Le utility e le prese di profitto zavorrano Piazza Affari, che chiude l’ultima seduta del 2019 in calo dello 1,06% a 23.506 punti, in linea con le altre piazze europee. Il Dax 30 di Francoforte, che si è fermato alle 14,30, perde lo 0,66%; Parigi -0,91%; Madrid -0,88%; Londra -0,79%. Anche Wall Street, dopo un avvio piatto, si sta muovendo in retromarcia e il Nasdaq è sotto i 9000 punti conquistati per la prima volta nella storia la scorsa settimana.
Le vendite prevalgono, dopo il rally innescato dai passi avanti sui dazi Usa-Cina, anche se il South China Morning Post scrive che il vicepremier cinese Liu He sabato prossimo sarà a Washington con una delegazione per la firma della ‘fase uno’ dell’accordo sul commercio che porterebbe finalmente a un allentamento delle tensioni fra le due super potenze. In queste giornate semi festive, strette fra Natale e Capodanno, si va all’incasso su alcuni titoli dopo i lauti guadagni di un anno d’oro.
Anche Milano può brindare, grazie a una crescita annuale del 30% circa e a una capitalizzazione complessiva salita a 651 miliardi (+20,1% rispetto al 2018). Il titolo più scambiato è stato Intesa, sia per controvalore (61,4 miliardi di euro) sia per contratti (circa 4 milioni). Oggi il titolo della banca è leggermente in rosso, -0,28%, in un comparto che si è mosso in ordine sparso: bene Banco Bpm +1,2%; Ubi +0,62%; Bper +0,65%. Mps, +0,72% dopo la cessione di 1,8 miliardi di euro di crediti deteriorati. Negativa Unicredit -0,75%. La performance più verde è quella di Nexi, +1,31%.
Nel risparmio gestito Azimut si apprezza dello 0,38%, confermandosi la stella più brillante del Ftse Mib, grazie a una crescita annuale del 124% circa. I cali più pesanti della giornata sono per Italgas -3,3%, in compagnia di altre utility come Hera -1,81%. Il comparto soffre per la nuova regolamentazione sulla distribuzione del gas e sul settore dell’elettricità deciso dall’Autorità venerdì scorso. Banca Imi calcola che, rispetto al precedente periodo regolatorio, questa decisione “dovrebbe impattare sull’Ebit consolidato 2020-2021 per circa l’1% rispetto alla stime per Italgas e Ascopiave e meno dell’1% per Hera e Iren”.
È negativo il settore automotive con Ferrari -2,7%; Exor -1,96%; Cnh -1,77%; Fiat -1,76%. Prosegue la fase no di Unipol -2,41%. Atlantia cede l‘1,7%, oppressa dalle complicazioni sulle concessioni autostradali. Fuori dal listino principale resta in evidenza il calcio, con la Roma in rialzo del 3,5%, dopo la conferma delle trattative per la cessione della società. Brinda anche la Lazio, +7,37%.
L’anno si chiude con uno spread in miglioramento: il differenziale fra decennale italiano e tedesco scende a 159 punti base (-2,2%) e il rendimento del Btp si ferma a 1,41%. Sul primario, nell’asta a medio-lungo di oggi, la prima a regolamento 2020, il rendimento del decennale è però salito: cedola 1,35%, da 1,29% dell’ultima asta, ai massimi dallo scorso luglio.
L’euro recupera posizioni contro il dollaro e si muove in rialzo a 1,219. Secondo alcuni analisti il biglietto verde, come bene rifugio, è scoraggiato dall’ottimismo sui dazi. L’oro è piatto, ma su livelli alti a 1518,75 dollari l’oncia. Si sgonfia leggermente il petrolio: Brent -0,4%, 66,60 dollari al barile.