Scende più del previsto l’inflazione europea, passata dall’1,3% di gennaio a 1,1%. La frenata depone a favore della cautela di Mario Draghi, contrario ad accelerare l’uscita dal Qe che, anzi, potrebbe esser rinnovato oltre settembre, nonostante il probabile prossimo aumento dei tassi Usa.
La notizia conforta i mercati europei che si avviano a chiudere una settimana contrastata. A Milano l’indice Ftse Mib avanza dello 0,3%, attorno a quota 22.800 punti, in linea con Parigi e Madrid. Il listino migliore è Francoforte (+0,5%). Londra +0,25%.
In attesa delle decisioni della Fed, i mercati si interrogano sulle prossime mosse di Trump sui dazi. Sul fronte delle obbligazioni continua la corsa al Bund tedesco: il rendimento è sceso allo O,56%, nuovo minimo da gennaio. I Btp a dieci anni trattano all’1,93% (-2 punti). Poco mosso il cross Euro/dollaro a 1,232.
Il petrolio tratta a 65,20 dollari al barile nella versione Brent.
Dopo la presentazione a Londra del piano industriale ad analisti ed investitori Eni avanza dell’1% attorno ai 14 euro. Il cane a sei zampe ha deliberato la distribuzione di un dividendo 2018 di 0,83 euro per azione in crescita del 3,75% rispetto ai 0,80 euro per azione del 2017. Torna quindi a salire la cedola che era stata tagliata nel 2015 ed era poi rimasta stabile a 0,80 euro per azione. Gli investimenti, 32 miliardi circa negli anni del piano (7,8 miliardi per quest’anno), resteranno sugli stessi livelli del periodo precedente.
Tra i settori europei, poco mossi, si mettono in evidenza Tlc e Banche (+0,5%). Segna il passo Telecom Italia (-0,17%). Il fondo Elliott fa sapere di disporre di una partecipazione tra azioni ed altri “strumenti finanziari” superiore al 5%. In una lettera ai soci il fondo sostiene che “in base alla nostra approfondita analisi riteniamo fortemente che ci possa essere un significativo aumento di valore azionari per gli azionisti se un board indipendente adottasse dei passi per migliorare la direzione strategica dell’azienda”. Vivendi, “aperta” ad ascoltare le ragioni di Elliott, risponde così: “Non è affatto detto che il progetto di smantellamento e destabilizzazione possa creare del valore, a differenza del piano industriale appena proposto da Amos Genish”. L’ad ha già parlato ieri a Parigi con Vincent Bolloré.
Positive le banche: Intesa +1,4% ed Unicredit +0,7%. Il mercato apprezza le regole meno stringenti sulla gestione degli Npl previste dalla UE.
Generali invariata, JP Morgan ha alzato il target a 20,40 euro. Deboli le utilities: Italgas -1%, Snam +0,5%, Enel -1,5%. Ancora negativa Atlantia, che perde l’1,5%.
In forte ascesa due campioni delle costruzioni e dell’impiantistica. Maire Tecnimont (+6%) è tra i migliori di oggi. I broker promuovono i conti.
Salini Impregilo (+8%) rimbalza dopo i conti. Il gruppo delle costruzioni ha chiuso il 2017 con 6,3 miliardi di euro di ricavi, poco sotto le stime. Ebitda a 584 milioni di euro. Perdita netta pari a 107 milioni di euro, ma il risultato rettificato è positivo, pari a 107 milioni. Debito a fine anno a 702 milioni. Target al 2019: ricavi 7,6-8,0 milioni di euro.
Da segnalare però anche il sensibile ribasso di Astaldi (-4,3%) sulla scia dei risultati diffusi ieri a Borsa chiusa. Mediobanca Securities ed Equita sottolineano che i conti 2017 sono stati sotto le attese e che il debito è risultato peggiore delle previsioni. La società ha annunciato l’intenzione di procedere al rafforzamento patrimoniale e finanziario attraverso un aumento di 300 milioni, superiore ai 200 già comunicati.
In evidenza Avio (+5%), che ha presentato dati del 2017 molto buoni: ricavi a 343,8 milioni di euro (+18% anno su anno) ed Ebitda pari a 39,2 milioni. Oggi la società incontra gli analisti.