La settimana scorsa i mercati globali hanno mostrato una tendenza al ribasso, sintomo dell’incertezza degli operatori, che stanno digerendo una serie di temi cruciali, tra cui le elezioni statunitensi, le aspettative di riduzione dei tassi di interesse e risultati non proprio entusiasmanti di alcune società.
Banche centrali, prove di ribasso
In agenda ci sono infatti le riunioni di tre importanti banche centrali: prima, tra tutte, la Federal Reserve, che non dovrebbe toccare i tassi, ma potrebbe fornire, mercoledì, al termine del meeting, nuove indicazioni su un eventuale intervento a settembre, molto atteso dal mercato. Sempre mercoledì prenderà la parola la BoJ (Bank of Japan), che potrebbe intervenire in senso contrario, alzando leggermente il costo del denaro. Giovedì sarà la Banca d’Inghilterra a fornire delle risposte, ma per sapere cosa farà bisognerebbe avere la sfera di cristallo, poiché l’inflazione generale britannica è scesa e il mercato del lavoro ha dato segnali di stanchezza, ma l’inflazione nei servizi e la corsa dei salari sono ancora in atto.
In uscita anche il dato sul pil del secondo trimestre dell’Eurozona, ma anche di Germania, Francia, Italia, Spagna, Pil del secondo trimestre (prima stima).
Arrivano i numeri di Intesa e Leonardo
La stagione delle trimestrali entra ancora più nel vivo in questi giorni sia in Europa, sia negli Usa. Alla prova dei conti sono attese soprattutto quattro delle cosiddette “magnifiche sette” (Microsoft, Meta, Apple e Amazon), dopo i deludenti numeri di Tesla e Alphabet della scorsa settimana.
Sono in programma anche i conti di BP e Airbus. In Italia arrivano i numeri di Intesa, Poste Italiane, Leonardo, Amplifon.
Auto e lusso l’ora delle vendite
Il nostro Ftse Mib lunedì ha perso lo 0,5% dopo l’ondata di vendite che ha colpito un po’ tutte le borse europee la scorsa settimana per effetto di alcune trimestrali deludenti, in particolare nei settori Automotive e Luxury.
Dal primo luglio a ieri l’indice Russell 2000 ha dato all’indice Bloomberg dei Magnificent Seven circa 16 punti.
Alla base di queste performance i deboli dati pubblicati dal settore del lusso (Lvmh e Kering), debolezza dai semiconduttori (Stm ha indicato un recupero della parte industriale forse dal quarto trimestre dell’anno, contro indicazioni precedenti che lo vedevano già nel terzo). Nel settore automobilistico: Stellantis, Renault e Nissan hanno abbassato le aspettative sull’anno (dopo che Volkswagen e Porsche lo avevano fatto pochi giorni prima), e così via.
Borse in correzione?
Anche in Usa l’inizio non è stato dei migliori: Tesla e Alphabet (Google) non hanno sostenuto le elevate aspettative del mercato. Se a fine giugno avevamo assistito alla rotazione (quindi discesa del Nasdaq e salita del Russell 2000), ora abbiamo visto un calo generalizzato, tipico delle fasi di rallentamento, la più difficile perché si viene da anni buoni e le aspettative sono elevate.
Nelle ultime settimane, scrive Banor, “il mercato si era convinto che il rallentamento fosse minimo, che la Fed sarebbe corsa in aiuto abbassando i tassi, che la Cina avrebbe stimolato l’economia con un piano fiscale e monetario e non si credeva più alla possibilità di un PIL negativo in arrivo. Adesso il dibattito è cambiato”.
I mercati si chiedono se le indicazioni arrivate dalle aziende sono i primi segnali di una recessione o sono l’effetto del rallentamento marcato che l’economia ha subito nei mesi di maggio e giugno dopo tanti mesi di tassi elevati.
C’è chi scommette sulla Fed colomba, l’incognita delle Big
Nel primo caso la Fed, nella riunione del 31 luglio potrebbe annunciare di essere pronta a tagliare i tassi a settembre per sostenere il recupero. E arrivarci con mercati deboli potrebbe convincere, durante la conferenza stampa, a dare messaggi più aggressivi per evitare un circolo vizioso. Ma molto dipenderà dai risultati di Apple, Meta ed Amazon.
Secondo Mark Haefele, Chief Investment Officer, di Ubs Global Wealth Management, è probabile che la volatilità del mercato continui. Tuttavia, si ritiene che il settore tecnologico dovrebbe trovare supporto nelle prossime settimane e riprendersi.
Oro, bitcoin, gioielli
L’incertezza si riflette anche sull’oro. La domanda in Cina è crollata di fronte ai prezzi record, con le vendite presso i gioiellieri in difficoltà poiché gli acquirenti rimangono a guardare. La domanda totale di lingotti è scesa di quasi il 6% rispetto all’anno precedente nella prima metà a 524 tonnellate, I dati implicano un drastico calo del 52% negli acquisti di gioielli nel secondo trimestre, secondo i calcoli di Bloomberg. Si tratta di una brusca inversione di tendenza rispetto ai primi tre mesi dell’anno, caratterizzato dagli acquisti da parte della banca centrale cinese e dei consumatori domestici, come copertura contro una crisi immobiliari. Ci sono chiari segnali che i prezzi elevati e la lenta economia cinese stanno colpendo le vendite di beni discrezionali come i gioielli.
Passando alle cripto, Trump, come ospite d’onore della Bitcoin Conference a Nashville, il più grande raduno annuale del settore, non ha deluso le aspettative, promettendo di fare degli Usa “la cripto capitale del pianeta”. Eppure lo stesso Trump è stato a lungo tra i critici più feroci delle criptovalute.