I mercati europei proseguono la settimana ingessati, in attesa di capire l’evoluzione della politica monetaria negli Stati Uniti e in Europa, mentre il petrolio continua a perdere terreno, facendo sperare in una frenata dell’inflazione. Nessuna indicazione sulle prossime mosse sui tassi è venuta oggi dal discorso del presidente della Fed, Jerome Powell, a Washington. Domani si ripete con interventi di Powell e della presidente della Bce Christine Lagarde, così gli investitori restano sulle spine a causa di dichiarazioni poco incoraggianti da parte di molti componenti dei due board. Intanto il presidente della BoE, Andrew Bailey, al FT, ha detto che non vede per ora tagli del costo del denaro all’orizzonte, la politica monetaria dovrà restare restrittiva a lungo in quanto permangono rischi al rialzo per l’inflazione.
Per l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce Mario Draghi, d’altra parte l’economia europea entrerà in recessione entro la fine di quest’anno e la sopravvivenza a lungo termine del progetto europeo dipende da un’urgente accelerazione nell’integrazione del blocco. È quanto lo statista ha detto intervenendo alla conferenza Global Boardroom del Financial Times.
Europa contrastata; Wall Street in lieve calo
Le borse europee chiudono contrastate. Piazza Affari sale dello 0,13% a 28.433 punti base, soppesando la retorica dei banchieri, ma anche guardando alle moltissime trimestrali in uscita in questi giorni. La migliore blue chip del listino è Mps, +3,28%, che ha trovato il segno più dopo un avvio in calo, con i conti migliori delle attese.
Francoforte si apprezza dello 0,49%, Parigi +0,72%, Madrid +0,53%, Amsterdam -0,26%, Londra -0,09%.
Wall Street è in lieve calo a fine mattinata (DJ -0,14%, S&P500 -0,09%, Nasdaq -0,1%), dopo aver centrato ieri (con S&P 500 e Nasdaq) la miglior serie da due anni a questa parte, spinta dalle mega tech e dal calo dei rendimenti dei titoli di Stato. Oggi il Treasury decennale si muove intorno ai valori della vigilia.
Il petrolio accentua le perdite
Il cambio euro-dollaro è poco mosso, in area 1,07. Non trova pace il petrolio, che dopo il tonfo della vigilia, quando ha toccato i minimi da tre mesi, ha preso nuovamente la via dei ribassi e al momento il Brent cede l’1,6%, 80,3 dollari al barile; il Wti segna -2,2%, 75,67 dollari al barile. A pesare sui corsi sono le preoccupazioni relative alla domanda globale, il peso della produzione record degli Stati Uniti e il ridimensionamento della possibilità che l’offerta si riduca sensibilmente a causa del conflitto in corso a Gaza. I prezzi del greggio hanno perso circa il 15% in tre settimane.
Piazza Affari frenata da oil e utility
Piazza Affari si è mossa oggi con i piedi di piombo, zavorrata soprattutto dai titoli petroliferi e dalle utility. In fondo al listino ci sono Tenaris -3,11%, Saipem -2,37% ed Eni -1,24%.
Le utility sono fiacche a partire da Hera, -1,1%, dopo i conti e in scia alle perdite di E.ON (-0,89%), primo operatore europeo di reti energetiche, che ha fatto revisioni deludenti sugli utili della divisione retail nel quarto trimestre.
Dopo i guadagni delle vigilia si sgonfia Recordati, -2,69%. Non trova spunti di rialzo Cnh, -1,73%, reduce da un martedì nero, quando ha abbassato le stime per l’anno in corso e ufficializzato il passaggio al Nyse da gennaio.
Tra le banche s’indebolisce Bper -1,04%, che stasera, a mercati chiusi, presenterà la trimestrale, mentre i conti favoriscono l’affermazione di Mps e di Banco Bpm, che chiude con un progresso dell’1,3% una seduta ad alta volatilità. Sul titolo, nonostante i risultati migliori delle attese, Bofa Global research ha portato la raccomandazione a “Neutral” da “Buy”, anche perché le azioni di Banco Bpm, da inizio anno, hanno guadagnato circa il 46%.
Nella parte alta del listino si trovano anche Iveco +2,64%, Pirelli +2%, Poste +2,13%, Moncler +1,9%, Finecobank +1,85%, Diasorin +1,51%, Stellantis +1,25%, Ferrari +1,09%.
Si restringe lo spread
Il secondario chiude in verde, con lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata in ribasso a 180 punti base (-0,87%) e rendimenti in calo rispettivamente a +4,41% e +2,61%