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Borsa 31 gennaio: Alphabet (Google) affonda il Nasdaq, Piazza Affari ok grazie a Telecom Italia e alle utilities

Pixabay

L’attesa delle scelte della Fed e le vendite sui titoli dei giganti tecnologici di Wall Street pesano oggi sulle borse europee che, dopo una mattina intonata, hanno preso a muoversi in direzioni diverse per chiudere infine contrastate. 

Piazza Affari salva il segno più ed è la migliore con un progresso dello 0,4% a 30.744 punti base grazie agli acquisti su Telecom (+2,16%), utility e banche. Il bilancio di gennaio del listino milanese è positivo per l’1,4%.

Il finale è verde anche a Madrid +0,36% dove, a sostenere il sentiment del settore finanziario, è il titolo del gruppo bancario Santander (+1,78%) che ha superato le attese con un utile record nell’ultimo trimestre 2023.

Francoforte invece arretra dello 0,42%, Parigi dello 0,27%, Amsterdam -0,3%, Londra -0,43%, Zurigo -0,95%.

Tra le materie prime torna in rosso il petrolio: Brent -1,21%, 81,87 dollari al barile. L’oro nero continua a muoversi tra denaro e lettera in questo periodo a causa delle grandi tensioni in Medio Oriente da un lato e dei problemi dell’economia cinese dall’altro. Pechino anche oggi ha mostrato un indice Pmi manifatturiero di gennaio a 49,2, sotto la linea di 50 e quindi in contrazione per il quarto mese di fila.     

Wall Street in calo, nervosismo in attesa della Fed

Il sentiment europeo si è indebolito dopo l’avvio stonato della borsa statunitense che vede il Nasdaq in ribasso dell’1,4%. In particolare Alphabet (Google) cede il 6%, dopo la trimestrale presentata ieri sera e le proiezioni sull’aumento dei costi dovuti all’intelligenza artificiale. Persino Microsoft, che pure ha battuto le stime di mercato in termini di profitti e ricavi, perde al momento l’1,88%, poiché gli investitori si concentrano sul bicchiere mezzo vuoto e cioè sull’aumento dei costi per lo sviluppo di funzioni all’avanguardia, tanto più che le azioni di questi giganti delle tecnologia hanno già prezzi altissimi. Il nervosismo si rafforza inoltre in attesa della fine della riunione della Federal Reserve e di quanto dirà stasera Jerome Powell, mentre sul fronte macroeconomico dai dati Adp risulta che le aziende Usa nel settore privato a gennaio hanno creato meno posti di lavoro del previsto (107mila contro attese di 145mila e 158 mila a dicembre). 

Dollaro in lieve calo

Nell’attesa di Powell il dollaro s’indebolisce leggermente contro le principali valute. L’euro tratta in lieve rialzo in area 1,086.

Anche nella zona della moneta unica l’agenda macroeconomica è stata abbastanza ricca di dati. In particolare a gennaio l’inflazione ha rallentato sia in Germania sia in Francia.

Nella repubblica federale teutonica il dato è sceso al 2,9% su base annua dal 3,7 di dicembre e sotto le stime di mercato (3%). In Francia il rallentamento è al 3,1% dal 3,7% del mese prima.

Piazza Affari, rimbalza Telecom

In Piazza Affari si registra il rimbalzo di Telecom Italia nel giorno in cui è scaduto il termine dell’esclusiva concessa a Kkr per la presentazione dell’offerta vincolante per Sparkle, società dei cavi sottomarini controllata al 100% dall’azienda di telecomunicazioni. In realtà potrebbe esserci la sorpresa di una proroga, ma il mercato ha atteso news carico di ottimismo.

La parte alta del listino è abitata inoltre da molte utility, a partire da Hera, +1,81%. Bene anche Terna +1,61%, Enel +1,36%, Snam +1,3%.

Il settore bancario si è raffreddato con il passare delle ore, ma resta in evidenza con la bella trimestrale del Santander e i possibili matrimoni. In particolare chiudono in rialzo Banco Bpm +1,52% e Bper +1,05%. Unicredit sale dello 0,46% con indiscrezioni su un incontro della scorsa settimana tra il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e l’ad Andrea Orcel su un possibile interesse di Unicredit per Popolare di Sondrio (+1,51%). In controtendenza Intesa -0,49% e Mps -0,24%.

È anche oggi in rialzo Stellantis +1,36%, mentre si è un po’ affievolito nel corso della seduta il rimbalzo di Saipem (+0,72%) dopo il tonfo di ieri.

L’unica blue chip che soffre una perdita superiore all’1% è Pirelli (-1,87%), di cattivo umore dalla notizia di un’ispezione presso i produttori continentali di pneumatici da parte dell’Antitrust europeo.

Sono in calo frazionale Inwit -0,71%, Eni -0,74%, Moncler -0,69%.

Si allarga lo spread, ma scendono i tassi

I rendimenti scendono sul secondario, ma lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si allarga a 162 punti base (+3,08%). Il tasso del Btp in chiusura è indicato al 3,74% e quello del titolo tedesco al 2,13%.

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