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Borsa 3 settembre: Wall Street riapre dopo la festività. Asia debole su timori per lo yen e l’economia cinese

Le borse europee sono viste in leggero rialzo, sulla base delle indicazioni fornite dai future. Attenzione al settore difesa dopo il netto calo di ieri. Nuova emissione obbligazionaria da Banco Bpm, seguiranno Snam e Banco Desio

Borsa 3 settembre: Wall Street riapre dopo la festività. Asia debole su timori per lo yen e l’economia cinese

Si riparte dopo la chiusura di Wal Street ieri per festività ieri. L’attenzione negli Usa sarà soprattutto sui prossimi dati (lavoro e manifattura) attesi in settimana che daranno indicazione alla Fed sui tassi. Ma occhi anche a Tesla dopo un report di Reuters. Il risultato delle elezioni in Germania sta provocando qualche tensione sul mercato obbligazionario, ma decisamente meno consistente di quello che si è visto dopo il voto in Francia. Le borse asiatiche sono deboli: preoccupa la forza dello yen e la fatica dell’economia cinese.

Wall Street riapre: occhi su Tesla, ma anche sull’occupazione

Riprenderanno oggi le contrattazioni a Wall Street dopo la chiusura ieri per la festività del Labour Day, con i future che anticipano un andamento in calo sulla base del future sul Dow Jones -19% e quello sull’S&P500 -0,17%.

L’attenzione degli investitori sarà concentrata sul rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti previsto per la fine della settimana, e l’indagine ISM sul settore manifatturiero, importanti specialmente dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha detto di voler passare dal concentrarsi sull’inflazione al prevenire la perdita di posti di lavoro. Attualmente, la probabilità di un taglio dei tassi da 50 punti base da parte della Fed questo mese è pari al 33% dal 36% della settimana scorsa, con una riduzione di un quarto di punto data al 100%.

Ci sarà da seguire Tesla dopo che Reuters ha riportato che la casa automobilistica statunitense prevede di produrre una variante a sei posti della sua Model Y in Cina a partire dalla fine del 2025: Tesla ha chiesto ai fornitori di prepararsi a un aumento a due cifre della produzione della Model Y nello stabilimento di Shanghai.

Asia: timori per lo yen troppo forte e per la Cina troppo debole

Stamattina in Asia Pacifico le borse sono deboli o intorno alla parità, in linea con l’andamento dei future di Wall Street: oggi il mercato finanziario degli Stati Uniti riapre dopo la festività de Labour Day.

L’indice Nikkei di Tokyo è in lcalo dello 0,03% a quota 38,686 e lo yen torna ad apprezzarsi dopo quattro sedute di ribasso. Il cross si porta a 146,09, da 146,9 di ieri. Il responsabile del reddito fisso di T. Rowe Price, Arif Husain, ha scritto ieri in un report che lo yen deve essere seguito con grande attenzione perché a suo avviso è “la faglia di Sant’Andrea della finanza”. Quel che si è visto nel corso dell’estate è stato soltanto il primo movimento, altri ne verranno, la volatilità è destinata a suo avviso ad aumentare. Husain scrive che c’è una montagna di denaro giapponese investito all’estero pronto a tornare in Patria per effetto dell’aumento dei tassi.

La Borsa di Shanghai cede ancora terreno tra i persistenti timori sulla tenuta dell’economia cinese che, secondo gli economisti di Citigroup, l’obiettivo di crescita del 5% nel 2024 potrebbe essere a rischio. L’indice Composite riduce il calo iniziale che l’aveva portata per la prima volta da febbraio sotto quota 2.800: in proseguio di seduta cede lo 0,28% a 2,803 punti. L’Hang Seng di Hong Kong è in ribasso dello 0,4% a 17.616 punti. Da segnalare il gruppo Sanergy, attivo nella produzione di elettrodi di grafite, che è crollato del 97,5% dopo che la Securities and Futures Commission di Hong Kong ha messo in guardia gli investitori che operano sul titolo vista l’elevata concentrazione azionaria. KOSPI di Seul in flessione dello 0,3%. L’inflazione in Corea del Sud è rallentata più del previsto il mese scorso, un andamento che permetterà alla banca centrale di procedere già il mese prossimo a un’inversione della politica monetaria.

