Mario Draghi prevede una recessione “quasi sicura” entro la fine dell’anno sebbene “non profonda né destabilizzante” vista la buona salute del mercato del lavoro. Ken Griffith, il mitico numero uno di Citadel, è più pessimista: il mondo, dice, ha ormai esaurito il dividendo della pace e si avvia verso una contrastata de-globalizzazione. Gli fa eco in sala il premier di Singapore: “non vedo in giro -dice- una sola buona notizia”. Ma i mercati, che annusano aria di cambiamento sul fronte del costo del denaro, non danno retta ai guru: pur con un guadagno modesto, l’indice S&P sale per l’ottava volta di fila, il Nasdaq per la nona. Intanto si ferma la corsa ai rendimenti dei titoli di Stato: il Treasury Note decennale a 4,50%, da 4,58% di ieri. Il Btp decennale scende al 4,47%, lo spread è a 185 punti base. Il rally continua, favorito dal calo del petrolio e da buone trimestrali, ma si ha la sensazione che il Toro avanza sopra una lastra di ghiaccio sempre più sottile.
Future piatti, avanzano le small
• I future dell’Eurostoxx e di Wall Street stamane sono piatti, in lieve calo quelli sul Dax -0.06% e su Londra -0,1%,
• Piazza Affari è salita dello 0,13% a 28.433 punti base grazie al recupero nel pomeriggio.
• A sostenere il Toro ci ha pensato Mps +3,28% dopo un avvito stentato. Anche la banca controllata dal Tesoro ha scelto di non pagare la tassa sugli extraprofitti preferendo accantonare a riserva una cifra due volte e mezzo superiore.
• Ieri è proseguita la sovraperformance degli indici Ftse STAR (+1%) e Ftse Mid Caps (+1%) rispetto al FTSEMIB (+0,1%), evento che conferma il risveglio di interesse per i titoli di “seconda fascia”.
Btp ai minimi. Il monito della Bundsbank
• I rendimenti decennali di Bund e Btp sono scesi sui minimi da settembre. Bund tedesco a 2,62% da 2,66%, BTP decennale a 4,47%
• Ieri ha parlato uno dei più “falchi” della Bce: l’ultima fase della riduzione dell’inflazione nella zona euro potrebbe essere la più difficile e imprese e governi devono contribuire a evitare un ulteriore inasprimento della politica monetaria della Banca centrale europea. Lo ha detto il numero uno della Bundesbank, Joachim Nagel. “L’ultimo miglio prima di raggiungere l’obiettivo sull’inflazione potrebbe essere il più difficile”, ha detto Nagel parlando a Londra. Nonostante tali avvertimenti, gli investitori scommettono in una riduzione dei tassi di 90 pb nell’Eurozona entro la fine del 2024 da 4,50%.
Walt Disney fa economie, Barbie non salva i conti di Warner
Non sono mancati o colpi di scena a Walt isney in una seduta condizionata dalle trimestrali, specie nel settore media entertainment. Con un utile netto di 264 milioni di dollari e ricavi per 21,24 miliardi di dollari (+5%), Walt Disney ha superato le stime per il quarto trimestre ma ha annunciato tagli nella divisione streaming per fronteggiare l’offensiva dell’azionista activisto Nelson Peltz.
La notizia più clamorosa arriva da Warner Bis/Discovery: nonostante il clamoroso successo del film Barbie, il titolo crolla assieme a Paramount -7,9% per l’andamento deludente della raccolta pubblicitaria. Giù anche Robinhood -14,3% dopo il calo del trading nel terzo trimestre.
Arriva il farmaco anti-ciccia di Eli Lilly
Scende in campo Eli Lilly per la conquista del mercato della lotta all’obesità. Il rivale Usa della danese Novo Nordisk ha annunciato ieri la nascita di Zepbound, il farmaco per perdere peso derivato dai prodotti per combattere il diabete. Il trattamento resta molto costoso ma meno del Wegovy prodotto dalla casa danese: 1.060 dollari al mese contro 1.349. Si calcola che le potenziale di questo mercato su aggirino sui 100 miliardi di dollari, comprese le ricadute su un ampia fascia di attività.
