Le borse europee chiudono la settimana in bellezza, nonostante la volatilità di Wall Street, parzialmente delusa in avvio da un mercato del lavoro che ancora scoppia di salute, favorendo i falchi della Federal Reserve. Al momento però anche gli indici a stelle e strisce sono in timido progresso e le altre Borse festeggiano l’effervescenza della prima economia mondiale.
Il lusso illumina le borse europee
A tenere alto l’umore delle borse europee contribuiscono i titoli del lusso, al traino di Parigi +1,32% e di brand come Lvmh (+3,24%) e Kering (+3,01%). La casa madre di Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta ieri sera ha annunciato un corposo acconto sul dividendo per l’esercizio 2023 di 4,50 euro per azione, portando una ventata di ottimismo nel settore.
Piazza Affari chiude con un guadagno dello 0,94% a 30.403 punti base, guidata da Prysmian +3,08% e Moncler (+2,44%). La regina dei piumini è capofila di una serie di titoli delle grandi firme che si mettono in luce anche fuori dal listino principale, tra cui Ferragamo (+2,37%), Cucinelli (+2,86%), Tod’s (+1,67%).
Nel resto d’Europa è tonica Zurigo, +0,91%, con Richemont (+2,3%).
Sono in rialzo Francoforte +0,79%, Londra +0,54%, Amsterdam +0,71%, Madrid +0,75%.
Wall Street valuta il rapporto sull’occupazione
A novembre le buste paga non agricole negli Usa indicano che i posti creati (199mila su ottobre) sono superiori alle stime degli analisti e questo frena le scommesse degli investitori su tempi rapidi per la riduzione dei tassi d’interesse. La disoccupazione scende al 3,7% (da 3,9%), i salari crescono su base annua del 3,96% e l’inflazione potrebbe restare alta, inducendo la Fed a ritardare (rispetto alle speranze del mercato) eventuali tagli del costo del denaro.
Wall Street sta ancora soppesando questi dati e, dopo un’opening bell stonata, ha cercato nuovi guadagni, ma al momento è piatta. Non basta forse a tenere alto il morale il miglioramento della fiducia dei consumatori redatto dall’Università del Michigan.
Salgono petrolio e dollaro; in rosso l’obbligazionario
Se la prima economia del mondo si mantiene effervescente però ci sono molti vantaggi per tutti. Il primo a festeggiare è il petrolio, che rimbalza, anche se chiuderà la settima settimana consecutiva in perdita. Il Brent si muove intorno 76 dollari barile (+2,6%); Il Wti a 71,20 dollari (+2,7%).
Sale il dollaro. L’euro resta debole contro il biglietto verde per un cambio a 1,077.
Gli effetti negativi dell’atteso rapporto sono evidenti sui titoli di Stato, che vedono prezzi in discesa e rendimenti in salita (il Treasury decennale è oltre il 4,25%, con un’impennata del 3% circa rispetto alla chiusura di ieri). Archivia una seduta un rosso anche la carta italiana e sale lo spread Btp-Bund.
Piazza Affari rialzano la testa i titoli dell’energia
Piazza Affari arriva al traguardo di giornata con quasi tutte le blue chip in rialzo, fatta eccezione per Mps -1%, Diasorin -0,86%, Bper -0,12%, su cui hanno prevalso anche oggi le prese di profitto.
La seduta è stata caratterizzata da scarsi volumi, a causa della festa dell’Immacolata e del fatto che le banche erano chiuse, ma ciò non ha impedito alla maggior parte delle big cap di mettere a segno nuovi guadagni. Tra gli altri rialzano la testa i titoli dell’energia, penalizzati in questo periodo dal negativo andamento del greggio. Eni in particolare si apprezza dell’1,63%.
Sul listino brilla Prysmian, che si è aggiudicata una commessa da Petrobras dal valore di oltre 100 milioni di euro.
Bene Recordati +2,28%, Amplifon +2,03%, Hera +1,99%, Leonardo +1,99%.
Poste Italiane si apprezza dello 0,61%, dopo una mattina in ribasso a seguito di indiscrezioni stampa in base alle quali il governo avrebbe allo studio la cessione del 29,26% del capitale della società attraverso un opv che, probabilmente a sconto rispetto alle quotazioni attuali. Reuters riferisce però che un portavoce del ministero dell’economia smentisce questa ipotesi.
Salgono spread e tassi, mentre è fumata bianca sul patto di stabilità
I tassi dei titoli di Stato della zona euro salgono oggi in scia a quelli statunitensi e al fatto che i ministri delle finanze del blocco non hanno ancora trovato un accordo sul patto di stabilità, anche se la maggior parte dei paesi confida di raggiungere l’intesa entro la fine dell’anno. Dall’Ecofin è arrivato però il via libera alla revisione del Pnrr italiano e a quella di altri paesi.
Sul secondario il Btp decennale sale al 4,04% (dal 3,94%) di ieri, mentre il tasso del decennale tedesco sale al 2,26% (da 2,19%), per uno spread in crescita a 178 punti base (+1,85%).