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Borsa, Assonime: 95% società aderisce a codice autoregolamentazione governance

In materia di governance, le società italiane quotate in Borsa cercano sempre più di allinearsi agli standard internazionali. Nel loro undicesimo “Rapporto sulla corporate governance delle società quotate”, Assonime ed Emittenti Titoli sottolineano che quasi tutti gli emittenti hanno scelto di aderire formalmente al Codice di autodisciplina: si tratta di 249 società su 262, pari al 95% del totale.

L’approfondimento sul voto di lista ha messo in luce il limitato utilizzo in Italia di questo strumento. La presentazione di liste di minoranza è in lieve aumento per l’elezione degli amministratori (49% delle società nel 2011, 43% nel 2008) e stabile per quella dei sindaci (47% nel 2011, 49% nel 2008). La presentazione di più liste è frequente presso le società maggiori (67% nel Ftse Mib), soprattutto tra quelle a controllo pubblico (91% dei casi, come nel 2008).

Lo è assai meno (nel 36% dei casi) presso gli altri emittenti. Inoltre metà dei casi nessun socio di minoranza, pur potendo, presenta proprie liste. Per quanto riguarda la composizione di genere, dai dati emerge chiaramente quale sarà l’impatto sulle società della legge sulle “quote rosa”: sono 27 le società con Cda in linea con la quota “di genere” di 1/5 prevista in fase di prima applicazione della legge. Sono invece 6 le aziende, in linea con il requisito ”a regime” di 1/3.

A parità di dimensione degli organi amministrativi, il numero minimo di donne da inserire nei Cda sarà pari a 469 al primo rinnovo, più 351 al secondo. La parte monografica del rapporto analizza le procedure in materia di Operazioni con Parti Correlate adottate dagli emittenti nel corso del 2010 in applicazione del Regolamento Consob.

Dall’analisi delle 262 procedure disponibili è stato possibile ricostruire le diverse soluzioni adottate dagli emittenti. E’ emerso un significativo utilizzo delle esenzioni che il Regolamento riconosce in caso di operazioni ritenute non particolarmente critiche; il 92% delle società ha escluso le OPC di ”importo esiguo”; l’89% delle società ha escluso i piani di compensi basati su strumenti finanziari approvati dall’assemblea; l’87% ha escluso le deliberazioni in materia di remunerazione degli amministratori con particolari cariche e dei dirigenti con responsabilità strategiche.

Il 98% ha escluso le operazioni ordinarie mentre la facoltà di escludere, in tutto o in parte, le operazioni infragruppo è stata sfruttata dal 94% delle società. Nel primo semestre di applicazione sono state approvate 36 operazioni di maggiore rilevanza e si tratta, di norma, di operazioni di carattere finanziario; poco frequenti sono le operazioni con oggetto commerciale e non vi e’ stata alcuna operazione di attribuzione della remunerazione.

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Categories: Finanza e Mercati