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Borsa 30 settembre: il profit warning di Stellantis affonda il titolo (-14,7%) e zavorra l’auto e Piazza Affari. La Cina vola (+8%)

Imagoeconomica

Stellantis (-14,72%) ha annunciato che farà meno profitti quest’anno e i delusi investitori sono fuggiti in massa, a Milano, come a Parigi o a New York, travolgendo oggi i titoli dell’auto su tutte le piazze europee. Anche Wall Street, si muove debole a fine mattinata, pur avviandosi a chiudere un mese da incorniciare con il taglio dei tassi dello 0,5% deciso dalla Fed.

Piazza Affari perde l’1,73% e scende a 34.125 punti base, zavorrata dall’ex FCA (ora unita a Peugeot), con Iveco -4,02% e Pirelli -1,98%. Male anche le banche a partire da Mps, -2,78%.

Il finale è persino peggiore a Parigi -2%, dove insieme a Stellantis (-14,68%) va a picco Renault (-5,79%), suo possibile interlocutore in un presunto approccio, frutto al momento solo di indiscrezioni stampa.  

Sono più circoscritte le perdite a Francoforte -0,69%, anche se i numerosi titoli delle quattro ruote del Dax sono in profondo rosso e a loro volta hanno recentemente dato voce alla crisi che sta investendo le singole case e il settore in Europa.

Londra cede l’1%. Tra i titoli inglesi a media capitalizzazione è al tappeto Aston Martin (-24,5%), che a sua volta ha lanciato un allarme sugli utili, tagliando le previsioni sulla produzione a causa delle difficoltà legate alla catena di approvvigionamenti e alla debolezza della Cina.

Cedono lo 0,8% e lo 0,77%, Amsterdam e MadridVienna sale dello 0,1%, nonostante la vittoria alle elezioni di un partito di estrema destra (FPOe), per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale. Un nuovo nucleo di inquietudine per l’area euro. 

Giornata contrastata in Asia

Il buongiorno delle borse continentali non è stato d’altra parte del tutto convincente. Mentre le piazze cinesi hanno volato, a seguito di un nuovo intervento della banca centrale a favore del settore immobiliare, la piazza di Tokyo è crollata (-4,82%), con il mercato apparentemente disorientato dal fatto che Shigeru Ishiba, considerato un falco della politica monetaria, ha vinto le elezioni per la leadership e si appresta a diventare il primo ministro del paese e a convocare elezioni per fine ottobre.

Lagarde: fiduciosa nell’inflazione al 2% 

Dal fronte delle banche centrali la presidente della Bce Christine Lagarde, durante un’udienza parlamentare a Bruxelles, si è detta fiduciosa nel fatto che gli ultimi sviluppi macro condurranno in modo tempestivo l’inflazione verso il target del 2%. E ha aggiunto: “Ne terremo conto nella nostra prossima riunione di politica monetaria a ottobre”. 

I dati preliminari di settembre sembrano avallare l’andamento al ribasso della corsa dei prezzi nel blocco. In Germania la frenata dei prezzi al consumo è superiore alle stime: +1,6% sull’anno, +1,7% atteso e +1,9% precedente. Su base mensile l’inflazione è ferma, rispetto al -0,1% del mese precedente e contro il +0,1% del consensus.

In Italia l’andamento è in linea con le previsioni: -0,2% su base mensile; +0,7% su base annua, da +1,1% precedente. L’Istat sottolinea che si tratta del livello più basso da inizio anno. Per contro, nel comparto alimentare, i prezzi aumentano lievemente il loro ritmo su base annua, contribuendo all’accelerazione dei prezzi del ‘carrello della spesa’ (+1,1% da +0,6%).       

Negli Usa parlerà più tardi il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, offrendo magari nuovi spunti per ragionare sulle mosse future della banca centrale Usa.

Petrolio in moderato rialzo, ma il trimestre è da dimenticare

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro appare piatto, per un cross in area 1,115. Perde quota invece lo yen, in particolare contro il dollaro per un cambio a 143,20.

Tra le materie prime è in timido recupero il petrolio, in un trimestre nero. Il greggio si appresta a chiudere infatti il terzo mese consecutivo in ribasso, poiché le forti prospettive sull’offerta e l’incertezza rispetto alla domanda hanno prevalso sui timori di un’escalation del conflitto in Medio Oriente.

In questo momento il future Brent dicembre sale dello 0,85% a 72,15 dollari al barile; il future Wti, di novembre sale dello 0,81% a 68,73 dollari al barile. 

Piazza Affari, bene Cucinelli, Saipem, Tim 

Sul Ftse Mib di Piazza Affari c’è anche chi si è mosso in controtendenza. In particolare resta effervescente Cucinelli, +1,79%, con la speranza di una decisa ripresa del mercato cinese. Sono positivi Saipem +1,59%, Telecom +0,77%, Unipol +0,76%.

Il tracollo di Stellantis pesa però in maniera determinante sul listino. A terremotare il titolo la notizia che i profitti non saranno quelli attesi quest’anno, a causa di problemi delle performance nel Nord America e del deterioramento delle dinamiche globali del settore. Per Equita ”la revisione della guidance è significativa (-38% a livello di adj. Ebit su attese 2024), e riteniamo comporterà una revisione del buy-back e del dividendo”.

Anche le banche chiudono una seduta negativa, comprese le big Intesa (-0,85%) e Unicredit (-1,54%). 

Arretrano Amplifon -3,41% e Stm, -3%. Nexi perde il 2,5%, appesantita dal fatto che Barclays abbia tagliato la raccomandazione a ‘underweight’ da ‘equal-weight’.

Spread in lieve rialzo

La chiusura è in rosso sul secondario anche per la carta italiana: lo spread tra decennale italiano e decennale tedesco sale a 133 punti base. Il tasso del Btp in prossimità della chiusura è indicato a 3,46%.

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