Il mercato scommette. Primo taglio a maggio
Altro importante balzo in avanti dei prezzi dei Treasury. Ne consegue che il rendimento del TNote decennale è sceso a 4,50% da 4,60%. Biennale a 4,90%. Il presidente della Fed Jerome Powell parlerà nuovamente stasera. Nell’intervento di ieri non ha fornito commenti sulla politica monetaria. I mercati scontano un primo taglio di un quarto di punto percentuale al Fomc di maggio, con una probabilità che sfiora il 50% dal 41% di una settimana fa.
Cina, la deflazione torna a mordere
Stamattina in Asia Pacifico, il Nikkei è in rialzo dell’1,50%, Kospi di Seul +0,4%, S&P ASX200 di Sidney +0,3%, piatto l’indice BSE Sensex di Mumbai. Intorno alla parità i mercati azionari della Cina. Hang Seng di Hong Kong -0,3%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,1%.
La Cina scivola in deflazione a ottobre. I prezzi al consumo segnano una contrazione annua dello 0,2%, contro il dato invariato di settembre e le stime a -0,1%, mentre i prezzi alla produzione cedono il 2,6%, in accelerazione sul -2,5% del mese precedente e meglio del -2,6% di consenso degli analisti, portando la deflazione a 13 mesi consecutivi. Lo scenario tracciato dai dati dell’Ufficio nazionale di statistica complicano gli sforzi del governo centrale per portare l’economia su assetti più stabili di ripresa, considerando che anche su base congiunturale i prezzi al consumo hanno subito una contrazione dello 0,1% (era di -0,2% a settembre).
Bitcoin sempre più su, il petrolio va giù
Da segnalare il Bitcoin in rialzo a 36.500 dollari si oltre il +3%, portandosi su livelli che non vedeva da maggio 2022. Il ritorno della propensione al rischio continua evidentemente a premiare l’asset più rischioso in assoluto.
Continua invece il calo del petrolio: Brent sotto gli 80 dollari, Wti a 75,5 dollari. Avvio di seduta poco mosso dal -2,5% di ieri. In un paio di sessioni il petrolio ha perso oltre 5 dollari al barile, scivolando sui minimi da luglio. Intanto, l’American Petroleum Institute (API) stima che le scorte di greggio USA abbiano registrato il più grande aumento settimanale da febbraio, superando gli 11 milioni di barili.
Bper e Credem: altri conti record per le banche. Giudizi positivi su Tim
Tim ha presentato dati del trimestre superiori alle aspettative grazie alla spinta delle attività domestiche. I ricavi dell’Italia sono saliti del 2,2% anno su anno, circa il 3% sopra la stima del consensus. L’Ebitda rettificato è aumentato del 3,6%. Leggermente peggio delle attese il debito, pari a 21,2 miliardi di euro. A livello di gruppo, ricavi in crescita del 3,7% a 4,1 miliardi di euro, Ebitda +6,5% a 1,7 miliardi. Alla luce dell’andamento dei principali segmenti di business il gruppo conferma la guidance già comunicata con l’approvazione del Piano Industriale Tim 2023-2025.
La sempre più corteggiata Nexi chiude il trimestre con ricavi a 872 milioni di euro, +5% anno su anno: l’incremento è in linea con le aspettative. In crescita dell’8% l’Ebitda a 496 milioni di euro, margine al 56,9%, leggermente meglio delle attese.
BPER Banca ha registrato nel trimestre profitti oltre le attese e ha rafforzato la guidance sull’anno grazie anche all’incremento dello spread commerciale conseguente al contesto favorevole dei tassi d’interesse. La banca ha avvertito che l’annunciato piano di riduzione del personale porterà a costi straordinari per 400 milioni di euro. Credem ha chiuso i primi nove mesi con un utile netto consolidato quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Stellantis, insieme a General Motors investirà nella startup Niron Magnetics nell’ambito di un piano per sviluppare magneti per veicoli elettrici senza materiali contenuti in terre rare. Il prossimo nuovo modello di Chrysler sarà un crossover elettrico nel 2025
Altri risultati dei primi nove mesi
Terna ha chiuso con un utile netto del periodo a 641,7 milioni di euro, in crescita del 9,3%, su ricavi pari a 2.247,1 milioni, in aumento del 12,8%.
Per Saras un risultato in calo: 260,7 milioni di euro – 42%.
Tod’s ha archiviato i primi nove mesi dell’anno con ricavi in crescita a doppia cifra in tutti i marchi grazie alla combinazione tra la solida domanda locale e gli acquisti dei turisti.