BRASILE-ASIA SPINGONO IN ALTO LA FIAT
SI PROFILA L’ ASSE GLOBALE CON SUZUKI
La samba di Dilma mette allegria al Lingotto, alle prese con la depressione del mercato europeo delle quattro ruote. Anche stamane, infatti, Fiat + 4% rappresenta il top degli acquisti di Piazza Affari. La ragione sta nelle notizie, ampiamente riportate dal Financial Times, in arrivo dal Brasile, ove il presidente Dilma Roussef sta per presentare un pacchetto di misure di rilancio dei consumi focalizzato sul settore auto, per contrastare la frenata del 3% delle immatricolazioni nel periodo gennaio-aprile 2012. Il piano mette in campo misure quali la riduzione delle imposte e dei depositi cauzionali, nonché una maggiore facilità di accesso al credito. Un’ottima notizia per il gruppo, visto che il Brasile rappresenta circa il 20% dei ricavi di Fiat.
Ma dietro il boom della casa torinese in Piazza Affari potrebbe esserci anche un salto di qualità nelle relazioni tra il Lingotto e la Suzuki. E’ la tesi avallata dagli analisti di IHS Automotive e di Cyrrus ripresa sia da Reuters che da Automotive News. All’origine c’è la prossima fine dell’accordo di distribuzione in India delle vetture Fiat attraverso la rete dei concessionari Tata Motors, un matrimonio presto interrotto dopo che Ratan Tata, membro del cda Fiat, ha scelto di affidare la guida delle attività automotive a Carl-Peter Foster, ex ceo di Opel, in pessimi rapporti con Sergio Marchionne fin dai tempi del mandato deal tra Torino e la casa tedesca targata Gm. Fiat, come è noto, ha così deciso di curare in proprio la commercializzazione dei marchi del gruppo Fiat/Chrylser nel subcontinente indiano. Ma qui potrebbe tornare assai utile l’asse con Suzuki, a sua volta impegnata in un fragoroso divorzio da Volkswagen, che detiene il 20% circa della casa giapponese, leader di mercato in India con il marchio di casa e quello Maruti. Fiat e Suzuki vantano una relazione pluridecennale: la Fiat 16 è prodotta dalla casa giapponese nell’impianto ungherese e il Lingotto ha bruciato la concorrenza di Wolfsburg nella fornitura di motori al gruppo. L’allargamento della JV, secondo gli analisti, aprirebbe alla Casa giapponese ulteriori possibilità di accedere alla gamma motori della Fiat e – precisa Automotive News – potrebbe spalancare a sua volta alla Suzuki il promettente mercato del Brasile, dove la leadership è della Fiat. “Un matrimonio tra Suzuki e Fiat – ha detto Deepesh Rathore, direttore della IHS Automotive per l’India – sarebbe win win per entrambe le Case, con infinite possibilità di sviluppo”.
Per Fiat il vantaggio è ancor più evidente. Mentre l’operazione Chrysler ha rafforzato Fiat negli Stati Uniti – ribadisce Automotive News – l’Asia è ancora marginale per il Gruppo torinese con appena il 3% delle vendite nel 2011. Né Suzuki, che a sua volta si sta separando definitivamente dall’ex socio Volkswagen, né Fiat hanno commentato le affermazioni degli analisti e degli addetti ai lavori indiani. Nell’anno fiscale che in India si è concluso lo scorso 31 marzo Maruti Suzuki ha venduto nel mercato interno 855.730 vetture. Nello stesso periodo Fiat ha venduto in India attraverso Tata 16.073 veicoli, con un calo del 24%, a fronte di un incremento medio del 2,2% del mercato auto. “E’ evidente – ha detto Ashvin Chotai, direttore di Intelligence Automotive Asia – che la cooperazione con Tata non ha funzionato. Specialmente dopo aver acquisito Jaguar Land Rover, Tata ha altre cose di cui occuparsi”. Per Jiri Simara, analista di Cyrrus a Praga: “Per Fiat Suzuki potrebbe rappresentare per l’Asia ciò che Chrysler è stata negli Stati Uniti, un approccio facile ad un mercato ricco. E Fiat ha molte cose da offrire a Suzuki – ha concluso Simara – perché ha ancora un nome importante e molte tecnologie a cui Suzuki è interessata”.