La Consob ha deciso di vietare per oggi e domani le vendite allo scoperto sui titoli di Banco Popolare. Il divieto, informa la Commissione in una nota, è stato adottato in applicazione dell’articolo 23 del Regolamento comunitario in materia di short selling, tenuto conto della variazione di prezzo registrata oggi dalle azioni dell’istituto, superiore alla soglia del 10%.
Viene così estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, già in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre scorso in virtù del Regolamento Comunitario.
Nel primo pomeriggio il titolo di Banco Popolare – che in apertura aveva avuto difficoltà a fare prezzo – viaggia in rosso di oltre 12 punti percentuali, nettamente in coda al Ftse Mib.
Il crollo si spiega con la perdita di circa 600 milioni di euro registrata nel 2013 e soprattutto con l’aumento di capitale da 1,5 miliardi annunciato venerdì sera dall’istituto. L’operazione sarà lanciata entro aprile, anticipando la prossima ondata di ricapitalizzazioni legate agli esami europei.
L’aumento sarà garantito da due global coordinators, Mediobanca ed Ubs, che hanno giù firmato un preaccordo per rilevare l’eventuale inoptato.
Il Banco brucia così sul tempo Mps (3 miliardi) , Bpm (500 milioni) e Carige (800 milioni) per citare gli istituti che senz’altro dovranno bussare nei prossimi mesi al mercato.