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Borsa 28 ottobre: il Nikkei in netto rialzo, contagerà anche l’Europa e Wall Street? Oggi l’assemblea di Mediobanca

Pixabay

La settimana si apre con Tokyo in netto rialzo, nonostante l’incertezza politica seguita alle recenti elezioni giapponesi. Ma l’Europa e Wall Street seguiranno l’onda? Con le elezioni presidenziali americane ormai a un soffio, i mercati si preparano a giorni di alta tensione e possibili scossoni, con gli analisti che scommettono su un aumento di volatilità indipendentemente dal risultato. Dopo una chiusura europea in rosso e una Wall Street dai due volti, le piazze globali attendono i nuovi dati economici e le trimestrali. A Piazza Affari, intanto, riflettori accesi sull’assemblea di Mediobanca.

Le “Magnifiche 7” pronte a dominare l’ultima settimana pre-elettorale negli Usa

La settimana che porta alle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre si apre all’insegna delle superpotenze tecnologiche, le “Magnifiche 7” – Apple, Microsoft, Google, Amazon, Meta, Tesla e Nvidia – che da sole valgono venti volte Piazza Affari e stanno spingendo l’S&P 500 a nuovi record. Tra il 28 ottobre e il 1° novembre, i mercati non perderanno di vista questi giganti: Alphabet sarà la prima a svelare i conti martedì 29 ottobre, seguita da Microsoft e Meta mercoledì, con Apple e Amazon giovedì. Tesla ha già rilasciato i suoi risultati la scorsa settimana, mentre Nvidia chiuderà il cerchio con i suoi conti il 14 novembre.

Le capitalizzazioni parlano chiaro: Apple guida la classifica con 3.521 miliardi di dollari, seguita da Nvidia (3.471 miliardi) e Microsoft (3.181 miliardi). Mentre la tecnologia americana regge il passo, scommettono sul gran finale di una settimana che potrebbe riscrivere il mercato, in vista di un possibile cambiamento alla Casa Bianca. Oltre ai risultati delle big tech, venerdì sono attesi i dati chiave sul lavoro Usa, fondamentali per le prossime mosse della Fed attese il 6 novembre, proprio a urne chiuse. 

Tokyo in rialzo, Cina debole

L’indice Nikkei guadagna l’1,82%, chiudendo a 378.605,53 punti e aggiungendo 691 punti. Questo incremento riflette un certo ottimismo nonostante la perdita della maggioranza alla Camera Bassa per il partito che guida la coalizione di governo, i Liberal Democratici. La decisione del nuovo premier Shigeru Ishiba di dissolvere le Camere e indire elezioni anticipate ha portato a un risultato inaspettato: il suo partito ha perso la maggioranza per la prima volta dal 2009, ma non intende dimettersi. Ishiba, politico di lungo corso, aveva promesso di risollevare l’immagine del partito dopo le dimissioni forzate di vari esponenti di primo piano. Tuttavia, il voto ha premiato la principale forza di opposizione, il Partito Costituzionale Democratico, aprendo a nuove dinamiche politiche che potrebbero influenzare il futuro economico del Giappone. Hong Kong non brilla, con l’Hang Seng che segna un timido +0,028% a 20.648 punti. Inoltre, il settore export tira un sospiro di sollievo grazie a uno yen più debole, ora a 153,20 sul dollaro e 165,40 sull’euro 

Anche le piazze cinesi appaiono poco mosse: l’indice Composite di Shanghai segna in avvio un rialzo minimo dello 0,02%, a 3.300,46 punti, mentre quello di Shenzhen segna un progresso dello 0,09%, a quota 1.976,51. Qui, la prudenza è evidente, soprattutto dopo che i profitti delle imprese industriali cinesi sono diminuiti a settembre a un ritmo più rapido rispetto al mese precedente. 

In Corea del Sud, l’indice Kospi ha visto un aumento dell’1%, sostenuto da misure governative mirate a stabilizzare la valuta. Il ministro delle Finanze, Choi Sang-mok, ha promesso azioni rapide per gestire l’eccessiva volatilità del won, che ha perso circa il 5% dall’inizio del mese. Le autorità coreane “risponderanno prontamente secondo piani di emergenza” in caso di eccessiva volatilità nei mercati finanziari, ha dichiarato il ministro.

A Mumbai, l’indice S&P BSE Sensex ha aperto la seduta con un incremento dell’1%. L’India sta emergendo come una destinazione per gli investitori in cerca di stabilità amid le fluttuazioni dei mercati globali. Secondo Bloomberg, un costante afflusso di capitali stranieri ha posizionato le obbligazioni indiane tra le migliori performance dei mercati in via di sviluppo quest’anno, mentre il mercato azionario resta vicino ai record grazie alla solida liquidità interna. La stabilità politica e i legami commerciali con Stati Uniti e Russia sono tra i fattori che rendono l’India attraente per gli investitori, soprattutto in vista delle imminenti elezioni presidenziali statunitensi.

Le borse europee sono attese in lieve rialzo, con i future sull’EuroStoxx 50 a +0,3%.

