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Borsa 31 ottobre: il sindacato Usa piega i big dell’auto. I numeri di Stellantis: +7% i ricavi nel trimestre. Ottobre in rosso per i listini azionari

Imagoeconomica

Anche Gm ha ceduto. Il sindacato Usa, dopo sei settimane di scioperi, porta a casa un accordo “storico”: a fine contratto, tra quattro anni, lo stipendio annuo medio di una tuta blu sarà di 84.500 dollari. La svolta, per ora, non frena Wall Street e non inquieta più di tanto la Fed che, una volta tanto, non aumenterà i tassi. Ma contribuirà a convincere Powell a mantenere alta l’attenzione sul costo del denaro anche se ieri il Tesoro Usa ha anticipato che il trimestre emetterà nuovi titoli per “soli” 76 miliardi di dollari in più, meno del previsto.  Ma la prima novità in materia di banche centrali è arrivata da Oriente.

Nel frattempo, la Bank of Japan ha deciso di adottare un approccio più flessibile consentendo l’aumento del rendimento dei titoli di stato a dieci anni oltre l’1%: la mossa è un tentativo di contrastare le pressioni inflazionistiche. Ora la palla passa al governo che si è già detto pronto a intervenire sulla valuta, secondo i trader, la soglia di allerta è 150 di cambio. Dopo la decisione la borsa di Tokyo è salita dello 0,7%.

La discesa della Cina si fa sentire anche in Europa

Scendono invece le borse della Cina. Hang Seng di Hong Kong -1,9%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,6%, Taiex di Taipei -1%. I dati usciti nella notte segnalano che l’economia torna a frenare. L’indice PMI manifatturiero è sceso a 49,5. Rallenta, anche la componente servizi a 50,6.

La nuova frenata della Cina si fa sentire anche in Europa. Le borse del Vecchio Continente si avviano ad aprire in calo, future dell’indice EuroStoxx50 -0,2%.

Ieri il Ftse Mib di Milano si è apprezzato dello 0,19% a 27.339 punti base, guidata da Mediobanca, +3,46%.

Milano -3,3% a ottobre, oggi i dati sull’inflazione

Nel corso di ottobre Milano ha perduto il 3,3% circa, in linea con la maggior parte dei listini. Quasi tutti. Su venti indici settoriali europei, per esempio, ben 16 registrano perdite mensili superiori al -2%. Per salvarsi, ma non del tutto, bisognava avere Energetici, Assicurativi e Media, che registrano performance di poco sotto la parità. In coda con perdite che sfiorano il -10% ci sono Automotive e Retail.  

Alle 11 vengono pubblicati i dati del Pil e dell’inflazione della zona euro. Secondo le previsioni degli economisti di Intesa Sanpaolo, l’inflazione è attesa scendere bruscamente in ottobre al 2,4% dal 5,3% di settembre. L’indice dovrebbe tornare a salire all’inizio del prossimo anno, per poi scendere nuovamente nel 2° semestre, sino a raggiungere il 2,2% a dicembre 2024.

Vivace la giornata dei bond governativi della zona euro, con acquisti sostenuti dai segnali di rallentamento dell’inflazione. Bund decennale a 2,82%. Btp a 4,73% da 4,79%. Spread a 192. 

Domani il cambio della guardia in via Nazionale

Oggi Vincenzo Visco terrà l’ultimo discorso da governatore della Banca d’Italia in attesa della staffetta con Fabio Panetta, sostituito nel board della Bce da Piero Cipollone.

Sul fronte societario riflettori sulla trimestrale di Stellantis che ha mostrato ricavi in crescita del 7% e consegne in aumento dell’11%: Carlos Tavares avrà l’onore e l’onere di commentare l’accordo con l’Uaw.

Apple, prima dei conti, presenta i nuovi Mac

Sono deboli i future di Wall Street. Ieri l’S&P500 ha messo a segno una delle migliori sedute del mese, +1,2%.

A Wall Street, appare chiaro dalle performance che sono i tech quelli che soffrono di più lo scenario di tassi elevati: il Dow Jones ha perso nel mese il -2,2%, contro il -3,3% dell’S&P500 e il -3,80% del Nasdaq.

Riflettori su Apple che, in attesa dei conti, ieri ha presentato i nuovi modelli di MacBook Pro da 14 e 16 pollici e iMac 24 pollici, insieme con i nuovi più potenti chip M3

Il Tesoro Usa si accontenta: 76 miliardi di nuovi bond in meno

Seduta di assestamento per i bond governativi Usa prima della Fed. Treasury decennale invariato a 4,87%, Treasury biennale a 5,02%. 

Nel programma trimestrale di emissione per il quarto trimestre reso noto ieri sera, le emissioni del Tesoro statunitense diminuiscono di 76 miliardi di dollari tra ottobre e dicembre rispetto a quanto previsto nel trimestre precedente, grazie alle aspettative di maggiori entrate. Gli investitori attendevano con molta attenzione l’annuncio, visto il forte aumento dei rendimenti del Treasury che sul segmento decennale sono saliti di 100 pb da luglio.

Pssando alle materie prime, il Brent è a 87,80 dollari, il Wti a 82,70 dollari. Prezzi in lieve rialzo da oltre -3% di ieri. Ottobre, malgrado le forti turbolenze geopolitiche, si sta per chiudere con una perdita intorno all’8%. Le preoccupazioni sull’offerta suscitate dal conflitto in Medio Oriente hanno attenuato i dati deludenti della Cina.

Gli scioperi costano 3 miliardi a Tavares, ma i ricavi di Stellantis aumentano

Al centro della scena la conference call di Carlos Tavares. Nell’attesa sono stati pubblicati i conti del trimestre: Stellantis ha chiuso il terzo trimestre con ricavi netti in aumento del 7% su base annua a 45,1 miliardi di euro, supportata da un incremento di volumi con prezzi stabili, in parte compensati dall”impatto dei cambi.

Le consegne consolidate del gruppo ammontano a 1,427 milioni di pezzi, in crescita dell”11% rispetto al terzo trimestre 2022, con miglioramenti su base annua in Europa, Medio Oriente e Africa, Nord America e Sud America. 

Lo stock complessivo di nuovi veicoli risulta pari a 1,387 milioni di unità al 30 settembre. Le vendite globali di auto elettriche sono aumentate del 37% rispetto al terzo trimestre 2022, grazie principalmente ai modelli Jeep Avenger, Citroen Ami, Peugeot E-208, nuova Fiat 500e e Citroen e-Berlingo. 

Gli scioperi’ “hanno inciso negativamente sui ricavi netti per circa 3 miliardi di euro a tutto ottobre, rispetto ai piani produttivi. Di fronte ai risultati raggiunti, il gruppo ha confermato la guidance per il 2023, in base alla quale prevede di registrare una crescita a doppia cifra del margine operativo adjusted raggiungendo un free cash flow industriale. Il programma di buyback da 1,5 miliardi di euro risulta infine in linea con i piani del gruppo e dovrebbe essere completato nel corso del quarto trimestre 2023.

A Piazza Affari è ancora sotto i riflettori Nexi. Il fondo Brookfield ha chiesto un incontro ai vertici di Cdp perché ha messo nel mirino la società di pagamenti e punta a battere la concorrenza di Cvc, scrive MF aggiungendo che al momento non c’è alcuna trattativa.

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