I venti di guerra si placano e il petrolio crolla, l’oro arretra di oltre un punto percentuale, mentre le borse europee chiudono una seduta volatile, ma alla fine positiva: Milano +0,46%; Francoforte +0,7%; Parigi +0,31%; Madrid +0,15%. Londra è piatta, nel giorno di un incontro sulla Brexit tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il primo ministro inglese Boris Johnson. Wall Street, partita in leggero progresso, migliora dopo l’avvio del discorso di Donald Trump in tv alle 17 sulla crisi iraniana.
Non c’è pace però per Boeing (-1,2%) e i suoi passeggeri, visto che un jet 737-800, della compagnia aerea ucraina, è andato in fiamme poco dopo il decollo da Teheran, provocando la morte 176 persone. L’operazione ‘Soleimani Martire’, cioè l’attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano truppe americane e quelle della coalizione, non ha innescato per ora la temuta escalation fra Usa e Iran, alla luce dei tweet successivi dai toni piuttosto pacati da entrambe le parti. Questo ha restituito fiducia ai mercati, ridimensionato i guadagni di beni rifugio e messo sotto scacco il petrolio.
Il Brent perde il 3,6% e scende a 65,80 dollari al barile; l’oro si muove in calo a 1557,2 dollari l’oncia. Sul fronte valutario arretrano yen e franco svizzero, mentre il dollaro si rafforza anche sull’euro, con il cambio in calo a 1,1113. La seduta di Piazza Affari è dominata da Atlantia, +3,93%, che da Cenerentola si fa regina del listino grazie a ipotesi di un accordo con il governo sulle tariffe e le concessioni, in attesa del piano industriale di Aspi. Secondo il Sole 24 ore un maxi piano di investimenti allo studio di Autostrade per l’Italia potrebbe essere l’ultima carta da giocare per evitare la revoca e il cda di Aspi dovrebbe riunirsi il 16 gennaio.
Prosegue il rally di Leonardo, +2,99%, spinta in questi giorni dalla prospettiva di incrementi nelle spese per la difesa. È ancora in evidenza il risparmio gestito con Azimut +2,42%. Nel lusso primeggia Moncler +2,21%. Fra le banche: Unicredit +1,28%. La blue chip peggiore è Telecom, -2,9%, nonostante JP Morgan abbia portato il target a 72 da 71 cent. Le vendite colpiscono il titolo già da ieri, a causa della notizia sulla presunta corruzione di alti funzionari brasiliani nel periodo 2002-2006.
Pesano inoltre notizie stampa sulla fumata nera nelle trattative per la rete unica con Open Fiber. In calo Poste -1,37%; Fiat -1,27%; Buzzi -1,18%. Si sgonfiano un po’ i petroliferi con Eni -0,8% e Tenaris -0,14%. Stabile l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco resta a 166 punti base, mentre il rendimento del Btp è all’1,39%.