Non c’è pace sui mercati in questi giorni: crolla oggi il petrolio e restano nervose le Borse, che non trovano nelle modeste riduzioni dei rendimenti dei titoli di Stato o nel quadro macroeconomico del giorno, motivi sufficienti per tenere a bada la volatilità. Le piazze europee chiudono miste, mentre Wall Street, dopo qualche sbandamento, si muove in progresso (DJ +0,03%; Nasdaq +0,73%).
Piazza Affari perde lo 0,17% e cala a 27.435 punti base, Londra cede lo 0,77%, Madrid -0,64%, Parigi è piatta. Francoforte fa un piccolo passo avanti, +0,09%, come Amsterdam +0,17%.
Ad agitare gli animi sono sempre le banche centrali e la prospettiva di alti tassi mantenuti a lungo, mentre il vuoto politico ai vertici delle Camera Usa, dopo il voto contro lo speaker Kevin McCarthy, crea incertezza per la legge di bilancio che dovrà evitare lo shutdown a novembre, mentre in ballo ci sono anche nuovi aiuti per l’Ucraina.
Borse ultime notizie: petrolio in rosso
Il più irrequieto oggi è il petrolio, che perde oltre il 3%. Il Brent si muove intorno a 88 dollari al barile, mentre il greggio texano al momento è a 85,8 dollari al barile.
I pesanti ribassi sono dovuti ai timori relativi alla domanda globale, tra i problemi cinesi, qualche modesto segnale di rallentamento nell’occupazione Usa e la crescita stentata della zona euro. Il tonfo arriva tra l’altro anche se calano oltre le attese le scorte settimanali Usa e mentre l’Arabia Saudita conferma il taglio volontario della fornitura di un milione di barili al giorno fino alla fine dell’anno. La Russia continuerà a ridurre le esportazioni di greggio di 300.000 bpd fino alla fine dell’anno e vedrà il taglio volontario di 500.000 bpd, stabilito ad aprile, a novembre.
I dati macro: occupati Usa nel settore privato sotto le attese
Tra i dati macroeconomici del giorno ci sono gli occupati nel settore privato nel mese di settembre, stimati in base alle buste paga. Il numero è cresciuto in misura inferiore al previsto, di 89 mila unità e questo da un lato impensierisce sul lato dello stato di salute dell’economia alle prese con politiche monetarie restrittive, dall’altro fa sperare gli investitori che la Fed abbassi le piume del falco.
In Europa invece è migliorato l’indice PMI composito di settembre, pur restando sotto la soglia di 50 che separa espansione da contrazione. In dettaglio l’indice è salito a 47,2 punti il mese scorso nell’Eurozona, più dei 47,1 punti previsti, contro i 46,7 punti di agosto. Migliorano i servizi a 48,7 punti contro i 48,4 previsti e i 47,9 punti registrati in agosto.
In Italia il Pmi composito è salito a 49,2 punti da 48,2 di agosto. I servizi sono a un passo da 50, che si sperava sarebbe stato agganciato: 49,9, da 49,8 del mese precedente.
Dal fronte delle banche centrali si registrano le parole della presidente Christine Lagarde, che ha ribadito: tassi restrittivi finché sarà necessario. Il membro del consiglio direttivo Mario Centeno però è più incoraggiante: “Possiamo aspettarci che il ciclo dei tassi sia ormai concluso, date le condizioni attuali”.
Euro in recupero e rendimenti Btp alle stelle
In questo contesto l’euro tenta di recuperare un po’ di terreno contro il dollaro e cambia oltre 1,05.
I rendimenti dei titoli di Stato americani scendono, ma assai debolmente e poco lontano dal top da 16 anni, con il decennale a 4,77%.
È stata una seduta volatile anche per la carta italiana. Il Btp decennale ha toccato il 5% nel corso della giornata, per chiudere poi a 4,89%. Non è andata tanto meglio al Bund decennale, che è arrivato al 3%, per fermerei infine al 2,94%. Lo spread è poco mosso a 195 punti base.
Il Btp Valore però continua a raccogliere
Il Btp Valore però continua a piacere e nella terza domanda di collocamento, a mezz’ora dalla chiusura, il titolo mostrava richieste per oltre 3,5 miliardi di euro, avvicinandosi a 13 miliardi complessivi.
Piazza Affari: migliori e peggiori, corre Mps
Sul principale listino di Piazza Affari l’unico titolo che non conosce stanchezza in questi giorni è Banca Monte Paschi, +4,64%, candidata ad essere protagonista di una prossima stagione di aggregazioni e su cui non si placa l’appetito speculativo. Nel settore creditizio l’istituto senese balla praticamente da solo, ma a soffrire di più sono le big Intesa -0,98% e Unicredit -0,6%.
La parte alta del listino è vivacizzata inoltre da Campari +2,83%, Stm +2,07%, Moncler +1,37%, Diasorin +1,61%.
Rimbalzano le utility: Hera +2,66%, Snam +0,92%, Italgas +0,88%, A2a +0,98%, Enel +0,73%.
I maggiori ribassi sono per Inwit -2,66, Amplifon -2,6%, Leonardo -2,08%, Prysmian -1,65%. Male anche i titoli petroliferi con Tenaris -2,23%, Eni -1,56%, Saipem -1,26%.