Tra le altre variabili: bond in tensione dopo il voto in Germania

Il giorno successivo al voto shock nei länder tedeschi di Sassonia e Turingia, qualche tensione si è vista sul mercato obbligazionario. Non certo come quella registrata dopo le elezioni europee e alla riconvocazione alle urne del popolo francese da parte di Emmanuel Macron. Nel caso tedesco difficilmente si rischia nell’immediato un cambiamento di Governo, ma piuttosto forse qualche conseguenza sulla politica fiscale e la dinamica del debito pubblico locale, secondo gli analisti. Così ieri il Bund decennale tedesco si è portato al 2,34%, ma si sono mossi di conseguenza anche i titoli francesi e tedeschi: l’OaT è salito al 3,05% e il BTp al 3,78% (ieri è cambiato il titolo benchmark di riferimento), con spread in rialzo a 71 e 144 punti rispettivamente. Euro in lieve calo a 1,105. Petrolio in rialzo: WTI a 74 dollari, +0,5%. Brent a 77 dollari. Oro a 2.496 dollari, -0,2%. Bitcoin a 58.900 dollari.

Borse europee: che cosa seguire oggi

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo sulla base delle indicazione offerte dal future sull’ indice EuroStoxx50 a +0,04%). Il Ftse Mib di Milano ha chiuso ieri in lieve calo, -0,15%.

Volkswagen deve ridurre i costi e per la prima volta in 87 anni di storia, per raggiungere l’obiettivo sta prendendo in considerazione la possibilità di chiudere alcuni stabilimenti in Germania, interrompendo tra l’altro anche l’accordo in essere con i sindacati che prevede di non ridurre i posti di lavoro fino al 2029.

Settore difesa ancora sotto i riflettori sulla possibilità che la Germania riduca il budget per la difesa e gli aiuti all’Ucraina. Ieri si sono visti molti cali nel comparto con Leonardo caduto del 7,2% a 21,3 euro. In netto calo anche le tedesche Rheinmetall (-2,7%) ed Hensoldt (-6,3%). Stessa sorte a Parigi per Thales (-2,3%) ed Airbus (-1,3%) e a Londra per Rolls-Royce (-5,5%) e Bae Systems (-2,9%).

La nuova stagione di emissioni bond, caratterizzata soprattutto da medie scadenze, ha visto ieri Banco Bpm collocare presso investitori istituzionali un bond social senior non preferred a 6 anni, con possibilità di rimborso anticipato a settembre 2029, da 750 milioni di euro. Intanto Snam e Banco Desio testano il mercato. La scorsa settimana era stata la volta di Mediobanca, Bper, Cdp Reti ed EssilorLuxottica

Eni. Il giacimento petrolifero libico di El Feel, che il colosso di Claudio Descalzi gestisce in jv con la National Oil Corporation, è sottoposto a un’importante manutenzione che richiederà tempo, mentre nel caso di Tenaris Jefferies ha tagliato il target price da 16 a 14,50 euro.

Italgas. Tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima, secondo indiscrezioni, potrebbe riunirsi il cda della società per approvare l’offerta vincolante per la concorrente 2i Rete gas. La proposta dovrebbe attestarsi intorno a 5,2 miliardi di euro, debito incluso.

Stellantis. Ad agosto ha registrato un calo delle immatricolazioni del 32,24% in Italia con una quota di mercato del 24,82% dal 28,04% di luglio, sottoperformando il mercato (-13,37%).

PharmaNutra ha comunicato che a partire dal 18 settembre, SiderAl Forte 30 mg e SiderAl 14mg, realizzati sulla base della tecnologia sucrosomiale brevettata in casa, saranno commercializzati sul territorio tedesco dal colosso mondiale della farmaceutica Fresenius Kabi

CNH. Industrial Bernstein riduce il target price a 11 dollari. Tenaris. Jefferies taglia il target price.

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