Il timido tentativo di rimbalzo dei listini europei, visto a metà giornata, si è scontrato nel pomeriggio con l’andamento negativo di Wall Street, dove Apple (-3%) trascina con sé le big tech e il Nasdaq (-1,2%). Il titolo del colosso di Cupertino si muove anche oggi debole a causa di indiscrezioni stampa secondo cui la Cina vuole estendere il divieto di utilizzo degli iPhone ad aziende e agenzie statali.
La chiusura è così nuovamente in calo nella zona euro, in attesa delle riunioni delle banche centrali nelle prossime settimane, mentre il quadro economico del blocco si deteriora (questo aveva acceso per qualche ora la speranza di una Bce più cauta) e quello statunitense si rivela migliore del previsto (con il timore che la Fed manterrà alti tassi più a lungo).
Eurolandia in calo e moneta unica debole
Piazza Affari arretra dello 0,2%, a 28.155 punti base con i titoli finanziari in rosso. Francoforte cede lo 0,14% e Amsterdam lo 0,77%. Sono piatte Parigi (+0,03%) e Madrid -0,03%. Fuori dal blocco Londra si apprezza dello 0,2%.
Il dollaro si rafforza e l’euro stenta a preservare un cambio a 1,07, mentre il petrolio galleggia e il Brent resta oltre quota 90 dollari al barile. I rendimenti dei T-Bond restano piuttosto alti, con quello a 2 anni che ha anche superato il 5%, pesando sull’andamento del settore tech, per poi arretrare.
Indici volatili con un quadro macro in chiaroscuro
La volatilità degli indici è legata a un quadro macroeconomico in chiaroscuro su entrambe le sponde dell’Atlantico, con le banche centrali sempre più decise a muoversi sulla base dei dati. Anche lo stato di salute dell’economia cinese fa pendere la bilancia verso un’avversione al rischio e pesa sulla moneta del celeste impero. Oggi lo yuan onshore è sceso al livello più basso dal 2007 contro il dollaro, risentendo del calo delle esportazioni cinesi in agosto (-8,8%), ultimo indicatore in ordine di tempo a sollevare segnali di preoccupazione per l’andamento dell’economia del paese.
Anche dall’Europa le notizie non sono buone. Eurostat ha rivisto al ribasso la stima flash del pil di agosto, a +0,1% da +0,3%. L’Italia perde addirittura lo 0,4% (contro 0,3% della stima flash), anche se è cresciuta più degli altri nel primo trimestre (+0,6%). La Germania segna crescita zero, dopo due trimestri in calo, inoltre la produzione industriale tedesca a luglio è scesa dello 0,8% contro una stima media degli analisti dello 0,5% e un dato in giugno negativo dell’1,4%. Su base annuale il ribasso è del 2,25%.
Negli Usa invece le recenti letture dei settori servizi e manifatturiero hanno mostrato prezzi che viaggiano nella direzione sbagliata, così come la produttività e il costo del lavoro nel secondo trimestre (lettura finale) ha mostrato dati superiori alle attese. Infine le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione sono risultate molto più basse del previsto, -13.000 a 216.000, con stime a 230.000.
Morale: salgono le probabilità che la Fed alzi i tassi di 25 punti base a novembre (al 47,2%, secondo il Cme Group), mentre il 91% degli analisti scommette su un altro stop a settembre (con tassi che resteranno al 5,25%, 5,5% attuale). In sostanza si teme che i tassi resteranno alti più a lungo di quanto sperato.
Piazza Affari si aggrappa a utility e Telecom
Piazza Affari rivolge quindi lo sguardo alle utility, che oggi difendono il listino insieme a Telecom.
A guidare le blue chip è Hera +3,22%, seguita nel settore da Terna +2,75%, Snam +1,93%, Enel +1,74%, A2a +1,69%, Italgas +1,64%, Erg +1,38%.
Telecom +2,08% resta in denaro in questo periodo sempre sugli sviluppi per la rete. Ad alimentare gli acquisti oggi avrebbero contribuito, secondo Equita, indiscrezioni stampa secondo cui il governo starebbe lavorando per inserire il provvedimento su NetCo come emendamento al decreto Asset del 7 giugno. “Questo accelererebbe il percorso di approvazione, dovendo il decreto essere convertito in legge entro il 9 settembre”. Bene Generali, +1,36%, su cui Barclays ha alzato il prezzo target a 19 euro. Sale Recordati +1,47%.
I ribassi sono invece capitanati da Finecobank -5,74%, nonostante l’ottima raccolta di agosto (648 milioni contro 343 milioni di un anno fa). A pesare, secondo gli esperti, sarebbero soprattutto i deflussi sopra le attese nei depositi che hanno portato a un saldo negativo per 517 milioni. Il lancio del nuovo Btp Valore da parte del Tesoro contribuirebbe inoltre al pessimismo sui titoli del risparmio gestito.
L’andamento di Apple si fa sentire su Stm, -4,06%, mentre si confermano negative le banche. Mps -2,67%, Banco Bpm -2,03%, Bper -1,37%. Debolezza anche per due titoli industriali come Iveco -1,56% e Interpump -1,55%.
Fuori dal paniere principale la seduta è da incorniciare per Olidata +14,8%, azienda attiva nel settore dell’Ict, che si è aggiudicata un appalto in Enel di circa 5 milioni di euro grazie alla sua controllata Sfera Net.
Nel lusso Tod’s +3,76% festeggia conti semestrali migliori del previsto.
Spread in calo in attesa del nuovo Btp Valore
I deludenti dati sull’economia europea aiutano il secondario, nella prospettiva di una Bce prudente.
Lo spread tra il decennale italiano e quello tedesco si restringe leggermente a 171 punti base (-1,84%) e anche i tassi si abbassano un po’, al 4,33% per il Btp e al 2,62% per il Bund.
Sul primario arriverà un nuovo Btp Valore e sarà in offerta fra il 2 e il 6 ottobre.