Il Toro non abbassa la testa di fronte alle deludenti previsioni di Apple (-1,36%), nutrendosi oggi di una crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti meno effervescente del previsto e di un calo dei rendimenti dei titoli di Stato. I listini europei chiudono così la miglior settimana da marzo e Wall Street, tonica a fine mattinata, sembra avviata a chiudere la miglior ottava in 12 mesi.
Piazza Affari archivia la quinta seduta consecutiva in rialzo ed è prima in Europa con un progresso dello 0,69% (che la porta a a 28.674 punti base), tra l’appeal speculativo su Nexi (+6,01%) e l’ottima trimestrale di Intesa Sanpaolo (+1,57%). Scendono però i titoli petroliferi e gli assicurativi.
Nel resto del continente il quadro è contrastato: sono in rialzo Francoforte +0,31% e Madrid +0,31%, è piatta Amsterdam, Parigi cede lo 0,16% e Londra lo 0,45%.
Il mercato del lavoro rallenta a ottobre negli Usa
Nel complesso l’umore dei mercati è rimasto quindi abbastanza alto (l’indice Msci dell’area asiatica ha segnato la miglior settimana da due mesi, secondo Bloomberg) nella convinzione che il ciclo delle strette da parte delle banche centrali sia arrivato al culmine, dopo che Bce, BoE e Fed non hanno toccato il costo del denaro nell’ultima riunione.
I banchieri, nelle loro dichiarazioni restano molto prudenti e il membro tedesco dell’esecutivo della Bce, Isabel Schnabel, non chiude la porta a nuove strette, ma ciò non basta a far cambiare idea agli investitori.
In particolare il mercato scommette che la banca centrale Usa non si muoverà neppure nella riunione di dicembre e questa convinzione è stata rafforzata oggi dai dati sul lavoro. In ottobre gli occupati non agricoli sono aumentati di 150mila unità, contro attese tra 170mila e 180mila. Si tratta di un incremento che è quasi la metà di quello di settembre, a sua volta rivisto al ribasso: 297.000 nuovi posti di lavoro invece dei 336.000 precedentemente annunciati. Il tasso di disoccupazione è salito al 3,9%, contro attese di permanenza al 3,8%. I salari rallentano il ritmo di crescita: quelli orari medi sono aumentati di 7 centesimi, lo 0,21%, a 34 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,10%.
Dollaro in calo e rally dei T-Bond
La ritrovata propensione al rischio e il quadro macro pesano sul dollaro, il cui indice perde circa l’1% e scende ai minimi da settembre. L’euro si rafforza contro il biglietto verde per un cambio oltre 1,073.
Il rendimento del Treasury decennale a stelle e strisce ha toccato il minimo in cinque settimane dopo i payroll e si attesta ora al 4,5538%.
Tra le materie prime arretra il petrolio, avviato verso la seconda settimana consecutiva di perdite: Brent -1,46%, 85,58 dollari al barile; Wti -1,67%, 81,09 dollari al barile.
Spread in netto calo con i rendimenti
Il clima continua a premiare anche la carta italiana, che chiude un’altra seduta in verde con lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata che si restringe a 179 punti base (-3,22%), mentre i rendimenti arretrano rispettivamente al 4,42% e al 2,63%.
Nonostante le dichiarazioni di Schnabel, Reuters scrive che “i mercati finanziari intensificano le aspettative di taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea, nella convinzione che sarà la prima grande banca centrale ad allentare la politica per dare sollievo all’economia in recessione, a differenza di quella degli Stati Uniti, che è solida”. I trader infatti oggi quotano circa l’80% di possibilità di un taglio di 25 punti base entro aprile, che la scorsa settimana veniva pienamente prezzato per luglio.
A Piazza Affari non declina il fascino di Nexi
Nexi conquista anche oggi il podio delle blue chip di Piazza Affari in una settimana ricca di indiscrezioni su possibili acquirenti e nella quale ha guadagnato il 13,47%. Oggi è stato il Corriere della Sera a occuparsi della società di pagamenti, scrivendo che Silverlake sta studiando i numeri di Nexi e ha scelto come consulente Morgan Stanley.
In evidenza sul listino principale è anche Diasorin, +2,06% in denaro da varie sedute e oggi promossa alla prova dei conti trimestrali.
Il risparmio gestito è in luce con Finecobank, +3,52% e Banca Mediolanum +2%, mentre fuori dal paniere principale brilla Anima Holding +5,33%, dopo i conti che mostrano una crescita dell’11% dell’utile netto nei primi nove mesi, ricavi in flessione del 3%, raccolta netta positiva per 300 milioni.
Tra i maggiori rialzi del giorno: Interpump +2,09% e Cnh +1,99%.
Stellantis, +1,96%, prosegue la fase positiva grazie all’effetto conti, agli accordi raggiunti con i sindacati dei lavoratori in Usa e Canada e alle immatricolazioni, che stanno confermando le previsioni.
Le banche sono positive con Intesa nel giorno della trimestrale, mentre l’ad Carlo Messina annuncia l’intenzione di distribuire parte del capitale in eccesso e di procedere con buyback.
Arretra leggermente Unicredit -0,3%.
Volatile Telecom nel giorno della riunione cda per esaminare l’offerta vincolante su NetCo e quella di natura non vincolante relativa a Sparkle e la questione di quale organo sociale sia competente a decidere in merito. La chiusura è timidamente positiva, con un rialzo dello 0,39%.
In fondo al paniere ci sono oggi i titoli petroliferi a partire da Eni -2,15% e Saipem -0,775. Arretrano inoltre Recordati -0,79% Leonardo -0,55%, Hera -0,65%.
Un po’ di debolezza si è manifestata nel settore assicurativo, Generali -0,16%, anche a seguito della debolezza di Axa (-1,28%) a Parigi in seguito ai risultati dei nove mesi.