulla cresta dell’onda e segnano incrementi importanti: Mps +10,79%; Bper +10,41%; Unicredit +9,42%. Il Ftse Mib sfonda il tetto e si porta a 18.130 punti base. Gli hedge, dopo aver intascato ricche plusvalenze puntando sul ribasso pre-referendum, ora investono a piene mani sulle banche approfittando dei prezzi convenienti e del salvataggio di Mps in vista.
L’intero comparto a livello europeo vive una giornata brillante, alla vigilia della riunione della Bce e delle indicazioni di politica monetaria che arriveranno dal presidente Mario Draghi. L’attenzione è rivolta in particolare alle decisioni sull’estensione o meno del programma di acquisto di bond oltre la scadenza di marzo. Spread ancora in calo: -2,93%; 155.50 punti base; rendimento 1,91%.
Fra i listini del continente svetta Francoforte: +1,96%, dove brilla la stella Deutsche Bank, considerata fino a pochi mesi fa la grande malata d’Europa. Della multa da 14 miliardi di dollari inflitta dalle autorità statunitensi al colosso germanico però non si parla più da tempo, forse perché l’attenzione dei media è stata attratta da altre news, come l’elezione del presidente Usa, il referendum italiano e il ballottaggio austriaco. Fatto sta che in questo cono d’ombra informativo il titolo, che a settembre era sceso sotto la soglia dei 10 euro, ha recuperato in queste settimane più del 60% del suo valore. Giornata positiva per Londra, +1,81%; Parigi, +1,36%; Madrid 0,75%.
Wall Street parte in sordina, ma poi recupera e dopo l’ennesimo record di ieri del Dow Jones, l‘11esimo dalla vittoria di Donald Trump, il listino si porta di nuovo in zona top. Positivo S&P 500, mentre Nasdaq viaggia poco sotto la parità.
Tra le materie prime, brent in calo (-0,57%) a 53,62 dollari al barile. Il presidente russo Vladimir Putin si è detto pronto a fare la sua parte sul piano tagli, ma restano i dubbi sull’effettivo impatto che la riduzione decisa dall’Opec avrà sull’eccesso di offerta. I dati settimana Usa usciti oggi indicano comunque scorte di greggio in calo più del previsto, ma scorte di benzina in aumento.
Tornando al Ftse Mib: in luce i bancari, tenendo conto che dall’estate i titoli del settore hanno perso il 49%, contro una media del 13% a livello continentale. Il ministero dell’Economia smentisce che siano in preparazione richieste al fondo European stability mechanism; mentre l’ansa riferisce che in parlamento si lavora a un decreto ‘omnibus’ per il settore, con in primis l’intervento pubblico su Mps, nel rispetto delle norme europee: “o l’acquisto dei bond subordinati o una ricapitalizzazione via prestito oneroso”. Strumenti che potrebbero essere validi anche per altre situazioni di crisi”. Il decreto affronterebbe anche il tema delle banche popolari e il governo potrebbe prorogare la scadenza o alzare la soglia.
Mentre il titolo Mps vola (+10,79%), dopo gli incontri di ieri in Bce, che avrebbero consentito alla banca di guadagnare un po’ di tempo, oggi si è riunito anche il cda, nella sede milanese della banca, per fare il punto della situazione con gli advisor finanziari JpMorgan e Mediobanca.
In rally Unicredit, in vista del piano che presenterà martedì a Londra e dopo l’annuncio dell’esclusiva per la cessione di Pioneer. Pioggia di acquisti su Bper, Banco Popolare +6,38%, Bpm +6,29%, Mediobanca +4,80%; Ubi Banca +4,69%
Fra i finanziari svetta Generali +7,33%. Negli altri settori ben comprata Telecom Italia +5,08%. Qualche realizzo su Luxottica -1,39%, Campari -1,15%, A2A -1,35%, Prysmian -1%.