Gli ultimi dati sul mercato del lavoro sono deboli, ma non indicano che il mercato del lavoro o l’economia siano sull’orlo del precipizio.
Ma è probabile il soft landing per l’economia statunitense. Sebbene questi dati mostrino una certa debolezza, non sono indicatori di una recessione immediata. In primo luogo, è probabile che l’uragano Beryl abbia avuto un impatto significativo sui dati di luglio: la Fed di San Francisco ha stimato che le condizioni meteorologiche avverse potrebbero aver fatto diminuire le buste paga di 15-30 mila unità. Inoltre, se guardiamo alla composizione dei posti di lavoro, notiamo che nei settori ciclici, come il manifatturiero e l’edilizia, il numero di buste paga è aumentato.
Cresce l’attesa di un primo taglio dei tassi
Aumentano però le attese per un taglio di 25 punti da parte della Fed nella prossima riunione di settembre, con due ulteriori tagli probabili nelle riunioni del FOMC di novembre e dicembre. L’atterraggio duro rimane solo un’ipotesi, anche se i mercati continueranno a parlarne a lungo. Il solo fatto di parlarne tarperà le ali ai recuperi di borsa, che ci saranno ma saranno nervosi e bisognosi di continue conferme positive.
La settimana prossima, il dato sull’inflazione sarà ancora più importante, perché darà un’idea di quanto la Fed potrà davvero tagliare in settembre. Per quanto ci siano segni di rallentamento, una parte del mercato ha cominciato a pensare all’inizio di un processo che si concluderà, l’anno prossimo, in una recessione.
L’emittente televisiva Abc ospiterà un dibattito presidenziale tra Donald Trump e Kamala Harris il 10 settembre. Lo ha annunciato la rete tv precisando che entrambi hanno confermato la loro presenza. Durante una conferenza stampa a Mar-a-Lago, in Florida, l’ex presidente Trump si è detto pronto a sfidare la sua avversaria anche il 4 e il 25 settembre su Fox e Nbc. Trump ha anche detto che ci sarà una transizione pacifica “se le elezioni saranno oneste”.
Listini europei in recupero, arrivano i conti degli assicurativi
I listini europei chiudono “solo” in lieve calo, dopo aver toccato in mattinata pesanti ribassi. A favorire il recupero è stato l’avvio intonato di Wall Street (Nasdaq +2,2%) A riportare un po’ di fiducia è stato l’andamento delle richieste per i sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti, nella settimana terminata il 3 di agosto, ferme a 233 mila contro attese oltre 240mila.
Oggi è la giornata dei titoli assicurativi. Nel primo semestre, il Gruppo Unipol, una delle grandi protagoniste del listino con il titolo che è cresciuto del +73% nel 2024 contro +3,3% del FTSEMIB, ha registrato un utile netto consolidato di 555 milioni di euro, con un aumento del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Considerando il contributo delle partecipazioni in BPER e Banca Popolare di Sondrio, l’utile netto ricalcolato si attesta a 632 milioni di euro. La raccolta diretta assicurativa è cresciuta del 10,4%, raggiungendo 8.165 milioni di euro rispetto ai 7.393 milioni del primo semestre 2023.
Generali dimostra una solidità finanziaria con un risultato operativo in crescita dell’1,6%, raggiungendo i 3,7 miliardi di euro, grazie al contributo positivo dei segmenti Vita e Asset & Wealth Management. L’utile netto normalizzato è stato di 2 miliardi di euro, in calo rispetto all’anno precedente a causa di eventi straordinari, ma sarebbe rimasto stabile escludendo questi effetti. Il Solvency Ratio si attesta al 211%, riflettendo una solida posizione patrimoniale nonostante l’acquisizione di Liberty Seguros e il lancio di un programma di buyback di 500 milioni di euro. Il titolo è cresciuto del +16% nel 2024 contro +3,3% del FTSEMIB.
Mercati convalescenti dopo la grande sbornia
Sui mercati restano i postumi della grande sbornia del mese scorso, provocata dal Giappone e dalla corsa all’Intelligenza artificiale”.
Il 31 luglio però la Boj ha cominciato ad alzare i tassi, mentre la Fed sta per muoversi in senso opposto. la Banca del Giappone ha moderato i toni e ha fatto capire che lascerà il tempo per smontare quello che rimane senza farsi troppo male.
Resta invece il tema della doppia “magia americana”: quella per cui gli Stati Uniti non sarebbero mai andati in recessione) e dell’Intelligenza Artificiale (quella per cui i titoli ad essa legati sarebbero saliti per molti anni.
La magia americana è finita, resta il soft landing
Ma la doppia magia americana è davvero finita? Quella più piccola, l’Intelligenza Artificiale, probabilmente sì, almeno per qualche tempo. Il settore guiderà la prima parte del recupero, ma poi si ritirerà in seconda fila fino a quando i ricavi daranno segni di accompagnare sul serio le fortissime spese d’investimento sostenute finora. Resta dunque il tema davvero decisivo, la grande magia del no landing/soft landing americano.
Il dibattito è apertissimo. La Fed di Atlanta stima che al 6 agosto il Pil americano del terzo trimestre stia crescendo a una velocità annualizzata del 2.9 per cento, più surriscaldamento che recessione. I segnali di tenuta dell’occupazione arrivati dal Dipartimento del Lavoro hanno dato sollievo a un mercato preoccupato dalla crescita economica. Il rallentamento resta il benvenuto, perché avvicina il taglio tassi, ma è gradito purché non diventi una frenata preludio dello stallo.
La nostra idea è che, per quanto ci siano segni di rallentamento, prevalga comunque un quadro di soft landing. L’atterraggio duro rimane solo un’ipotesi, anche se i mercati continueranno a parlarne a lungo. Il solo fatto di parlarne tarperà le ali ai recuperi di borsa, che ci saranno ma saranno nervosi e bisognosi di continue conferme positive.