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Borsa 4 gennaio: le minute della Fed non danno garanzie sui tassi, il petrolio si infiamma, nuove debolezze dalla Cina

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Il calo dei tassi prima o poi arriverà. Ma non è affatto detto che l’ora X scatti già a marzo come i mercati hanno anticipato. Anzi, le minute della Fed pubblicate ieri sera non offrono indicazioni di sorta in materia. Certo i banchieri della Fed sono abbastanza persuasi del fatto che la fase principale del rialzo del costo del denaro è terminato, ma non se la sentono di escludere del tutto qualche aggiustamento di retroguardia, come ha avvertito ieri nel corso di un’intervista alla Cnbc, il presidente della Fed di Richmond, Tom Barkin. Un ultimo ritocco all’insù non è da escludere, ha avvertito, soprattutto se il ciclo economico non darà segni di rallentamento e il mercato del lavoro resterà tirato. I dati macroeconomici diffusi ieri hanno mostrato che il settore servizi sta accelerando, mentre i posti di lavoro vacanti sono rimasti più o meno sui valori del mese passato, intorno a 8,8 milioni.

I bond di Pechino ai minimi dal 2020

Insomma, gli effetti dell’anno bisesto si fanno già sentire. Dopo i terremoti è l’ora degli attentati che stanno vanificando le prospettive di una tregua in Medio Oriente. A complicare il quadro ci pensa la Cina nonostante gli sforzi di Pechino per riavviare il motore della crescita. Il bond decennale cinese è sceso al rendimento del 2,54%, livello che non si vedeva dal marzo del 2020. La discesa di quasi un quarto di punto percentuale dai livelli di quest’autunno è da ricondurre al varo di misure di sostegno alla liquidità da parte della banca centrale e alla riduzione dei tassi operata dalle principali banche. Gli investitori globali hanno incrementato le loro partecipazioni in obbligazioni cinesi di 251 miliardi di yuan (35 miliardi di dollari) nel mese di novembre, cifra quasi da record.

L’indice Csi 300 arretra dell’1,4%. In rosso anche Tokyo: -0,5% alla ripresa dopo le festività. L’indice MSCI Asia Pacific è alla terza seduta consecutiva con il segno meno, ma il mercato azionario dell’India ha aperto in rialzo, indice Bse Sensex +0,6%.

L’incertezza generale si trasmette alle aperture europee segnate da un clima contrastato. Ma dopo i ribassi di ieri, le borse europee provano il rimbalzo e viaggiano in rialzo. Maglia rosa per Piazza Affari, trainata da Leonardo e Generali.

In realtà si fanno strada anche i primi dubbi dei rialzisti: qualcuno, facendo ricorso alle statistiche, fa notare che quando la performance di gennaio è negativa, il ritorno dell’anno è poco più del 2%, solo nel 58% dei casi è positiva.

Wall Street in rosso

Ieri Wall Street ha chiuso in calo. Nasdaq -1,2%, S&P500 -0,8%. Dow Jones -0,8%. 

Ma le quattro sedute consecutive di ribasso del Nasdaq sono per il momento un piccolo episodio dei su e giù della borsa, il tono di fondo resta positivo, infatti, gli strategist di Goldman Sachs hanno per la fine d’anno un target di S&P500 di 5.100 punti, circa l’8,5% sopra i prezzi di chiusura di ieri

Sotto i riflettori in Italia l’attesa conferenza stampa di Giorgia Meloni

Btp decennale a 3,70% di rendimento, poco lontano dai minimi da agosto 2022. Bund decennale a 2,03%. Btp decennale a 3,70% di rendimento, poco lontano dai minimi da agosto 2022. Alle 14 esce l’inflazione tedesca, il consensus si aspetta un dato armonizzato Ue de +0,3% mese su mese, da -0,7% di novembre.

Vola il petrolio, si ferma il Bitcoin

Il petrolio è tornato su, dopo quattro sedute di ribasso: il Brent torna a 78,5 dollari. Sgomenta il bilancio delle vittime dell’attentato in Iran e si profila la possibilità di una fermata del maxi-giacimento libico di Sharara. 

Bitcoin a 43.100 dollari, ha ripiegato ieri dai massimi da quasi due anni. Il futuro delle criptovalute ruota tutto intorno al via libera della SCE alla quotazione a Wall Street degli ETF spot.

Titoli sotto la lente: Generali, Leonardo

Generali. Morgan Stanley alza il giudizio a Equal Weight, target price a 21 euro.

Tenaris. Jefferies taglia a Hold.

Leonardo. Bernstein alza a Outperform, il target price sale del 25% a 19,5 euro. Il ceo Roberto Cingolani torna a parlare della necessità di avere dei campioni continentali della difesa in Europa.

Stellantis chiude il quarto trimestre con un calo dell’1% delle consegne di automobili negli Stati Uniti, il mercato di riferimento è salito dell’8%. Il gruppo ha chiuso il 2023 con una quota del 45,5% dei veicoli commerciali in Italia e volumi a oltre 88.600 unità vendute (+21% sul 2022). Fiat Professional è stato il Brand che ha realizzato la miglior performance con una quota del 26,1%. La quota di mercato per i veicoli commerciali elettrici è stata del 47,5%. 

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