A metà seduta, le borse europee seguono il trend negativo di Wall Street e risentono della volatilità di Tokyo. Milano registra le perdite più marcate, penalizzata dai settori bancario e tecnologico. Ribassi consistenti anche per Londra, Madrid e Parigi mentre Francoforte cerca di contenere i danni. Dopo il rimbalzo di mercoledì, che aveva interrotto una serie negativa di quattro sedute, i mercati mostrano ora segni di debolezza. I verbali della Bank of Japan (BoJ) mostrano che alcuni membri vedono margini per ulteriori rialzi, nonostante le recenti rassicurazioni del vice governatore Shinichi Uchida, che aveva minimizzato le aspettative di un rialzo imminente.
A complicare il quadro contribuisce la possibilità che la banca centrale australiana aumenti i tassi per combattere l’inflazione nei servizi, mentre crescono i timori di una recessione negli Stati Uniti nel 2025. Inoltre, il massiccio carry trade sullo yen, pari a 250 miliardi di dollari, rappresenta un rischio da monitorare attentamente, poiché la recente volatilità dei tassi e dei cambi potrebbe influenzare le strategie di investimento globali.
L’attenzione è rivolta ai nuovi dati sui sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulla salute dell’economia a stelle e strisce. Gli analisti avvertono che eventuali scostamenti dalle previsioni potrebbero generare movimenti significativi sui mercati.
Europa in ribasso
A Francoforte, diverse blue chip si sono distinte per i risultati trimestrali positivi. Deutsche Telekom ha registrato un progresso del 2,3%, sostenuto da un incremento dei ricavi dello stesso valore e da un utile netto adjusted in aumento del 31,3%. Allianz ha guadagnato l’1,65% grazie a un utile netto in crescita del 7,5% nel secondo trimestre, superiore alle attese. Anche RheinMetall ha chiuso in positivo, con un +0,91%, grazie alla forte domanda di forniture militari che ha spinto sia i ricavi sia il risultato operativo. Siemens, nonostante un aumento dell’utile netto del 50% nel terzo trimestre, ha subito un calo del 16% negli ordinativi, con un impatto minore sul titolo.
A Parigi, invece, la seduta è più difficile: Teleperformance ha perso oltre il 5%, mentre Airbus e i principali titoli del lusso come Hermès, L’Oréal e Lvmh hanno registrato perdite superiori all’1%.
Wall Street debole
Negli Stati Uniti, i futures indicano una leggera flessione prima dell’apertura. Wall Street ha chiuso in calo dopo un’improvvisa inversione: l’S&P 500, che era salito dell’1,5%, ha finito la seduta in ribasso dello 0,8%, mentre il Nasdaq ha perso l’1,1%. Nvidia ha guidato i ribassi con una flessione del 5% e sale l’attesa per i risultati (il 28 agosto). Gli investitori sono preoccupati per i ritorni sugli investimenti nell’intelligenza artificiale e per i deludenti risultati di Super Micro Computer, che ha visto un crollo del 20% del suo valore.
Warner Bros. Discovery ha perso il 9%, con perdite per azione pari a -0,36 dollari, inferiori alle attese di -0,22 dollari. I ricavi, a 9,7 miliardi, sono sotto le stime di 10,07 miliardi.
Il rendimento del Treasury Note a 10 anni è salito al 3,9% dopo un’asta deludente di 42 miliardi di dollari in titoli decennali, emessi al 3,960%, 3 punti base sopra i livelli della fase di raccolta ordini.
A Piazza Affari domina il rosso
A Milano, si salvano solo Nexi ed Enel. Interpump Group si distingue positivamente, grazie all’upgrade di Kepler Cheuvreux, che ha alzato il target price a 45 euro. Ma è il rosso dominare a Piazza Affari. Tra i peggiori Ferrari, Stmicroelectronics e Amplifon. Anche le banche mostrano segni di debolezza: Fineco maglia nera cede il 2,78%. Intesa Sanpaolo e Unicredit perdono lo 0,9%, mentre Banco Bpm cede l’1,23% e Bper Banca scende dello 0,32%.
Tim perde l’1,24% nonostante l’acquisto di 430mila azioni da parte del ceo Pietro Labriola. Male anche il settore del lusso, con Moncler e Brunello Cucinelli in calo di oltre il 2%.
Azimut perde lo 0,96% nonostante l’aumento dell’obiettivo di raccolta netta per il 2024.
Sempre fuori dal paniere principale, De Nora crolla del 9,48%, toccando i minimi dall’Ipo del 2022. Il gruppo dell’idrogeno ha sofferto per le revisioni al ribasso delle stime degli analisti. Ubs ha ridotto il prezzo obiettivo. In forte calo anche Dovalue (-5,3%), con una flessione a doppia cifra dell’Ebitda e una riduzione della guidance per l’anno. Salvatore Ferragamo scivola del 2,19%, con il target price ridotto da 10 a 7 euro da Cicc. Anche D’Amico è in netto calo (-3,23%).
Altri mercati
Il petrolio torna a scendere: il Brent perde lo 0,44% a 77,89 dollari al barile e il Wti scende dello 0,34% a 74,89 dollari. Le aspettative di escalation militare in Medio Oriente e il calo delle scorte Usa avevano spinto i prezzi in rialzo nelle precedenti sedute. Il gas naturale Ttf sale dell’1,25% a 38,93 euro al MWh. Sul mercato valutario, l’euro si rafforza leggermente sopra 1,092 sul dollaro, mentre lo yen recupera terreno, con il cambio a 146,13. Il Bitcoin supera i 57mila dollari.
Lo spread Btp-Bund sale a 148 punti base, in aumento rispetto ai 145 della vigilia. Il rendimento del Btp decennale scende al 3,68%, mentre quello del Bund si attesta al 2,20%.