SCRICCHIOLA LA DIGA DI BTP E BORSA. DOMANI LE ASTE DEL TESORO
AL VIA IL VERTICE DELLA FED: IN ARRIVO UN’INIEZIONE DI LIQUIDITA’
I mercati finanziari hanno avuto una reazione “prevedibile” all’annuncio delle prossime dimissioni del presidente del Consiglio, ma “non bisogna drammatizzare”, spiega lo stesso Mario Monti , perché “il Governo e’ in carica” e “i mercati non devono certo temere un vuoto di decisioni” in Italia. Un concetto che la stampa internazionale ha collegato ad una prossima discesa in campo di Monti come leader, come anticipa il “Financial Times” online che già in serata dava per certo la candidatura del premier.
Per ora le piazze finanziarie hanno dato retta al premier uscente e all’ottimismo di François Hollande, anche lui convinto che, “tempo un mese o due” Monti emergerà come leader in grado di recitare, forte di un suo consenso elettorale, un ruolo da protagonista assoluto. E così nel pomeriggio il tracollo di Piazza Affari e dello spread è rientrato su livelli più “normali” rispetto al disastro della mattinata. Ma la domanda di tutti è: la frana è cessata oppure è destinata a prender velocità?
“Mi aspetto che l’allargamento prosegua fino ai primi giorni del nuovo anno – risponde a Reuters da Londra Alessandro Giansanti, strategist di Ing . La performance di oggi è il risultato del mix esplosivo tra l’annuncio delle dimissioni di Monti e il ritracciamento dopo il potente rally delle ultime settimane: lo spread si era stretto troppo rispetto ai rischi ancora esistenti nella zona euro”. Ovvero, i Big non hanno (ancora) venduto. Ma il prezzo che chiederanno per soddisfare le richieste del Tesoro (circa 100 miliardi di qui a fine febbraio) sarà senz’altro più elevato.
Lo spread contro la Spagna, altra malata della periferia, è stabile a 80 punti base, nel range condiviso dal maggio scorso (tra 50 e 100 punti base).
Domani ci sarà il primo test del mercato con l’asta di Bot annuali da 6,5 miliardi di euro. Giovedì toccherà ai Btp a tre anni (2,25 miliardi) e alla apertura dell’emissione al 2026 (725 milioni).
L’indice Ftse Mib ha perso il 2,2%, era arrivato a cedere quasi il 4%.
Lo spread con il Bund sulla scadenza 10 anni si è allargato di 30 punti base a 352 punti base (324 venerdì scorso): nel corso della seduta era salito fino a 361 punti base. Il rendimento odierno del decennale è pari al 4,82% dal 4,54% di venerdì.
Chiudono poco sopra la parità Londra, Parigi e Francoforte. Madrid ha perso lo 0,7%. I tre indici principali di Wall Street si sono portati in rialzo dopo un avvio incerto: Dow Jones +0,11%, S&P500 +0,03%, Nasdaq +0,3%. Le notizie sulla ripresa economica cinese hanno più che compensato l’effetto dimissioni Monti.
ASIA
Segna il passo il Giappone -0,23%, ormai alla vigilia del voto di domenica. Avanza, con cautela, il resto dell’Asia: Hong Kong +0,12%. Prese di beneficio a Shangai -0,2%, dopo il mini rally della scorsa settimana (+2,7%).
I futures sull’indice S&P segnalano un avvio al ribasso della seduta di Wall Street.
I riflettori sono puntati sull’America, dove oggi comincia l’ultimo direttorio della Fed del 2012: l’Italia è davvero lontana.
AMERICA
Più che l’ipotesi di un ritorno di Silvio Berlusconi per ora pesa in Usa l’incognita di un mancato accordo sul budget. Ormai il tempo stringe per arrivare a un esito positivo dei negoziati in corso fra repubblicani e democratici che aggiri il “fiscal cliff”.
Intanto prende il via il comitato del Fomc, l’organo deliberante della Fed. Si prevede che il meeting, che si chiuderà domani sera, decida il prolungmaneto dell’operazione Quantitative Easing.
Il colosso assicurativo Aig -1,3% scende dopo avere annunciato che dovrà pagare 1,3 miliardi di dollari per risarcire i danni causati dall’uragano Sandy. Si tratta del più alto risarcimento mai pagato da una sola compagnia in Usa.
Inoltre, Aig ha raggiunto un accordo per vendere l’80,1% detenuto in Ilfc, società di leasing di aerei, a un gruppo di investitori cinesi (News China Trust, China Aviation Industrial Fund e P3 Investments) per 4,23 miliardi di dollari con un’ulteriore opzione per cedere il 9,9%.
EUROPA
Si è mosso bene il titolo di Stato greco con lo spread decennale in calo a 1.198 punti base (-56 punti base), non scendeva sotto quota 1.200 dall’inizio dell’agosto 2011. Stamattina il governo di Atene ha annunciato che il buy back ha raccolto titoli per un totale di 26,5 miliardi di euro, pagandoli il 33,4% del valore di facciata. L’obiettivo è arrivare a 30 miliardi per cancellare circa 20 miliardi di debito nominale.
L’euro è in ripresa dalle prime battute di stamattina: il cambio con il dollaro è a 1,293 da 1,292 di venerdì sera. Stamattina era sceso a 1,288.
ITALIA
A un’ora dalla fine della seduta Stm era l’unica blue chip positiva. A fine giornata il bilancio vede sette blue chip in rialzo sulle quaranta che compongono l’indice FtseMib.
Tra queste spicca Mediaset +2%, grazie anche al “buy” di Deutsche Bank .
Pesantissime invece le banche italiane, tutte in fondo alla classifica europea del settore: Unicredit -5%, Intesa -5,1%, Monte Paschi -5,8%, Ubi -4,4%, Banco Popolare -5,7%.
Assicurazioni e società del risparmio gestito non sono molto meglio: Generali -3%, Mediolanum -6%.
In forte calo anche titoli industriali ed utility: Atlantia -3,1%, A2A -3,7%, Enel -2%, Telecom Italia -3,3%, Fiat -3,4%, Finmeccanica -2,1%.
Fa eccezione StM che è salita del 4,3% dopo avere presentato il nuovo piano industriale che ha come punto forte l’uscita entro il 2013 dalla joint venture St Ericsson, che produce chip per telefonia mobile, in perdita cronica viste le traversie del cliente Nokia.
Sale anche Autogrill +1,5% che ha vinto una gara per il rinnovo di alcune licenze per la gestione di duty free in alcuni aeroporti spagnoli e Datalogic +1,7%, favorita da un’operazione nel settore messa in campo da Honeywell .