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Borsa: banche giù dopo il congelamento delle azioni di Raiffeisen Bank in Russia. La Germania pesa sull’Europa

Imagoeconomica

Borse europee in ribasso per la quinta seduta consecutiva in attesa dei dati cruciali sull’occupazione negli Stati Uniti da cui dipenderà l’ammontare del taglio da parte della Federal Reserve in programma per il prossimo 18 settembre. A pesare sui listini continentali è anche il calo della la produzione industriale in Germania che a luglio è scesa del 2,4%, molto più del -0,3% previsto dagli analisti.

Borsa: Europa in calo, future di Wall Street in deciso ribasso 

In questo contesto Francoforte cede lo 0,48%, mentre Parigi è in calo dello 0,23% dopo la nomina di Michel Barnier a primo ministro. Giù anche Madrid (-0,35%), e Amsterdam (-0,5%); fuori dalla Ue Londra segna -0,4%. 

Piazza Affari ha viaggiato per tutta la mattina in terreno negativo insieme al resto d’Europa. Dopo una discesa fino a quasi l’1%, a metà giornata il Ftse Mib cede lo 0,47% a quota 33.525 punti. 

Dall’altro lato dell’oceano i futures sugli indici di Wall Street sono in deciso ribasso in vista del dato mensile sugli occupati non agricoli, considerato cruciale per le imminenti decisioni della Fed sui tassi, dopo che una serie di indicatori macro deludenti hanno alimentato timori sulle prospettive dell’economia globale. Dai dati in uscita oggi dipenderanno le future mosse della banca centrale americana, chiamata a decidere se tagliare i tassi dello 0,25% o dello 0,50%. Nelle ultime settimane gli operatori hanno cominciato a ritenere più probabile una sforbiciata da 50 punti base, un’eventualità a cui al momento il mercato assegna il 41% di chance ma che potrebbe diventare ancor più credibile nel caso in cui il dato sul mercato del lavoro Usa risultasse inferiore alle previsioni.

Banche sotto pressione in tutta Europa

In Europa, ma anche a Piazza Affari, a guidare i ribassi sono le banche, sotto pressione in tutto il continente, mentre il mercato valuta l’ipotesi di un allentamento della politica monetaria più rapido del previsto e le ricadute degli sforzi per ridurre l’esposizione a Mosca. Sul fronte russo un tribunale ha congelato le azioni dell’austriaca Raiffeisen Bank International (-5,7% a Vienna) nella controllata locale, impedendone di fatto la vendita. Raiffeisen ha già annunciato che ricorrerà contro la decisione del giudice, che rappresenta il maggior blocco di asset effettuato a oggi nel braccio di ferro tra Mosca e l’Occidente.

A Milano le vendite si abbattono su Bper (-1,93%), Mps (-1,9%), Banco Bpm e Pop Sondrio, entrambe in rosso dell’1,4%. Male anche Intesa Sanpaolo (-1,3%) e Unicredit (-0,66%) che di recente ha chiesto chiarimenti alla Corte di giustizia europea sulle modalità di uscita dalla Russia proprio per evitare espropri da parte di Mosca. 

Nel resto d’Europa, Bnp Paribas perde l’1,5% a Parigi, Barclays il 2% a Londra e Caixabank l’1,5% a Madrid.

A Milano salgono i titoli difensivi

A Milano gli acquisti premiano i titoli difensivi. In vetta al listino ci sono le utility, con Hera (+1,6%), A2a (+1,3%) ed Enel (+0,57%). 

Italgas, che cede quasi l’1%, sembra poco sensibile alle indiscrezioni che indicano un aumento di capitale da 1 miliardo nell’ambito dell’operazione per la possibile acquisizione di 2i Rete Gas.

Dopo i forti ribassi segnati ieri dal lusso globale per le preoccupazioni sulla domanda cinese, Moncler sale leggermente (+0,5%).

Vendite su Saipem (-1,5%), dopo che l’estensione a fine novembre dei tagli alla produzione da parte di otto membri dell’Opec+ non è bastata a dissipare i dubbi sulla debolezza della domanda del greggio.
Fuori dal Ftse Mib, è pesante Prismi (-6,5%) che ha annunciato una ricapitalizzazione per coprire le perdite in eccesso.

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