In attesa dei dati più attesi della settimana, relativi al mercato del lavoro americano, le Borse europee hanno fatto sfoggio di coraggio nella speranza che le statistiche non segnalino il rischio di nuovi strappi al rialzo dei tassi. In realtà il numero dei nuovi occupati (336 mila, tasso disoccupazione fermo al 3,8%) introduce nuovi elementi di inquietudine per le piazze finanziarie, come dimostrano i future in rosso della Borsa Usa. Di riflesso tornano a salire i T Bond ed il Btp decennale, oltre la soglia del 5% mentre, dopo una mattinata brillante si ridimensiona il rimbalzo di Piazza Affari +1,2% poco sotto i 28 mila punti attorno alle 12. In questo caso, però, c’entrano davvero poco i numeri dell’occupazione Usa, come dimostra la corsa al rialzo delle banche.
Il nuovo decreto sugli extraprofitti dà sollievo alle banche
Gli istituti di credito occupano tutte le prime posizioni della graduatoria, un boom che si spiega con l’approvazione dell’emendamento del governo sugli extraprofitti bancari, titolo davvero improprio perché del provvedimento originale che aveva provocato un forte ribasso del settore è rimasto ben poco. Secondo Bloomberg la stragrande maggioranza delle banche preferirà dirottare il contributo al rafforzamento del patrimonio degli istituti, così come prevede la normativa. Sarà assai problematico per il Mef raggiungere l’obiettivo dei due miliardi di gettito, già rivisto al ribasso. In cambio, aumenta la solidità del sistema già chiamato ad uno sforzo straordinario in una stagione turbolenta per il collocamento del debito pubblico.
Di qui la performance degli istituti che hanno recuperato il terreno perduto dopo il varo del primo provvedimento. La corsa al rialzo impegna innanzitutto Banco Bpm, galvanizzato anche dal fatto che Morgan Stanley ha riavviato la copertura con Overweight (target price di 6,20 euro), Bper e Mps, tutto con variazioni superiori al 3%. Segue Unicredit, poco sotto Intesa San Paolo +1,6%.
A confermare la centralità del sistema per la finanza pubblica contribuisce il boom del Btp Valore che, a soli quarto mesi dalla prima emissione, si avvicina al record assoluto, circostanza che però non impedisce u nuovo aumento dello spread oltre la barriera dei 200 punti.
Italia, Scope: il debito limita il rating
A porre il dito sulla piaga è un report di Scope Rating. Il peggioramento dei conti pubblici italiani per quest’anno e il prossimo potrebbe far sì che i titoli di Stato non risultino più idonei ad essere acquistati dalla Bce nell’ambito del cosiddetto ‘scudo anti-spread’, costituendo una minaccia per il merito di credito di Roma. A dirlo è Scope Ratings in un report dedicato all’Italia e visto in anteprima da Reuters. Di qui la sensazione che nelle prossime settimane, a mano a mano che si avvicina il verdetto di Moody’s la diga del debito dovrà essere consolidata.
In attesa dei dati sul lavoro negli Usa
È questo clima che il mercato si è avvicinato all’appuntamento clou di giornata, il dato sul mercato del lavoro che un valore rilevante nelle prossime scelte della Fed sui tassi. In attesa dell’annuncio del mega deal dell’anno. L’acquisto, ad opera di Exxon Mobil, del controllo di Pioneer, il più importante operatore di shale oil degli Stati Uniti: valore 60 miliardi di dollari. Ma neanche questo riporterà il buon umore in un mercato che, schiacciato com’è dalla paura di nuovi rialzi della Fed, si avvia a chiudere la quinta settimana consecutiva in rosso.