Dopo un 2018 orribile, Azimut rialza la testa a Piazza Affari e comincia anche a correre. Alle 12,50 di oggi il titolo guadagna il 3,6% a 11,48 euro, realizzando la miglior performance del Ftse Mib. Un balzo che consolida il rally cominciato lunedì scorso: dal 21 gennaio le azioni hanno registrato un rialzo del 12,6% portando il saldo mensile a +20,4%. Una boccata d’aria fresca dopo il crollo ai minimi degli ultimi 5 anni, sotto i 10 euro, e il -40,3% con il quale si è concluso il 2018 – e che è valso il poco gradito primato di peggior titolo del Ftse Mib – anche a causa del cambio al vertice affrontato a fine anno dopo le dimissioni dell’ad, Sergio Albarelli. Il valore delle azioni rimane comunque lontano dai massimi raggiunti nel gennaio del 2018 a 18,9 euro.
Alla base della cavalcata l’annuncio di Azimut relativo alla revisione dei metodi di calcolo delle commissioni sui fondi lussemburghesi. I dettagli dello schema saranno forniti dopo l’ok delle autorità, ma in generale si prevede un aumento delle commissioni di gestione dello 0,5%, e un ribilanciamento delle performance fee. La novità è piaciuta molto al mercato, data la sostituzione di ricavi variabili con introiti più certi.
La performance odierna è spinta anche dall’upgrade di Deutsche Bank che, ha alzato la raccomandazione su Azimut a “Buy” da “Hold”, portando il target price da 15 a 15,5 euro. Secondo gli analisti della banca tedesca, la società guidata da Pietro Giuliani è più vulnerabile nelle fasi critiche per il mercato, data l’assenza di un canale bancario. Nonostante ciò il focus sul reclutamento dei promotori può aiutare a compensare questo problema, così come il nuovo schema sulle commissioni.
In questo contesto, occorre ricordare anche che secondo l’ultima comunicazione Consob (28 gennaio) BlackRock detiene una partecipazione aggregata in Azimut pari al 5,002% del capitale. Nel dettaglio il 2,726% è relativo a diritti di voto riferibili ad azioni, l’1,97% fa riferimento a una partecipazione potenziale relativa ad azioni oggetto di contratti di prestito titoli con possibilità di rientro non prestabilita a discrezione del prestatore o del prestatario, mentre il restante 0,306% è relativo ad altre posizioni lunghe con regolamento in contanti (“Contract for Differences” che non prevedono data di scadenza).