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Borsa 6 dicembre chiusura: il rally continua sia per i listini che per il Bitcoin. A Milano brillano Diasorin e Stellantis

Imagoeconomica

Le borse europee incrementano i loro recenti guadagni e chiudono oggi un’altra seduta in rialzo, nonostante la volatilità di Wall Street, intonata in avvio, ma ora in lieve calo. A tenere vivo il fuoco hanno contribuito i dati sulle opportunità di lavoro negli Stati Uniti (inferiori alle attese nel mese di novembre) e il costo del lavoro, in ribasso nel trimestre. Si tratta solo dell’antipasto del più corposo rapporto mensile sulle buste paga in uscita venerdì e tenuto in gran conto dalla Fed, ma fa pregustare un quadro in linea con le attese di mercato. Gli investitori sperano in un rapporto non troppo cattivo da mettere in dubbio un atterraggio morbido dell’economia e non troppo buono da vanificare l’idea di una banca centrale più accomodante nel 2024.

Da segnalare però c’è un nuovo crollo del petrolio: una buona notizia guardando all’inflazione, una cattiva notizia per l’oro nero e per i titoli del settore.

Piazza Affari regina in Europa

Piazza Affari è regina d’Europa con un guadagno dello 0,81% e rafforza il suo posizionamento oltre l’importante soglia psicologica dei 30mila punti base messa in cassaforte ieri per la prima volta in 15 anni (il dato finale oggi è a 30.326 punti). Guida i progressi delle blue chip Diasorin +5,2% e chiudono una seduta in denaro anche i titoli dell’automotive e delle banche.

Nel resto del continente, Francoforte aggiorna ulteriormente il suo massimo di sempre, con un progresso dello 0,78%, nonostante il calo, a sorpresa, degli ordini all’industria nel mese di ottobre (-3,7% rispetto a settembre e contro attese di +0,2%).

Parigi sale dello 0,76%, Londra +0,35%, Amsterdam +0,43%, Madrid +0,2%.

Oltreoceano i principali indici di Wall Street sono praticamente piatti (DJ -0,01%, S&P 500 -0,07%, Nasdaq -0,06%), mentre salgono i prezzi e scendono i tassi dei T-Bond a seguito dei nuovi dati macroeconomici.

Euro-dollaro poco mosso, petrolio in calo, Wti sotto i 70 dollari

Le scommesse su un taglio dei tassi anche da parte della Bce a partire da marzo 2024 schiaccia l’euro-dollaro, con un cambio che oggi appare poco mosso in area 1,079.

Il petrolio, dopo la breve schiarita di ieri arretra pesantemente: Brent -3,45%, 74,54 dollari al barile; Wti -3,8%, 69,57 dollari al barile, ai mulini da luglio. 

Le banche centrali abbasseranno i tassi nel 2024? Il FT sposta la data in avanti

L’attenzione sull’azionario matura dalla convinzione che Fed e Bce cominceranno a tagliare i tassi già a marzo 2024 e proseguiranno nel corso dell’anno, fino a un totale di 150 punti base, per un totale di sei tagli.

In controtendenza però, rispetto alle previsioni di mercato, ci sono le parole di molti banchieri centrali e anche i sondaggi degli economisti sentiti dal Financial Times. Sul sito dell’autorevole quotidiano finanziario britannico si legge infatti che “gli economisti prevedono che la Fed mantenga i tassi ai massimi da 22 anni almeno fino a luglio”. Gli intervistati del sondaggio FT-Booth prevedono che la banca centrale statunitense rimarrà più aggressiva di quanto previsto dal mercato.

Il dibattito in ogni caso si sposta da “tassi più alti più a lungo” a “tassi più bassi più rapidamente” di quanto le banche centrali lasciavano intravedere qualche mese fa. Le ultime riunioni dell’anno di Bce e Fed saranno la settimana prossima e forniranno nuove indicazioni agli investitori.

Oggi la banca centrale del Canada intanto ha lasciato i tassi invariati, al 5% (top da 22 anni).

Cala il costo del lavoro Usa nel trimestre

Intanto oggi il rapporto Adp, elaborato in collaborazione con lo Stanford Digital Economy Lab, dice che in novembre gli occupati nel settore privato negli Usa sono cresciuti meno del previsto: 103mila, contro 106 mila di ottobre (rivisti dai 113 mila precedentemente stimati) e contro proiezioni di 128 mila occupati in più.  Nel terzo trimestre 2023 inoltre la produttività è cresciuta più delle attese, mentre il costo del lavoro è sceso in modo consistente (-1,2%, contro attese di -0,9%).

Piazza Affari frenata dai titoli energetici

In un listino effervescente, i titoli più fiacchi sono proprio gli “energetici”. Le vendite sul petrolio si fanno sentire su Saipem -2,24%, Tenaris -1,76%, Eni -1,18%.

La lista dei titoli ben comprati è però più corposa e consistente e muove dalle azioni dell’azienda di diagnostica (Diasorin). Seguono titoli industriali come Interpump +4,18% e Stellantis +2,91%.

Le banche sono guidate da Mediobanca +2,77%, tallonata da Banca Mps +2,54%. Più arretrata Unicredit +1,19%. Il lusso è in progresso con Moncler +0,85%, nonostante l’Italia sia uscita dalla via della Seta, una decisione comunicata tre giorni fa a Pechino e che potrebbe avere ripercussioni sulle grandi firme italiane in Cina.

Spread stabile

La situazione generale aiuta la carta italiana, che chiude una seduta equilibrata con lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata a 174 punti base, in linea con il dato della vigilia. Scendono ulteriormente i tassi, rispettivamente al 3,95% e 2,21%.

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