Le brutte notizie sul fronte dei conflitti – Obama ha autorizzato l’intervento degli aerei americani sul fronte irakeno contro l’ISIL – hanno più che compensato le buone notizie sul fronte economico. Ierisera i sussidi di disoccupazione in Usa sono scesi ancora e la media delle ultime quattro settimane è la più bassa dal 2006; e in Cina l’export ha battuto tutte le previsioni, con un forte assorbimento dei beni cinesi in Usa e in Europa. L’import è calato, ma questo non è segno di una minore domanda interna; il calo è dovuto principalmente a più bassi prezzi delle materie prime: per esempio, l’import di minerale di ferro è salito del 10% in volume ma i prezzi unitari sono calati del 14,5% (vedi il lancio seguente).
La Borsa cinese ha reagito bene (+0,2%), ma il resto dell’Asia è calato in seguito all’aggravarsi delle tensioni: l’indice regionale MSCI Asia Pacific segna un -1,4% verso la fine della giornata. A Tokyo il Nikkei è bruscamente sceso del 2,7%, anche di seguito al netto rafforzamento dello yen (101,8 contro dollaro). La corsa a beni e valute-rifugio ha rafforzato anche l’oro, che quota 1318 $/oncia. Il petrolio, sensibile alle tensioni in Medio Oriente, ha guadagnato quasi un dollaro, a 97,9 $/b (WTI).I futures su Wall Street danno un S&P500 che, dopo la caduta di ierisera, scende ancora sotto quota 1900 (a 1895).