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Borsa 29 novembre: Stellantis e le banche spingono Piazza Affari ai massimi dal giugno 2008

Imagoeconomica

Se l’inflazione scende più del previsto (in Germania) e l’economia cresce oltre le attese (negli Stati Uniti), il Toro si rallegra: così oggi, sulla base di dati macroeconomici incoraggianti, le borse europee chiudono in rialzo e Wall Street si muove positiva, rafforzando il rally del mese di novembre, il migliore degli ultimi 16 per la Borsa di New York. L’idea di un atterraggio morbido, con le strette monetarie che non pieghino l’economia a stelle e strisce, fa breccia negli investitori in attesa che questa sera la Fed pubblichi il Beige Book e che domani escano i dati sull’andamento dell’inflazione sulle due sponde dell’Atlantico. La recente propensione al rischio si abbevera inoltre al calo dei rendimenti dei Bond, che sembrano preludere a un cambiamento di rotta da parte delle banche centrali. Questo sentimento è rafforzato da dichiarazioni incoraggianti di importanti membri della Fed, come il falco Christopher Waller che ieri ha usato parola da colomba.

Francoforte da record; Milano oltre il top del 2008. Stellantis vola con GM

Piazza Affari si apprezza dell’1,06% a 29.688 punti base, superando i 29.645 punti base conquistati l’ultima volta alla chiusura delle seduta del 25 giugno 2008. A guidare il Ftse Mib è Stellantis, +5,25%, in un comparto automotive effervescente in tutta Europa e con General Motors in orbita negli States (+10,7% sullo S&P 500) dopo avere alzato del 33% i dividendi a 12 centesimi per azione e annunciato un buyback di azioni proprie per dieci miliardi di dollari.

Francoforte è la migliore, +1,1% (in seduta ha toccato nuovi record) sorretta dal rallentamento dei prezzi di novembre, dal balzo di Infineon +4,2% e dal buon andamento dei titoli delle quattro ruote. 

Sono più caute Madrid +0,62%, Parigi +0,24% e Amsterdam +0,08%, mentre non partecipa alla festa Londra, -0,45%, fiaccata  da una sterlina in progresso. A dare manforte alla divisa britannica sono state le parole del governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey secondo il quale la banca centrale “farà tutto il necessario” per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2% e non si sono ancora visti sufficienti progressi verso questo obiettivo “per essere fiducioso”.

Frena l’inflazione tedesca e sale la fiducia nella zona euro

Il tono dei mercati della zona euro è migliorato a partire dai dati sull’inflazione tedesca, che si è ridotta più del previsto a novembre (-0,4% su ottobre). Su base annua il dato è +3,2% (+3,8% il mese scorso e +3,5% atteso). La variazione annua di novembre è la più bassa da luglio 2021 (quando era al 2,4%).

Al netto di alimentari ed energia la corsa dei prezzi è del 3,8% su anno. L’indice dei prezzi al consumo armonizzato ha segnato -0,7% rispetto a ottobre e +2,3% in confronto a novembre 2022.

Sale inoltre la fiducia dei consumatori nel blocco (+16,9 punti questo mese dopo il -17,8 di ottobre).

In Italia il quadro è chiaroscuro: secondo i dati Istat, a novembre migliora infatti il clima di fiducia dei consumatori (a 103,6 da 101,6), mentre continua a scendere quello delle imprese (a 103,4 da 103,9). Quest’ultimo, secondo l’Istat, è appesantito soprattutto “dal peggioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni”.

L’Ocse avverte poi che la crescita del Pil del Belpaese rimarrà debole nel breve-medio termine (+0,7% è la crescita stimata nel 2023 e nel 2024; +1,2% nel 2025) e l’inflazione diminuirà.

Sale oltre le attese il pil Usa del terzo trimestre

L’economia statunitense è cresciuta nel terzo trimestre più velocemente di quanto si era inizialmente stimato: +5,2% (rivisto al rialzo dal 4,9% precedentemente riportato). Si tratta del ritmo di espansione più rapido dal quarto trimestre del 2021.

Il pil è salito del 2,1% nel trimestre aprile-giugno e si sta espandendo a un ritmo ben superiore a quello che i policymaker della Federal Reserve considerano il tasso di crescita non inflazionistico di circa l’1,8%.

Questo aspetto potrebbe mitigare l’ottimismo sulle politiche della banca centrale Usa, ma le recenti dichiarazioni di governatori Fed fanno ben sperare gli investitori.

Dollaro in lieve ripresa

In questo contesto il dollaro rialza timidamente la testa e l’euro perde quota 1,1 recentemente conquistata trattando in area 1,096. I prezzi dei T-Bond continuano però a salire e i tassi a scendere, con il decennale in area 4,27%.

Il petrolio rimane alla finestra in attesa di notizie dalla riunione del cartello e dei suoi alleati, mentre l’oro consolida ulteriormente le sue posizioni oltre 2000 dollari l’oncia.

Piazza Affari in rialzo con le banche

A dare sprint a Piazza Affari sono anche le banche, guidate da Monte dei Paschi di Siena +3,85%. Bene Bper +3,22% e Unicredit +2,3%. Nel risparmio gestito brilla Finecobank +2,34%, mentre tra i tecnologici è in evidenza Stm +2,94%. Agli ultimi posti del listino: Campari -2,44%, appesantita dalla retrocessione di JP Morgan, che ha portato il titolo a Underweight’ da ‘Neutral’, con prezzo target tagliato a 8,3 euro dagli 11 euro precedenti.

Le prese di beneficio fanno scendere A2a -1,16% e Telecom -0,72. Sono deboli i petroliferi con Eni -0,59% e Tenaris -0,81%, mentre Saipem +0,11% si salva nel giorno in cui ha annunciato due contratti offshore, uno in Guyana e l’altro in Brasile, del valore di circa 1,9 miliardi di dollari.

Spread stabile e rendimenti in calo

La discesa dei rendimenti dei titoli di Stato prosegue anche in Europa, con il decennale italiano indicato in chiusura al 4,16%, contro il 2,42% del Bund per uno spread in lieve calo tra i due benchmark a 174 punti base.

Il calo dei tassi si è visto anche sul primario, nelle aste della mattina in cui il Tesoro ha assegnato Btp a 5 e 10 anni. La terza tranche del titolo a 5 anni ha visto il rendimento calare di 29 centesimi, attestandosi al 4,12%. La quinta tranche del Btp a 10 anni ha spuntato un tasso in calo di 17 centesimi rispetto a ottobre, al 4,76%. Sono stati assegnati Btp decennali off the run scadenza 01/06/2027 con un rendimento del 3,84% e la nona tranche del CcTeu scadenza 15/10/2028 per 1,25 miliardi spuntando un rendimento lordo del 5,16 per cento.

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