Mercati europei alla finestra in attesa degli appuntamenti di oggi: la riunione della Bce, con l’aggiornamento delle stime trimestrali su crescita e inflazione della zona euro, e la conferenza stampa di Mario Draghi: non meno importante, l’annuncio alle 18 (ora italiana) delle misure sui dazi dell’amministrazione Trump. A Milano l’indice Ftse Mib è in rialzo alle 12 dello 0,25% poco sopra quota 22.500, in linea con Parigi. Negativa Francoforte (- 0,35%), specchio dell’economia tedesca, la più sensibile alle tensioni commerciali. Pesa il dato deludente degli ordini di fabbrica in Germania.
Il cross euro dollaro è quasi fermo a 1,24.
Il tasso del decennale italiano si attesta a 2,06%, restando sotto il massimo da ottobre a 2,14% segnato lunedì. Lo spread con il Bund si attesta a 138 punti base in sensibile miglioramento rispetto ai 154 punti segnati prima del voto.
Il Brent prova a riprendersi dalla brutta chiusura di ieri (-2%), oggi passa di mano in leggero rialzo a 64,50 dollari. A Piazza Affari Eni -0,2%, Tenaris +0,4%. Canada e Messico dovrebbero essere esentati dalle misure protezionistiche che la Casa Bianca dovrebbe annunciare oggi. La società sta realizzando un grande impianto produttivo in Texas, le materie prime dovrebbero arrivare dal Messico.
In evidenza le energie rinnovabili. Erg (+6%) ha presentato il piano industriale al 2022, i dati del 2017 e la cessione di un parco eolico da 47,5 MW situato nell’Irlanda del Nord. L’Ebitda è stimato a mezzo miliardo di euro nel 2020. Il dividendo è stimato in crescita a 0,75 euro. Falck Renewables +3%.
Sotto i riflettori di Piazza Affari la riscossa di Mediaset (+6,94%) alimentata dalle grandi manovre su Telecom Italia (+2,5%), al centro di varie opzioni strategiche: il presidente Arnaud de Puyfontaine ha sostenuto in un’intervista che una fusione tra Tim e la capogruppo delle tv del Biscione “avrebbe molto senso”. È dubbio però che la scelta di puntare sull’evoluzione in una Media company sia condivisa dal fondo attivista Elliott, probabilmente già salito, grazie a derivati e opzioni, al 10% del gruppo e forse di più. La società di Paul Singer, spiegano fonti vicine, non intende scalare Tim ma, attraverso un’operazione ‘market friendly’, sostituire il modello di gestione di Vivendi, non scevro da conflitti di interessi, e fare di Tim una vera e propria public company con un management indipendente. Per questo darà vita a una ‘proxy fight’ allo scopo di battere in assemblea Vivendi e sostituire gran parte dei suoi consiglieri con amministratori indipendenti. Uno dei punti fondamentali di Elliott riguarda il futuro della rete e di Sparkle.
Non meno clamorosi gli sviluppi della partita su Abertis tra Atlantia (+4,27% a Milano) e la spagnola Acs (+10% a Madrid). I contendenti hanno confermato lo scoop di l’Expansion: ci sono “contatti preliminari” tra la società del gruppo italiano e quello controllato da Florentino Perez per un’offerta congiunta per Abertis. Le due parti stanno negoziando uno spezzatino della società spagnola sotto Opa per evitare una guerra di offerte.
Banche contrastate. Intesa +0,3%, Unicredit -0,2%. Banco Bpm +1,12%: Goldman Sachs ha rafforzato il buy (target 4 euro).
Nel gestito ancora su Poste Italiane (+2,5%). Azimut +0,6%. Timone Fiduciaria, socio di riferimento con il 15%, ha comunicato stamattina che sta valutando la possibilità di incrementare la sua quota.
Generali (-0,7%) ha avviato la riorganizzazione degli investimenti nel settore immobiliare.
Tra gli industriali avanza Stm (+1,5%). Frenano Fiat Chrysler (-0,7%) e Ferrari (-0,5%).
Brunello Cucinelli +4%. La società ritiene che il 2018 sarà un altro anno di crescita, sia dei ricavi che della redditività.
Nuovo rialzo per Diasorin (+4%), Molmed +2,6%. Brilla ancora la stella della Juventus (+7%), dopo la vittoria in Champions League.