Inizia bene la settimana delle Borse europee. A metà giornata Piazza Affari guadagna il 2,6%, maglia rosa davanti a Francoforte (+1,8%), Parigi (+1,6%) e Londra (+1,2%), che paga l’incertezza per il referendum che si terrà a giugno sulla eventuale uscita del Paese dall’Unione europea. Per il momento, quindi, gli operatori non sembrano allarmati dagli ultimi dati negativi sull’andamento dell’industria nell’Eurozona.
Al contrario, gli acquisti arrivano in scia al balzo di Shanghai (+2,35% in chiusura), sostenuto a sua volta dalla rimozione del presidente dell’Autorità di regolazione dei mercati Xiao Gang, chiesta da numerosi investitori per la cattiva gestione della recente crisi di Borsa. Il nuovo numero uno della Consob cinese è Liu Shiyu.
Chiusure positive anche per l’indice Hang Seng di Hong Kong (+0,93%, che compensa le perdite di venerdì) e per il Nikkei della Borsa di Tokyo (+0,9%).
Sul Ftse Mib si distinguono i titoli bancari: i migliori sono quelli di Bper (+6,6%), Mps (+4,9%) e Ubi (+4,6%), seguiti da Unicredit (+4,4%), Intesa (+1,9%), Mediobanca (+3,9%), Bpm e Banco Popolare (entrambe +4,3% nella settimana decisiva per la fusione, che potrebbe essere annunciata questo weekend).
Alla corsa delle banche corrisponde il raffreddamento dello spread fra Btp e Bund, in calo dell’8,37%, a 127 punti base.
Sugli scudi anche Saipem (+5,7%), dopo la notizia che il consorzio di garanzia dell’aumento di capitale verserà 427 milioni alla società, che dunque riuscirà a raccogliere i 3,5 miliardi fissati come obiettivo.
Telecom Italia +4,4% in scia agli ulteriori acquisti da parte di Vivendi, salita al 22,8% del capitale e sempre più primo azionista.
Lo stesso gigante francese delle telecomunicazioni sarebbe interessato anche all’acquisto di Mediaset Premium e le indiscrezioni spingono il titolo in Borsa del Biscione (+2,35%). L’alleanza potrebbe poi coinvolgere anche Telecom Italia, in un’ottica di convergenza TV-Telecom. Intanto, a Parigi Vivendi guadagna l’1,47% a 18,28 euro.
Rcs +2,6%: nella giornata che vede il Cda riunirsi per esaminare i risultati preliminari del gruppo editoriale, Mediobanca Securities emette una nota in cui conferma il giudizio neutral, con un prezzo obiettivo a 0,96 euro.
In rialzo anche Eni (+2,2%), dopo il via libera dell’Egitto al contratto di sviluppo di Zohr, che sancisce l’avvio dello sviluppo del giacimento di gas situato nella concessione di Shorouk, al largo delle coste del Paese nordafricano.
Incide positivamente sulla quotazione del Cane a sei zampe anche l’andamento del petrolio: il contratto a maggio del Brent sale del 3,04%, a 34.64 dollari, mentre quello ad aprile del Wti viaggia in rialzo del 3,4%, a 32,83 dollari.
Sul versante valutario, l’euro si indebolisce leggermente sul dollaro, con il cambio che scende a quota 1.10562. Ma soprattutto si muove in netto ribasso la sterlina che cede circa l’1% rispetto all’euro a 0,7818 e l’1,7% rispetto al dollaro a 1,4167, dopo che nel weekend il sindaco di Londra Boris Johnson si è schierato fra i favorevoli al Brexit. La valuta Uk rischia così di chiudere la giornata con la peggiore flessione in una sola seduta dal maggio 2010. Da inizio anno infatti il pound è in calo del 3,8% rispetto al dollaro e del 5,7% rispetto all’euro.