Altri mercati

I prezzi del petrolio crollano di oltre il 4% all’inizio della settimana, in seguito alla rappresaglia lanciata da Israele contro l’Iran, sebbene non abbiano colpito direttamente le strutture petrolifere ma principalmente obiettivi militari. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Attacco a Iran ha raggiunto tutti gli obiettivi”. Nella mattinata, il barile di Brent, il greggio di riferimento del Mare del Nord, segna un calo del 4,09%, scendendo a 72,9 dollari. Anche il West Texas Intermediate registra una flessione più marcata, cedendo il 4,36% negli scambi dell’after hours, a 68,65 dollari. In discesa anche il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam (-2,32%).

L’ansia per le elezioni si riflette sui mercati: il dollaro si rafforza, l’oro resta vicino ai massimi storici di 2.700 dollari l’oncia nonostante una leggera discesa, e i rendimenti del Tesoro decennale Usa risalgono al 4,2%. Il premio al rischio si è azzerato, rendendo i titoli di Stato americani, pur con l’alto debito pubblico, competitivi rispetto all’equity.

Attesa per l’assemblea di Mediobanca

Grande attesa per l’assemblea di Mediobanca. Un appuntamento che, nonostante si terrà a porte chiuse e senza il clima di sfida dell’anno scorso – quando il duello tra due liste per il cda attirò una presenza record del 76% del capitale, inclusi i grandi azionisti Delfin e Caltagirone – l’interesse degli investitori resta alto. L’ordine del giorno include temi ordinari come l’approvazione del bilancio 2023/24, che ha registrato ricavi in crescita a 3,6 miliardi (+9,2%) e un utile netto di 1,27 miliardi (+24%), oltre alla proposta di un dividendo di 1,07 euro per azione e un nuovo piano di buyback da 385 milioni.

Tuttavia, il gruppo Caltagirone si tiene lontano dall’assemblea, non avendo depositato le proprie azioni. Delfin, primo azionista con poco meno del 20% delle quote, ha invece depositato il suo pacchetto ma non ha ancora conferito deleghe di voto al rappresentante designato, optando per un profilo più basso rispetto al passato, quando si era fatta sentire, anche votando contro sulle remunerazioni.

Sebbene i temi trattati siano di routine, l’incontro rappresenta un test chiave per la governance, specie in vista del rinnovo del board Generali previsto tra sei mesi. Dove peseranno le regole restrittive della Legge Capitali che potrebbero influenzare significativamente la composizione del consiglio e la dinamica dei poteri all’interno dell’azienda. La banca ha anche chiarito di non avere piani per una fusione con Generali.

Focus sui principali titoli

Oltre a Mediobanca, tra i riflettori ci sono:

  • Banca Mps ha ricevuto una buona notizia da Fitch, che ha alzato il suo rating a ‘BB+’, con outlook positivo. Tuttavia, la Msc di Gianluigi Aponte ha deciso di non procedere con l’acquisizione del 10% della banca, lasciando il Ministero dell’Economia in attesa del collocamento previsto entro il 28 novembre.
  • Passando a Eni, Bernstein ha rivisto il target price a 17 euro, mentre HSBC lo ha portato a 16,3 euro, con previsioni di incassi netti per 2,5 miliardi di euro da cessioni nel prossimo anno.
  • Saipem ha visto un incremento del target price da parte di Barclays, ora a 3,40 euro, mentre Berenberg lo ha alzato a 3,25 euro.
  • In casa Stellantis, si segnala che la nuova Lancia Gamma sarà prodotta nello stabilimento di Melfi a partire dal 2026.
  • Infine, Unipol sta sollecitando una parificazione della normativa sulle partecipazioni incrociate tra banche e assicurazioni, noto come Danish Compromise, che attualmente avvantaggia le banche.

Guardando ai titoli al di fuori del paniere principale, Unieuro ha registrato adesioni pari al 71,5% del capitale nell’Opas lanciata da Fnac Darty, con una riapertura dei termini prevista tra il 4 e l’8 novembre.

Inoltre, BasicNet ha annunciato un accordo con Permira, che prevede l’ingresso del fondo nel capitale di K-Way con una quota del 40%, per un valore stimato tra 180 e 190 milioni di euro.

Due Btp in asta il 30 ottobre 2024

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato che mercoledì 30 ottobre 2024 si svolgerà un’asta per due Btp. La prima emissione riguarda il Btp con scadenza a ottobre 2029, che rappresenta la sua quinta tranche. Questo titolo, emesso il 2 settembre 2024, offre una cedola annuale lorda del 3% e presenta il codice ISIN IT0005611055. L’importo dell’emissione oscillerà tra un minimo di 1,75 miliardi e un massimo di 2 miliardi di euro, con la possibilità di un’asta supplementare di 400 milioni di euro. Il regolamento per le sottoscrizioni avverrà il 1° novembre 2024.

L’altra emissione sarà il Btp con scadenza a febbraio 2035, che rappresenta la sua settima tranche. Questo titolo, emesso il 1° agosto 2024, offre una cedola annuale lorda del 3,85% e ha il codice ISIN IT0005607970. L’importo dell’emissione per questo Btp sarà compreso tra 3 miliardi e 3,5 miliardi di euro, con un’asta supplementare di 700 milioni di euro. Anche in questo caso, il regolamento per le sottoscrizioni avverrà il 1° novembre 2024.

In totale, il Mef prevede di emettere Btp per un ammontare massimo di 5,5 miliardi di euro.

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